Fino al 4 novembre PhEst: più di 20 mostre e interventi nella cittadina pugliese
Tutti i volti del porto al festival di arte e fotografia di Monopoli
Dalla serie "My story is a story of hope" © Patrick Willocq. Courtesy PhEST
Francesca Grego
13/09/2018
Bari - Protagonisti delle cronache degli ultimi mesi, nervi scoperti dell’Europa contemporanea, luoghi di transito, dove tutto si mescola e tutto, miracolosamente, può accadere: sono i porti i protagonisti della terza edizione di PhEST, il festival internazionale di arte e fotografia di Monopoli, che fino al 4 novembre animerà la cittadina pugliese con 21 mostre, interventi di arte urbana, quattro installazioni artistiche, più letture portfolio, incontri, eventi e proiezioni.
Inserito nel calendario dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, PHest – See Beyond the Sea coinvolge tutti i luoghi più suggestivi dell’antico – e sorprendentemente esteso – borgo marinaro: al Porto Vecchio, alle Mura del Castello e alla Muraglia di Porta Vecchia, si aggiungono quest’anno il Castello di Carlo V, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il neo barocco Palazzo Palmieri e il maestoso Palazzo Martinelli, affacciato sull’acqua, nonché strade e piazze del centro storico.
Diretta da Giovanni Troilo, a cura di Arianna Rinaldo e Roberto Lacarbonara, la rassegna esplora le diverse dimensioni del porto come luogo d’incontro tra l’uomo e il mare, il vicino e il lontano, dal tema del viaggio a quello, imprescindibile, delle migrazioni. A progetti legati a luoghi ed esperienze radicate nella realtà locale, alcuni dei quali frutto delle residenze artistiche attivate dal festival, si affiancano prospettive portate ex novo da artisti italiani e internazionali.
Se la pluripremiata fotografa britannica Mandy Barker, per esempio, realizza composizioni di grande appeal a partire dai rifiuti plastici dispersi negli oceani (Mandy Barker. Soup, Palazzo Palmieri), l’artista francese Patrick Willocq presenta attraverso vivaci collage un’ambivalente esperienza di convivenza tra gli abitanti di un villaggio occitano e 50 rifugiati (Patrick Willocq. My Story is a Story of Hope, Palazzo Palmieri).
Il reporter italiano Davide Monteleone, vincitore di tre World Press Photo Award e del Leica Oskar Barnack Award, porta sulle rive dell’Adriatico le immagini di una surreale traversata tra i ghiacci compiuta a bordo della nave da trasporto Nordic Odissey: una riflessione sul senso stesso del viaggio, sull’inquietudine e sul desiderio (Davide Monteleone. A Modern Odissey, Palazzo Palmieri).
Nascono invece sulle coste pugliesi le istantanee di Edoardo Delille, nelle scorse settimane in residenza artistica presso uno degli edifici più interessanti di Bari, il neogotico Palazzo Fizzarotti. Ad attrarne l’obiettivo sono stati però i porti di Bari e Brindisi, nodi nevralgici per la comunicazione con l’Europa dell’Est e non solo. Attraverso i suoi scatti Delille ha provato a rimettere in gioco l’immaginario di luoghi sempre più legati a incubi mediatici e paure dell’inconscio collettivo e a riportarli al loro significato di terre di mezzo, teatri di transiti, scambi, incontri con l’ignoto e l’imponderabile (Edoardo Delille. On Board. Spazi esterni del Castello Carlo V).
In parallelo a quello del porto scorre un secondo tema, quello dell’ALBUM-Archivio di famiglia, che mira alla condivisione del vissuto di Monopoli e della Puglia come patrimonio collettivo. Questo desiderio si esprime con leggerezza nel progetto di street art WEWEREINPUGLIA del duo di artisti francesi Leo&Pipo, che da scatti familiari e amatoriali raccolti in paese hanno realizzato una serie di gigantografie, ora in mostra sulle pareti del borgo antico in una sorta di osmosi tra passato e presente.
