Berengo Gardin, Gastel, Scianna, Fontana in un ricco programma di mostre
Il Brescia Photo Festival apre con Alfred Seiland
Alfred Seiland, Imperium Romanum. Tadmor, Palmyra, Siria, 2011. Courtesy Brescia Photo Festival
Francesca Grego
07/05/2021
Brescia - Sarà un appuntamento speciale l’edizione 2021 di Brescia Photo Festival, che festeggia il ritorno nel Capitolium dell’iconica Vittoria Alata rilanciando il patrimonio archeologico della città. Ai patrimoni storici, archeologici, culturali e al loro sfaccettato rapporto con il contemporaneo è dedicato il vasto repertorio di scatti che scopriremo dall’8 maggio al 17 ottobre, guardando il mondo attraverso gli obiettivi di fotografi come Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Franco Fontana, Giovanni Gastel, Maurizio Galimberti, Elio Ciol, Donata Pizzi, Bruno Cattani, Federico Veronesi. Tra i progetti più attesi figura Alfred Seiland. Imperium Romanum, Fotografie 2005-2020, che approda in Italia dopo un tour internazionale e si arricchisce di immagini inedite, tra le quali spiccano sei scatti ispirati alle bellezze della Brescia romana.
Nel decennale del sito Unesco “I Longobardi in Italia. I Luoghi del potere (568-774 d.C.)”, la manifestazione annuncia già le celebrazioni del 2023, quando Brescia sarà Capitale italiana della Cultura insieme a Bergamo.
Come un moderno Grand Tour, l’itinerario del Photo Festival 2021 si snoda tra i musei e i principali luoghi espositivi cittadini attraverso 18 mostre, alle quali si aggiungono le 11 esposizioni del circuito off Photo Friends. Punto di partenza e di arrivo è il Museo di Santa Giulia con gli ambienti recentemente rinnovati del “quadrilatero rinascimentale”, nelle gallerie alte dell’antico monastero: ben 2 mila metri quadri di spazi espositivi, un altro patrimonio restituito alla fruizione pubblica che rappresenta il degno contrappunto dei “Patrimoni” fotografati da Seiland.
Alfred Seiland, Il canale di Corinto, Grecia, 2014
Con Alfred Seiland sulle tracce dell’Impero
Da domani, 8 maggio, andranno in scena proprio a Santa Giulia le 136 immagini di grande formato di Imperium Romanum, prima retrospettiva italiana del fotografo austriaco, che presenta i frutti di 15 anni di lavoro intorno ai luoghi mitici della romanità. Colpito dalle scenografie dell’antica Roma durante la realizzazione di un reportage giornalistico a Cinecittà, Seiland ha intrapreso un lungo viaggio nei territori un tempo dominati dall’Impero. Obiettivo: documentare le interazioni imprevedibili, contraddittorie, talvolta sorprendenti, tra le rovine di un glorioso passato e la vita degli uomini di un’altra era.
Dal Medio Oriente alla Scozia, sono 40 i paesi che il fotografo ha attraversato, toccando siti archeologici come Palmira ed Epidauro, monumenti iconici come il Colosseo, le Terme di Bath, il Pont du Gard in Provenza, ma anche giacimenti di storia pressoché sconosciuti, eppure profondamente significativi per le comunità a cui appartengono.
“Seiland interpreta il suo ruolo di fotografo anche con una certa ironia, avvicinando il sacro e il profano in una sorta di armonia degli opposti”, dice il curatore artistico di Brescia Photo Festival Renato Corsini. Uno sguardo nuovo, a tratti surreale, è riservato alle ricostruzioni contemporanee dell’antico, dai set del cinema e delle fiction al Caesar Palace di Las Vegas: un’ulteriore sfaccettatura del dialogo complesso e vitale che le eredità del passato continuano a intessere con la modernità.
