Dal 1° dicembre al 7 aprile a Brescia
Alla Pinacoteca Tosio Martinengo Lorenzo Lotto dialoga con i pittori bresciani di realtà
Lorenzo Lotto, Adorazione dei pastori, 1530, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Samantha De Martin
30/11/2023
Brescia - In una lettera del 1528 Lorenzo Lotto chiedeva a Moretto un aiuto nell’impresa dei cartoni per il coro della cattedrale di Bergamo. I due erano uniti da un rapporto di stima e forse anche di amicizia, che risaliva probabilmente a qualche anno prima. Non ci sono altri documenti che attestino i contatti diretti tra il maestro del Rinascimento veneziano e i colleghi bresciani, nonostante la loro presenza in contemporanea in diverse città dei domini veneziani di terraferma lasci immaginare una conoscenza reciproca, mediata dalle opere d’arte di destinazione pubblica, a cominciare dalle pale d’altare.
La Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia invita a immaginare questi dialoghi attraverso una mostra nella quale le opere di Lorenzo Lotto sono messe in relazione con quelle dei maestri, pressoché coetanei, del Cinquecento bresciano quali Savoldo, Romanino, Moretto. Cinque sono le opere di Lotto in mostra, quattro provenienti da prestiti e una presente nella Collezione Tosio.
Dal 1° dicembre al 7 aprile il percorso Lorenzo Lotto. Incontri immaginati di Pinacoteca Tosio Martinengo segue uno dei più affascinanti protagonisti della storia dell’arte attraverso il nuovo progetto di Fondazione Brescia Musei, culmine dell’offerta culturale prevista nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura.
Giovanni Girolamo Savoldo, Riposo durante la fuga in Egitto, 1540 circa, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo | Courtesy Fondazione Brescia Musei
La luce, i gesti, l’espressività, il colore, i temi, alcune soluzioni stilistiche, la vicinanza cronologica e la frequentazione in terre dominate da Venezia sono elementi che intrecciano trame tra i quattro maestri.
“Leggiamo questa mostra originale e inedita, costruita intorno alle relazioni tra Lorenzo Lotto e i pittori bresciani di realtà – spiega Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei - come l'incipit di un nuovo biennio che porterà il Rinascimento bresciano, soprattutto con la grande mostra del 2024/25, a un gradino di consapevolezza e conoscenza a cui stiamo lavorando. Il “talent” Lorenzo Lotto ci aiuta sin d'ora a capire, nei confronti e nelle analogie, la grandezza innovativa dei nostri Savoldo, Moretto e Romanino”.
La mostra nasce grazie al patrocinio della Rete Museale delle Città Lottesche. Le Marche custodiscono infatti 25 capolavori di Lotto, tra musei e chiese di otto diverse località, unitesi nel 2019 in un network per promuovere l’itinerario lottesco marchigiano e i musei che conservano le sue opere.
Il progetto di Brescia nasce dalla collaborazione con Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia che ha visto il coinvolgimento di Fondazione Brescia Musei con importanti prestiti della Collezione di Pinacoteca Tosio Martinengo alla mostra Moroni (1521-1580). Il ritratto del suo tempo, alle Galleria d’Italia di Milano dal 6 dicembre al 1° aprile.
Ma entriamo nel vivo di questi incontri immaginari che animano l'esposizione.
Moretto, Profeti,1525 circa, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Nella Sala V l’Angelo annunciante e Madonna annunciata di Lotto, in prestito dalla Pinacoteca Comunale di Jesi, incontra gli affreschi con Mosè e il roveto ardente e i Profeti di Moretto. Da questo confronto emerge l’attenzione per la luce, con lo stupefacente dettaglio dell’ombra portata e sagomata proiettata dall’angelo, e per l’espressività umanizzata dei protagonisti della storia sacra (con la reazione spaventata della Vergine annunciata), le stesse di Moretto in questi anni.
Nella Sala VI l’Adorazione dei pastori di Lotto, capolavoro della collezione della Pinacoteca Tosio Martinengo, datato 1530, dialoga con la Cena in Emmaus di Moretto e con l’Adorazione dei pastori di Savoldo, attraverso un confronto incentrato sui temi della luce e della trasposizione dell’evento sacro in una dimensione umana. In un’altra sala le piccole dimensioni e l’atmosfera familiare della Natività di Siena di Lorenzo Lotto ammiccano al Riposo durante la fuga in Egitto di Savoldo dove anche la destinazione alla devozione privata consente una declinazione in chiave aneddotica e narrativa delle vicende dell’infanzia di Cristo.