E alla memoria di quest’angolo di Puglia è profondamente legato un altro grande protagonista della manifestazione: l’eclettico scultore, scenografo e performer Pino Pascali, che qui scopriamo nelle vesti di fotografo. In attesa dell’ampia retrospettiva che la fondazione a lui intitolata a Polignano a Mare, suo paese natale, gli dedicherà a partire da ottobre, i visitatori di PhEst potranno gustare una sfiziosa selezione di scatti dal primo reportage dell’artista, realizzato nel ’65 tra i porti di Napoli, Ischia e Capri (Pino Pascali. Guardare il Mare, Castello Carlo V).
Leggi anche:
• A tutta fotografia: otto mostre da non perdere in autunno
Inserito nel calendario dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, PHest – See Beyond the Sea coinvolge tutti i luoghi più suggestivi dell’antico – e sorprendentemente esteso – borgo marinaro: al Porto Vecchio, alle Mura del Castello e alla Muraglia di Porta Vecchia, si aggiungono quest’anno il Castello di Carlo V, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il neo barocco Palazzo Palmieri e il maestoso Palazzo Martinelli, affacciato sull’acqua, nonché strade e piazze del centro storico.
Diretta da Giovanni Troilo, a cura di Arianna Rinaldo e Roberto Lacarbonara, la rassegna esplora le diverse dimensioni del porto come luogo d’incontro tra l’uomo e il mare, il vicino e il lontano, dal tema del viaggio a quello, imprescindibile, delle migrazioni. A progetti legati a luoghi ed esperienze radicate nella realtà locale, alcuni dei quali frutto delle residenze artistiche attivate dal festival, si affiancano prospettive portate ex novo da artisti italiani e internazionali.
Se la pluripremiata fotografa britannica Mandy Barker, per esempio, realizza composizioni di grande appeal a partire dai rifiuti plastici dispersi negli oceani (Mandy Barker. Soup, Palazzo Palmieri), l’artista francese Patrick Willocq presenta attraverso vivaci collage un’ambivalente esperienza di convivenza tra gli abitanti di un villaggio occitano e 50 rifugiati (Patrick Willocq. My Story is a Story of Hope, Palazzo Palmieri).
Il reporter italiano Davide Monteleone, vincitore di tre World Press Photo Award e del Leica Oskar Barnack Award, porta sulle rive dell’Adriatico le immagini di una surreale traversata tra i ghiacci compiuta a bordo della nave da trasporto Nordic Odissey: una riflessione sul senso stesso del viaggio, sull’inquietudine e sul desiderio (Davide Monteleone. A Modern Odissey, Palazzo Palmieri).
Nascono invece sulle coste pugliesi le istantanee di Edoardo Delille, nelle scorse settimane in residenza artistica presso uno degli edifici più interessanti di Bari, il neogotico Palazzo Fizzarotti. Ad attrarne l’obiettivo sono stati però i porti di Bari e Brindisi, nodi nevralgici per la comunicazione con l’Europa dell’Est e non solo. Attraverso i suoi scatti Delille ha provato a rimettere in gioco l’immaginario di luoghi sempre più legati a incubi mediatici e paure dell’inconscio collettivo e a riportarli al loro significato di terre di mezzo, teatri di transiti, scambi, incontri con l’ignoto e l’imponderabile (Edoardo Delille. On Board. Spazi esterni del Castello Carlo V).
In parallelo a quello del porto scorre un secondo tema, quello dell’ALBUM-Archivio di famiglia, che mira alla condivisione del vissuto di Monopoli e della Puglia come patrimonio collettivo. Questo desiderio si esprime con leggerezza nel progetto di street art WEWEREINPUGLIA del duo di artisti francesi Leo&Pipo, che da scatti familiari e amatoriali raccolti in paese hanno realizzato una serie di gigantografie, ora in mostra sulle pareti del borgo antico in una sorta di osmosi tra passato e presente.
E alla memoria di quest’angolo di Puglia è profondamente legato un altro grande protagonista della manifestazione: l’eclettico scultore, scenografo e performer Pino Pascali, che qui scopriamo nelle vesti di fotografo. In attesa dell’ampia retrospettiva che la fondazione a lui intitolata a Polignano a Mare, suo paese natale, gli dedicherà a partire da ottobre, i visitatori di PhEst potranno gustare una sfiziosa selezione di scatti dal primo reportage dell’artista, realizzato nel ’65 tra i porti di Napoli, Ischia e Capri (Pino Pascali. Guardare il Mare, Castello Carlo V).
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