Dal 1° dicembre focus sul Ritratto di Signora

Al Forte di Bard l’inverno ha i colori di Klimt

Gustav Klimt, Ritratto di Signora, 1916-1917, Olio su tela, 68 × 55 cm, Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi | Courtesy Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza
 

Francesca Grego

21/11/2023

Aosta - Un ospite d’eccezione è in arrivo nella Cappella militare del Forte di Bard. Dal prossimo 1° dicembre all 10 marzo 2024 il museo incastonato tra le montagne della Valle D’Aosta accoglierà il misterioso Ritratto di Signora di Gustav Klimt, un dipinto noto per la sua bellezza, ma soprattutto per la sua storia avventurosa, mai chiarita del tutto. 

Datata tra il 1916 e il 1917, la tela è una delle sole tre opere del maestro viennese conservate in Italia ed è l’unica ad essere stata acquistata da un collezionista privato, a differenza della Giuditta della veneziana Ca’ Pesaro e delle Tre età della donnadella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. A dare una casa al quadro nel 1925 fu in nobile piacentino Giuseppe Ricci Oddi, che la acquistò dal mercante milanese Luigi Scopinich: l’opera fu inizialmente sistemata nella sala da biliardo della sua dimora, per poi approdare nella galleria istituita dal collezionista stesso e aperta al pubblico nel 1931. È solo il preludio di una serie di sorprendenti vicende, narrate al Forte di Bard in un progetto nato dalla collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza e Skira.
 
Non conosciamo l’identità della donna raffigurata nel quadro, che Klimt dipinse dopo aver abbandonato i suoi iconici ori per una pittura più libera ed emozionale, aperta alle influenze espressioniste. Nel 1996 l’intuizione da parte di una studentessa, Claudia Maga: sotto la superficie del Ritratto di Signora si nascondeva un altro dipinto di Klimt, creduto perduto dal 1917, e precisamente la Backfisch (“Ragazzetta” in tedesco colloquiale), esposta alla Kunstausstellung di Dresda del 1912 e immortalata una sola volta in fotografia. Nel primo quadro, la giovane era vestita alla moda del primo Novecento, in un’immagine ricca di dettagli: uno scialle, un largo cappello ovale, un boa di piume intorno al collo, che il maestro viennese cancellò tra il 1916 e il 1917, rendendo irriconoscibile il ritratto.

Nel ’96 analisi scientifiche confermarono l’ipotesi di Maga, ma un’altra incredibile avventura attendeva il dipinto, trafugato misteriosamente dalla Galleria Ricci Oddi nel 1997 e altrettanto misteriosamente riapparso oltre 23 anni dopo, durante lavori di giardinaggio in corso lungo il muro esterno del museo piacentino. Qui, in un piccolo vano chiuso da uno sportello senza serratura, il 10 dicembre 2019 fu rinvenuto un sacchetto di plastica, dentro al quale era avvolta la tela del Ritratto di Signora.

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