Alfred Seiland, Foro romano e Basilica di Sebastia, Samaria, Palestina, 2009 (© Alfred Seiland)
“Quella di Seiland è una fotografia lenta, lontana dalle mode. In lui sopravvive la missione di osservare e restituire la realtà prendendosi tutto il tempo necessario. Una sana ossessione l’ha spinto a tornare più volte negli stessi luoghi”, ha spiegato Filippo Maggia, curatore della mostra insieme a Francesca Morandini: “A differenza di altri grandi fotografi, al centro del suo sguardo non c’è un’archeologia fine a se stessa, ma un interesse per il contesto che rende i suoi scatti originali e, in prospettiva, sempre più rilevanti”.
Vasto come l’Impero che rappresenta - “un progetto mondo”, nelle parole del direttore dei Musei di Brescia Stefano Karadjov - il viaggio fotografico del maestro austriaco non è ancora terminato. “Da 15 anni Seiland lavora sul tema della restituzione dei patrimoni e di come l’eredità romana sia interpretata nel contemporaneo”, ricorda il presidente della Fondazione Francesca Bazoli: “Credo che sia stata una fortuna incrociarlo nel nostro cammino, perché è esattamente quello che noi stiamo provando a fare con il progetto Vittoria Alata: la restituzione di un grandissimo bronzo romano che cerchiamo di far dialogare costantemente con la vita attuale della nostra città e con tutti i linguaggi della modernità”.
Gianni Berengo Gardin, Pinacoteca Tosio Martinengo, 2019
Un patrimonio di creatività: le mostre da non perdere al Photo Festival
Sono in tutto 18 le mostre in programma per il Photo Festival da maggio a ottobre. Qui il tema dei Patrimoni si declina nelle sue diverse dimensioni, dalle vestigia antiche all’archeologia industriale, fino al mondo della natura, in un caleidoscopio di approcci, stili, linguaggi e generazioni.
La grande archeologia è al centro di Palmira. Una memoria negata con il reportage realizzato da Elio Ciol prima che l’ISIS colpisse il sito siriano, e di Roma in Africa, il progetto di Renata Pizzi che attraversa il Nord del continente tra deserti e testimonianze dell’Impero. Immagini di impatto potente riscoprono la statuaria classica sotto una nuova luce in Eros di Bruno Cattani (8 maggio-17 ottobre, Museo di Santa Giulia), mentre in Mirabili radici la fotografa di architettura Alessandra Chemollo ci accompagna in una visita speciale al Patrimonio Unesco bresciano (8 maggio-17 settembre Fondazione Poliambulanza).
Sette grandi maestri della fotografia italiana compongono poi il cast di È Brescia, un viaggio rivelatore tra le eccellenze culturali della città (MO.Ca - Centro per le nuove culture, 8 maggio-31 luglio). Nella stessa sede l’iconica Vittoria Alata, fresca di restauro e splendente nello scenografico allestimento progettato da Juan Navarro Baldeweg, torna protagonista con Bellissima. 20 fotografi travolti da un insolito splendore. Da Giovanni Gastel a Maurizio Galimberti, da Renato Corsini a Silvia Camporesi, gli artisti coinvolti nel progetto hanno trascorso 24 in intimità con la splendida musa di bronzo, dando vita a un repertorio di sguardi e suggestioni (8 maggio-27 giugno).
Donata Pizzi, Thysdrus, Tunisia
Anche il cinema vuole la sua parte. Negli spazi espostivi del Castello, Vita da Centurioni rievoca l’ironia dei film Peplum attraverso fotografie e manifesti (8 maggio-17 ottobre), mentre al MO.CA Federico Fellini / Dietro le quinte racconta il vulcanico cineasta tra creatività e vita privata (29 giugno-31 luglio). E se in Wildlife Federico Veronesi punta l’obiettivo sui grandi mammiferi africani (Museo Civico di Scienze Naturali, 14 maggio-29 agosto), Le cattedrali del lavoro offrono uno spaccato dei più interessanti siti di archeologia industriale del territorio, in un progetto commissionato da Photo Festival per l’occasione (8 maggio-13 giugno, Spazio Contemporanea). Nel centenario della nascita di Josef Beuys, Renato Corsini ci regala un ritratto del grande artista tedesco attraverso gli scatti realizzati durante un’intervista del 1980 con Pierre Restany (Omaggio a Joseph Beuys: ritratti, sequenze fotografiche e scatti di ambientazione, dal 16 giugno al 31 luglio presso Spazio Contemporanea).
