Dal 2 ottobre 2015 al 17 gennaio 2016
Aspettando Malevič
Kazimir Malevič, Testa di contadino, 1928 ca. Olio su tavola di compensato, 71,7 x 53,8 cm. Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
Ludovica Sanfelice
29/09/2015
Bergamo - In occasione del centenario della nascita del Suprematismo, radicale avanguardia storica che ad ottobre sarà celebrata in Svizzera alla Fondation Beyeler con la ricostruzione filologica di Zero.10, la mostra che introdusse il movimento nel mondo dell’arte, anche Bergamo si prepara al ricordo attraverso un grande omaggio al suo fondatore: Kazimir Malevič (Kiev, 1878 - Leningrado/San Pietroburgo, 1935).
Dal 2 ottobre 2015 al 17 gennaio 2016, sarà infatti la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ad incaricarsi di ricostruire i percorsi estetici di uno degli artisti chiave del XX secolo, con l’allestimento di un’ampia retrospettiva curata da Eugenia Petrova, vice direttore del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, e dal direttore della stessa GAMeC, Giacinto Di Pietrantonio.
Il percorso espositivo, unico nel suo genere per completezza e approfondimento dell’indagine storico-critica, accoglierà circa 70 opere di Malevič e le disporrà a confronto con un significatico corpus di lavori di esponenti dell’arte russa di inizio Novecento, arricchendo il discorso con documenti e filmati relativi al periodo di riferimento.
Della complessa produzione del pioniere dell’arte astratta, che determinò la nascita di un canale fondamentale per lo sviluppo figurativo dell’intero secolo, saranno presenti in mostra capolavori come Quadrato Rosso (1915) e i coevi Suprematismo (1915-1916) o ancora l’opera più riconosciuta, il Quadrato nero, insieme a Cerchio nero e Croce nera (1923).
Insieme ai dipinti di Malevič saranno presentati anche esempi della sua produzione legata al design e all’architettura, a testimonianza dell’idea d’arte totale d’avanguardia volta a eliminare i confini tra arte e vita. Tra questi, i plastici Architektony degli anni Venti che trasmettono l’utopia della città futura immaginata all’epoca, le pitture smaltate su porcellana e le tele-progetto per tessuti dal decoro suprematista, gli acquerelli Tribuna per oratori e Principio schematico di una pittura murale (1920), e i bozzetti per i vestiti suprematisti (1923).
Sebbene il nucleo di lavori suprematisti eserciti un ruolo predominante all’interno dell’esposizione, l’indagine sull’evoluzione artistica del maestro proseguirà fino al 1934, anno che precedette la sua morte, ravvisando nelle opere la progressiva stalinizzazione della Russia che investì con la censura la vita creativa di artisti e intellettuali e impose loro un adeguamento ai dettami del realismo socialista. Costrizioni a cui Malevič rispose a suo modo: proponedo innovazione.
Per approfondimenti:
Scheda della mostra "Kazimir Malevič. Una retrospettiva"
FOTO: A Bergamo una retrospettiva dedicata a Kazimir Malevič
Dal 2 ottobre 2015 al 17 gennaio 2016, sarà infatti la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ad incaricarsi di ricostruire i percorsi estetici di uno degli artisti chiave del XX secolo, con l’allestimento di un’ampia retrospettiva curata da Eugenia Petrova, vice direttore del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, e dal direttore della stessa GAMeC, Giacinto Di Pietrantonio.
Il percorso espositivo, unico nel suo genere per completezza e approfondimento dell’indagine storico-critica, accoglierà circa 70 opere di Malevič e le disporrà a confronto con un significatico corpus di lavori di esponenti dell’arte russa di inizio Novecento, arricchendo il discorso con documenti e filmati relativi al periodo di riferimento.
Della complessa produzione del pioniere dell’arte astratta, che determinò la nascita di un canale fondamentale per lo sviluppo figurativo dell’intero secolo, saranno presenti in mostra capolavori come Quadrato Rosso (1915) e i coevi Suprematismo (1915-1916) o ancora l’opera più riconosciuta, il Quadrato nero, insieme a Cerchio nero e Croce nera (1923).
Insieme ai dipinti di Malevič saranno presentati anche esempi della sua produzione legata al design e all’architettura, a testimonianza dell’idea d’arte totale d’avanguardia volta a eliminare i confini tra arte e vita. Tra questi, i plastici Architektony degli anni Venti che trasmettono l’utopia della città futura immaginata all’epoca, le pitture smaltate su porcellana e le tele-progetto per tessuti dal decoro suprematista, gli acquerelli Tribuna per oratori e Principio schematico di una pittura murale (1920), e i bozzetti per i vestiti suprematisti (1923).
Sebbene il nucleo di lavori suprematisti eserciti un ruolo predominante all’interno dell’esposizione, l’indagine sull’evoluzione artistica del maestro proseguirà fino al 1934, anno che precedette la sua morte, ravvisando nelle opere la progressiva stalinizzazione della Russia che investì con la censura la vita creativa di artisti e intellettuali e impose loro un adeguamento ai dettami del realismo socialista. Costrizioni a cui Malevič rispose a suo modo: proponedo innovazione.
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