Una doppia esposizione tra Palazzo Fava e Casa Saraceni
Genus Bononiae presenta le nuove collezioni della Fondazione Carisbo
Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666), Sibilla Samia, olio su tela, 1651
E. Bramati
26/06/2014
Bologna - Con la creazione del circuito Genus Bononiae, che ora unisce otto sedi, tra cui Palazzo Fava, San Colombano, Palazzo Pepoli e Casa Saraceni, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ha proceduto all’acquisizioni di opere d’arte, sia antiche che contemporanee.
Dopo la presentazione dei capolavori del Novecento, aprirà ora al pubblico una nuova esposizione, che dal 27 giugno prenderà in esame le opere più significative dal Trecento all’Ottocento acquisite negli anni 2001-2013. Tra queste sono incluse diverse miniature del Trecento bolognese, alcuni dipinti di Denys Calvaert, Annibale Carracci, Guido Reni, Guercino, Cantarini, Giovanni Andrea Sirani e della figlia Elisabetta; inoltre di Lorenzo Pasinelli e di Donato Creti, fino a Gaetano Gandolfi; quindi un gruppo di settanta statuette da presepio del Settecento e dell’Ottocento bolognese e alcuni modelli in terracotta di Giacomo De Maria.
Si tratta, in molti casi, di opere che la Fondazione Carisbo ha acquistato da privati o antiquari internazionali, allo scopo di restituire alla città testimonianze significative dei suoi artisti o dei suoi collezionisti. Non mancano dunque lavori prestigiosi come la "Maddalena" di Antonio Canova e una testina in cera di Medardo Rosso, che saranno ospitate nella cornice di Palazzo Fava.
Un’importante sezione, che invece sarà ospitata contemporaneamente presso Casa Saraceni, è riservata alle donazioni ricevute in questo arco di tempo, come il busto in marmo di “Nonna Diamante” di Vincenzo Vela, la pala d’altare del carraccesco Giambattista Bertusio, l'affresco trecentesco con la "Madonna del ricamo" di Vitale da Bologna, ma anche nuclei di dipinti del XVI e XVII secolo.
Dopo la presentazione dei capolavori del Novecento, aprirà ora al pubblico una nuova esposizione, che dal 27 giugno prenderà in esame le opere più significative dal Trecento all’Ottocento acquisite negli anni 2001-2013. Tra queste sono incluse diverse miniature del Trecento bolognese, alcuni dipinti di Denys Calvaert, Annibale Carracci, Guido Reni, Guercino, Cantarini, Giovanni Andrea Sirani e della figlia Elisabetta; inoltre di Lorenzo Pasinelli e di Donato Creti, fino a Gaetano Gandolfi; quindi un gruppo di settanta statuette da presepio del Settecento e dell’Ottocento bolognese e alcuni modelli in terracotta di Giacomo De Maria.
Si tratta, in molti casi, di opere che la Fondazione Carisbo ha acquistato da privati o antiquari internazionali, allo scopo di restituire alla città testimonianze significative dei suoi artisti o dei suoi collezionisti. Non mancano dunque lavori prestigiosi come la "Maddalena" di Antonio Canova e una testina in cera di Medardo Rosso, che saranno ospitate nella cornice di Palazzo Fava.
Un’importante sezione, che invece sarà ospitata contemporaneamente presso Casa Saraceni, è riservata alle donazioni ricevute in questo arco di tempo, come il busto in marmo di “Nonna Diamante” di Vincenzo Vela, la pala d’altare del carraccesco Giambattista Bertusio, l'affresco trecentesco con la "Madonna del ricamo" di Vitale da Bologna, ma anche nuclei di dipinti del XVI e XVII secolo.
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