Ideale conclusione del festival sarà la mostra “Con amore e cura grandissima”. Il restauro dell’albumina della Chiesa dei Miracoli di Giacomo Rossetti, che presenterà l’enorme, storica composizione di stampe all’albumina premiata all’Esposizione Universale di Vienna del 1873, oggi nelle collezioni dell’Archivio Fotografico dei Civici Musei d’Arte e Storia.
Vita da centurioni, Agenzia Dufoto, Il Ratto delle Sabine, regia Richard Pottier, 1961
“Dopo l’avvento del digitale e la diffusione degli smartphone, la fotografia è in cerca di una nuova identità”, dice il curatore artistico di Brescia Photo Festival Renato Corsini. “Una volta la fotografia era la rappresentazione del reale, un documento oggettivo, una prova. Oggi la sovrabbondanza di immagini in circolazione ha provocato una crisi di credibilità. Il Photo Festival vuole dimostrare come le contraddizioni siano un’occasione per trasformare la fotografia in un patrimonio di creatività. Lo sguardo soggettivo con il quale ogni fotografo si avvicina alla realtà è un bene prezioso. Nelle mostre del festival vedrete soggetti in fondo simili prendere forme completamente diverse. Negli scatti di Elio Ciol su Palmira troverete lo stile del fotoreporter anni Sessanta, nelle opere di Donata Pizzi una sensibilità, un gusto per la ricerca e una raffinatezza fuori dal comune, nelle foto di Bruno Cattani momenti di erotismo inaspettato nei capolavori della classicità. In modo ancora più evidente, in Venti fotografi travolti da un insolito splendore la fissità della statua si declina attraverso tecniche completamente diverse - la Polaroid, l’analogico, il collage… - rendendo la fotografia un linguaggio ancora più valido e intrigante”.
Bruno Cattani, Eros, 2018
Incontri, spettacoli e un circuito fringe per animare l'estate
Durante i giorni del festival, librerie, biblioteche e boutique si trasformeranno in inediti spazi espositivi, affiancando le gallerie d’arte cittadine nel circuito off di Photo Friends. Undici le mostre previste in un palinsesto vivace e variegato che spazia dalla rappresentazione della donna nella scultura alla satira dei social media, dalla denuncia dei patrimoni in degrado a un viaggio negli studi d’artista.
E ancora, un ricco programma di spettacoli e iniziative collaterali è pronto a coinvolgere il pubblico per tutta la durata della manifestazione: concerti, proiezioni cinematografiche all’aperto, summer camp, attività per famiglie e ragazzi animeranno la città, mentre i fotografi protagonisti delle mostre si confronteranno con gli spettatori attraverso incontri dal vivo e online.
Il programma completo di Brescia Photo Festival è disponibile sul sito https://bresciaphotofestival.it.
Giovanni Gastel, Bellissima
Nel decennale del sito Unesco “I Longobardi in Italia. I Luoghi del potere (568-774 d.C.)”, la manifestazione annuncia già le celebrazioni del 2023, quando Brescia sarà Capitale italiana della Cultura insieme a Bergamo.
Come un moderno Grand Tour, l’itinerario del Photo Festival 2021 si snoda tra i musei e i principali luoghi espositivi cittadini attraverso 18 mostre, alle quali si aggiungono le 11 esposizioni del circuito off Photo Friends. Punto di partenza e di arrivo è il Museo di Santa Giulia con gli ambienti recentemente rinnovati del “quadrilatero rinascimentale”, nelle gallerie alte dell’antico monastero: ben 2 mila metri quadri di spazi espositivi, un altro patrimonio restituito alla fruizione pubblica che rappresenta il degno contrappunto dei “Patrimoni” fotografati da Seiland.