Ad accomunare la tavola senese alla pittura di Savoldo è, in particolare, la predilezione di questo artista per la rappresentazione dei notturni o degli effetti di luce, come nell’Adorazione dei pastori della Pinacoteca Tosio Martinengo. Infine lo spazio che accoglie I santi Rocco, Cristoforo e Sebastiano, dipinto proveniente da Loreto, documenta la varietà di soluzioni compositive messe in atto da Moretto e Romanino nei decenni centrali del Cinquecento intorno al tema della pala d’altare.
La Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia invita a immaginare questi dialoghi attraverso una mostra nella quale le opere di Lorenzo Lotto sono messe in relazione con quelle dei maestri, pressoché coetanei, del Cinquecento bresciano quali Savoldo, Romanino, Moretto. Cinque sono le opere di Lotto in mostra, quattro provenienti da prestiti e una presente nella Collezione Tosio.
Dal 1° dicembre al 7 aprile il percorso Lorenzo Lotto. Incontri immaginati di Pinacoteca Tosio Martinengo segue uno dei più affascinanti protagonisti della storia dell’arte attraverso il nuovo progetto di Fondazione Brescia Musei, culmine dell’offerta culturale prevista nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura.
Giovanni Girolamo Savoldo, Riposo durante la fuga in Egitto, 1540 circa, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo | Courtesy Fondazione Brescia Musei
La luce, i gesti, l’espressività, il colore, i temi, alcune soluzioni stilistiche, la vicinanza cronologica e la frequentazione in terre dominate da Venezia sono elementi che intrecciano trame tra i quattro maestri.
“Leggiamo questa mostra originale e inedita, costruita intorno alle relazioni tra Lorenzo Lotto e i pittori bresciani di realtà – spiega Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei - come l'incipit di un nuovo biennio che porterà il Rinascimento bresciano, soprattutto con la grande mostra del 2024/25, a un gradino di consapevolezza e conoscenza a cui stiamo lavorando. Il “talent” Lorenzo Lotto ci aiuta sin d'ora a capire, nei confronti e nelle analogie, la grandezza innovativa dei nostri Savoldo, Moretto e Romanino”.
La mostra nasce grazie al patrocinio della Rete Museale delle Città Lottesche. Le Marche custodiscono infatti 25 capolavori di Lotto, tra musei e chiese di otto diverse località, unitesi nel 2019 in un network per promuovere l’itinerario lottesco marchigiano e i musei che conservano le sue opere.
Il progetto di Brescia nasce dalla collaborazione con Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia che ha visto il coinvolgimento di Fondazione Brescia Musei con importanti prestiti della Collezione di Pinacoteca Tosio Martinengo alla mostra Moroni (1521-1580). Il ritratto del suo tempo, alle Galleria d’Italia di Milano dal 6 dicembre al 1° aprile.
Ma entriamo nel vivo di questi incontri immaginari che animano l'esposizione.
Moretto, Profeti,1525 circa, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Nella Sala V l’Angelo annunciante e Madonna annunciata di Lotto, in prestito dalla Pinacoteca Comunale di Jesi, incontra gli affreschi con Mosè e il roveto ardente e i Profeti di Moretto. Da questo confronto emerge l’attenzione per la luce, con lo stupefacente dettaglio dell’ombra portata e sagomata proiettata dall’angelo, e per l’espressività umanizzata dei protagonisti della storia sacra (con la reazione spaventata della Vergine annunciata), le stesse di Moretto in questi anni.
Nella Sala VI l’Adorazione dei pastori di Lotto, capolavoro della collezione della Pinacoteca Tosio Martinengo, datato 1530, dialoga con la Cena in Emmaus di Moretto e con l’Adorazione dei pastori di Savoldo, attraverso un confronto incentrato sui temi della luce e della trasposizione dell’evento sacro in una dimensione umana. In un’altra sala le piccole dimensioni e l’atmosfera familiare della Natività di Siena di Lorenzo Lotto ammiccano al Riposo durante la fuga in Egitto di Savoldo dove anche la destinazione alla devozione privata consente una declinazione in chiave aneddotica e narrativa delle vicende dell’infanzia di Cristo.
Ad accomunare la tavola senese alla pittura di Savoldo è, in particolare, la predilezione di questo artista per la rappresentazione dei notturni o degli effetti di luce, come nell’Adorazione dei pastori della Pinacoteca Tosio Martinengo. Infine lo spazio che accoglie I santi Rocco, Cristoforo e Sebastiano, dipinto proveniente da Loreto, documenta la varietà di soluzioni compositive messe in atto da Moretto e Romanino nei decenni centrali del Cinquecento intorno al tema della pala d’altare.
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