Fino al 12 aprile 2026
Kandinsky e l’Italia, un’avventura da rivivere al MA*GA
Vasilij Kandinskij, Zig zag bianchi, 1922. Olio su tela, 95 x 125 cm. Ca' Pesaro - Galleria Internazionale d'Arte Moderna, Venezia, acquisito alla Biennale 1950
Francesca Grego
03/12/2025
Varese - Era il 1934 quando Vasily Kandinsky approdò per la prima volta nel Bel Paese in una storica mostra presso la Galleria Il Milione di Milano. L’impatto dei suoi dipinti astratti avrebbe influenzato generazioni di artisti italiani, com’era già avvenuto negli ambienti delle avanguardie internazionali. Lo racconta il progetto Kandinsky e l’Italia, fino al 2026 al MA*GA di Gallarate con 130 opere testimoni di quella straordinaria stagione. Venti capolavori del maestro russo dialogano con dipinti, sculture e grafiche di protagonisti della scena internazionale come Paul Klee - di cui la mostra presenta un nucleo importante, documento della profonda affinità tra i due - Jean Arp, Joan Mirò, Alexander Calder, per poi avventurarsi lungo le strade italiane dell’astratto con maestri come Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, e seguirle lungo un secolo di evoluzione, attraverso le ricerche di Emilio Vedova, Carla Accardi, Roberto Sebastiàn Matta, Piero Dorazio.
Nata dalla collaborazione del MA*GA con la Fondazione Musei Civici di Venezia, la mostra si inserisce nel palinsesto dell’Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026, il programma multidisciplinare, plurale e diffuso che promuove i valori olimpici attraverso la cultura in attesa dei Giochi Olimpici e Paralimpici che l’Italia ospiterà il prossimo inverno.
“Sono sicura che l'esposizione possa costituire un rinnovato momento di riflessione sul portato rivoluzionario delle avanguardie storiche e in particolare dell'astrattismo di Kandinsky e dei suoi sodali, fino alle correnti del secondo dopoguerra”, ha affermato Elisabetta Barisoni, dirigente della Fondazione MUVE e responsabile della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, che ha curato il progetto con la direttrice del MA*GA Emma Zanella.
Punto di partenza del percorso sono le lezioni che Kandinsky tenne al Bauhaus negli anni Venti e Trenta del Novecento, lasciando il segno sul futuro della pittura grazie anche al dialogo aperto con alcuni dei suoi più grandi interpreti, in un’onda destinata a dispiegarsi fino al secondo dopoguerra. Una corposa sezione riunisce le opere dei big dell’avanguardia internazionale, evidenziando la potente influenza del maestro russo sul modernismo europeo. Con Paul Klee, compagno di insegnamento e di ricerca, Kandinsky condivide l’idea che la pittura sia una forma di scrittura dello spirito e costruzione musicale dello spazio. A Mirò, Arp, Calder, Tàpies lo accomuna la tensione verso un’arte capace di superare i confini del reale e trasformare la forma in energia vitale. Le loro ricerche, diverse per linguaggio ma affini nella visione, delineano il vasto orizzonte europeo entro cui prende corpo l’astrazione come linguaggio universale.
In Italia la mostra al Milione scompagina le carte rispetto alla figurazione dominante in quegli anni, stimolando il dibattito e la riflessione. Con importanti opere appartenenti alle collezioni di Ca’ Pesaro e del MA*GA la mostra documenta poi il passaggio alle generazioni seguenti e l’influenza di progetti espositivi che hanno fatto storia come Arte astratta e concreta, allestito ancora a Milano nel 1947, o Arte astratta in Italia, in scena nella Capitale l’anno successivo: esperienze cruciali che favoriranno la nascita di movimenti come Forma, fondato da artisti come Carla Accardi, Piero Dorazio e Pietro Consagra, Origine (Alberto Burri e Giuseppe Capogrossi, tra gli altri) e MAC - Movimento Arte Concreta, che annovera tra i fondatori Bruno Munari, Ettore Sottsass e Gillo Dorfles.