Alfred Seiland, Il canale di Corinto, Grecia, 2014
Con Alfred Seiland sulle tracce dell’Impero
Da domani, 8 maggio, andranno in scena proprio a Santa Giulia le 136 immagini di grande formato di Imperium Romanum, prima retrospettiva italiana del fotografo austriaco, che presenta i frutti di 15 anni di lavoro intorno ai luoghi mitici della romanità. Colpito dalle scenografie dell’antica Roma durante la realizzazione di un reportage giornalistico a Cinecittà, Seiland ha intrapreso un lungo viaggio nei territori un tempo dominati dall’Impero. Obiettivo: documentare le interazioni imprevedibili, contraddittorie, talvolta sorprendenti, tra le rovine di un glorioso passato e la vita degli uomini di un’altra era.
Dal Medio Oriente alla Scozia, sono 40 i paesi che il fotografo ha attraversato, toccando siti archeologici come Palmira ed Epidauro, monumenti iconici come il Colosseo, le Terme di Bath, il Pont du Gard in Provenza, ma anche giacimenti di storia pressoché sconosciuti, eppure profondamente significativi per le comunità a cui appartengono.
“Seiland interpreta il suo ruolo di fotografo anche con una certa ironia, avvicinando il sacro e il profano in una sorta di armonia degli opposti”, dice il curatore artistico di Brescia Photo Festival Renato Corsini. Uno sguardo nuovo, a tratti surreale, è riservato alle ricostruzioni contemporanee dell’antico, dai set del cinema e delle fiction al Caesar Palace di Las Vegas: un’ulteriore sfaccettatura del dialogo complesso e vitale che le eredità del passato continuano a intessere con la modernità.
Alfred Seiland, Foro romano e Basilica di Sebastia, Samaria, Palestina, 2009 (© Alfred Seiland)
“Quella di Seiland è una fotografia lenta, lontana dalle mode. In lui sopravvive la missione di osservare e restituire la realtà prendendosi tutto il tempo necessario. Una sana ossessione l’ha spinto a tornare più volte negli stessi luoghi”, ha spiegato Filippo Maggia, curatore della mostra insieme a Francesca Morandini: “A differenza di altri grandi fotografi, al centro del suo sguardo non c’è un’archeologia fine a se stessa, ma un interesse per il contesto che rende i suoi scatti originali e, in prospettiva, sempre più rilevanti”.
Vasto come l’Impero che rappresenta - “un progetto mondo”, nelle parole del direttore dei Musei di Brescia Stefano Karadjov - il viaggio fotografico del maestro austriaco non è ancora terminato. “Da 15 anni Seiland lavora sul tema della restituzione dei patrimoni e di come l’eredità romana sia interpretata nel contemporaneo”, ricorda il presidente della Fondazione Francesca Bazoli: “Credo che sia stata una fortuna incrociarlo nel nostro cammino, perché è esattamente quello che noi stiamo provando a fare con il progetto Vittoria Alata: la restituzione di un grandissimo bronzo romano che cerchiamo di far dialogare costantemente con la vita attuale della nostra città e con tutti i linguaggi della modernità”.
Gianni Berengo Gardin, Pinacoteca Tosio Martinengo, 2019
Un patrimonio di creatività: le mostre da non perdere al Photo Festival
Sono in tutto 18 le mostre in programma per il Photo Festival da maggio a ottobre. Qui il tema dei Patrimoni si declina nelle sue diverse dimensioni, dalle vestigia antiche all’archeologia industriale, fino al mondo della natura, in un caleidoscopio di approcci, stili, linguaggi e generazioni.
La grande archeologia è al centro di Palmira. Una memoria negata con il reportage realizzato da Elio Ciol prima che l’ISIS colpisse il sito siriano, e di Roma in Africa, il progetto di Renata Pizzi che attraversa il Nord del continente tra deserti e testimonianze dell’Impero. Immagini di impatto potente riscoprono la statuaria classica sotto una nuova luce in Eros di Bruno Cattani (8 maggio-17 ottobre, Museo di Santa Giulia), mentre in Mirabili radici la fotografa di architettura Alessandra Chemollo ci accompagna in una visita speciale al Patrimonio Unesco bresciano (8 maggio-17 settembre Fondazione Poliambulanza).