“Kandinsky e l’Italia rappresenta un’importante opportunità di collaborazione tra due prestigiosi musei dedicati alle arti contemporanee”, ha dichiarato la direttrice del MA*GA e co-curatrice Emma Zanella: “L’esposizione permette di esplorare le principali correnti artistiche astratte e concretiste, includendo opere di Kandinsky, Klee, Arp, Calder, Mirò, fino alla scena artistica italiana degli anni Trenta e del secondo dopoguerra. Questi periodi sono fondamentali per comprendere le evoluzioni del linguaggio artistico e le riflessioni culturali di quegli anni, ricchi di nuove prospettive e aperture verso le arti”.
Nata dalla collaborazione del MA*GA con la Fondazione Musei Civici di Venezia, la mostra si inserisce nel palinsesto dell’Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026, il programma multidisciplinare, plurale e diffuso che promuove i valori olimpici attraverso la cultura in attesa dei Giochi Olimpici e Paralimpici che l’Italia ospiterà il prossimo inverno.
“Sono sicura che l'esposizione possa costituire un rinnovato momento di riflessione sul portato rivoluzionario delle avanguardie storiche e in particolare dell'astrattismo di Kandinsky e dei suoi sodali, fino alle correnti del secondo dopoguerra”, ha affermato Elisabetta Barisoni, dirigente della Fondazione MUVE e responsabile della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, che ha curato il progetto con la direttrice del MA*GA Emma Zanella.
Punto di partenza del percorso sono le lezioni che Kandinsky tenne al Bauhaus negli anni Venti e Trenta del Novecento, lasciando il segno sul futuro della pittura grazie anche al dialogo aperto con alcuni dei suoi più grandi interpreti, in un’onda destinata a dispiegarsi fino al secondo dopoguerra. Una corposa sezione riunisce le opere dei big dell’avanguardia internazionale, evidenziando la potente influenza del maestro russo sul modernismo europeo. Con Paul Klee, compagno di insegnamento e di ricerca, Kandinsky condivide l’idea che la pittura sia una forma di scrittura dello spirito e costruzione musicale dello spazio. A Mirò, Arp, Calder, Tàpies lo accomuna la tensione verso un’arte capace di superare i confini del reale e trasformare la forma in energia vitale. Le loro ricerche, diverse per linguaggio ma affini nella visione, delineano il vasto orizzonte europeo entro cui prende corpo l’astrazione come linguaggio universale.
In Italia la mostra al Milione scompagina le carte rispetto alla figurazione dominante in quegli anni, stimolando il dibattito e la riflessione. Con importanti opere appartenenti alle collezioni di Ca’ Pesaro e del MA*GA la mostra documenta poi il passaggio alle generazioni seguenti e l’influenza di progetti espositivi che hanno fatto storia come Arte astratta e concreta, allestito ancora a Milano nel 1947, o Arte astratta in Italia, in scena nella Capitale l’anno successivo: esperienze cruciali che favoriranno la nascita di movimenti come Forma, fondato da artisti come Carla Accardi, Piero Dorazio e Pietro Consagra, Origine (Alberto Burri e Giuseppe Capogrossi, tra gli altri) e MAC - Movimento Arte Concreta, che annovera tra i fondatori Bruno Munari, Ettore Sottsass e Gillo Dorfles.
“Kandinsky e l’Italia rappresenta un’importante opportunità di collaborazione tra due prestigiosi musei dedicati alle arti contemporanee”, ha dichiarato la direttrice del MA*GA e co-curatrice Emma Zanella: “L’esposizione permette di esplorare le principali correnti artistiche astratte e concretiste, includendo opere di Kandinsky, Klee, Arp, Calder, Mirò, fino alla scena artistica italiana degli anni Trenta e del secondo dopoguerra. Questi periodi sono fondamentali per comprendere le evoluzioni del linguaggio artistico e le riflessioni culturali di quegli anni, ricchi di nuove prospettive e aperture verso le arti”.
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