Sette grandi maestri della fotografia italiana compongono poi il cast di È Brescia, un viaggio rivelatore tra le eccellenze culturali della città (MO.Ca - Centro per le nuove culture, 8 maggio-31 luglio). Nella stessa sede l’iconica Vittoria Alata, fresca di restauro e splendente nello scenografico allestimento progettato da Juan Navarro Baldeweg, torna protagonista con Bellissima. 20 fotografi travolti da un insolito splendore. Da Giovanni Gastel a Maurizio Galimberti, da Renato Corsini a Silvia Camporesi, gli artisti coinvolti nel progetto hanno trascorso 24 in intimità con la splendida musa di bronzo, dando vita a un repertorio di sguardi e suggestioni (8 maggio-27 giugno).
Donata Pizzi, Thysdrus, Tunisia
Anche il cinema vuole la sua parte. Negli spazi espostivi del Castello, Vita da Centurioni rievoca l’ironia dei film Peplum attraverso fotografie e manifesti (8 maggio-17 ottobre), mentre al MO.CA Federico Fellini / Dietro le quinte racconta il vulcanico cineasta tra creatività e vita privata (29 giugno-31 luglio). E se in Wildlife Federico Veronesi punta l’obiettivo sui grandi mammiferi africani (Museo Civico di Scienze Naturali, 14 maggio-29 agosto), Le cattedrali del lavoro offrono uno spaccato dei più interessanti siti di archeologia industriale del territorio, in un progetto commissionato da Photo Festival per l’occasione (8 maggio-13 giugno, Spazio Contemporanea). Nel centenario della nascita di Josef Beuys, Renato Corsini ci regala un ritratto del grande artista tedesco attraverso gli scatti realizzati durante un’intervista del 1980 con Pierre Restany (Omaggio a Joseph Beuys: ritratti, sequenze fotografiche e scatti di ambientazione, dal 16 giugno al 31 luglio presso Spazio Contemporanea).
Ideale conclusione del festival sarà la mostra “Con amore e cura grandissima”. Il restauro dell’albumina della Chiesa dei Miracoli di Giacomo Rossetti, che presenterà l’enorme, storica composizione di stampe all’albumina premiata all’Esposizione Universale di Vienna del 1873, oggi nelle collezioni dell’Archivio Fotografico dei Civici Musei d’Arte e Storia.
Vita da centurioni, Agenzia Dufoto, Il Ratto delle Sabine, regia Richard Pottier, 1961
“Dopo l’avvento del digitale e la diffusione degli smartphone, la fotografia è in cerca di una nuova identità”, dice il curatore artistico di Brescia Photo Festival Renato Corsini. “Una volta la fotografia era la rappresentazione del reale, un documento oggettivo, una prova. Oggi la sovrabbondanza di immagini in circolazione ha provocato una crisi di credibilità. Il Photo Festival vuole dimostrare come le contraddizioni siano un’occasione per trasformare la fotografia in un patrimonio di creatività. Lo sguardo soggettivo con il quale ogni fotografo si avvicina alla realtà è un bene prezioso. Nelle mostre del festival vedrete soggetti in fondo simili prendere forme completamente diverse. Negli scatti di Elio Ciol su Palmira troverete lo stile del fotoreporter anni Sessanta, nelle opere di Donata Pizzi una sensibilità, un gusto per la ricerca e una raffinatezza fuori dal comune, nelle foto di Bruno Cattani momenti di erotismo inaspettato nei capolavori della classicità. In modo ancora più evidente, in Venti fotografi travolti da un insolito splendore la fissità della statua si declina attraverso tecniche completamente diverse - la Polaroid, l’analogico, il collage… - rendendo la fotografia un linguaggio ancora più valido e intrigante”.
Bruno Cattani, Eros, 2018
Incontri, spettacoli e un circuito fringe per animare l'estate
Durante i giorni del festival, librerie, biblioteche e boutique si trasformeranno in inediti spazi espositivi, affiancando le gallerie d’arte cittadine nel circuito off di Photo Friends. Undici le mostre previste in un palinsesto vivace e variegato che spazia dalla rappresentazione della donna nella scultura alla satira dei social media, dalla denuncia dei patrimoni in degrado a un viaggio negli studi d’artista.
E ancora, un ricco programma di spettacoli e iniziative collaterali è pronto a coinvolgere il pubblico per tutta la durata della manifestazione: concerti, proiezioni cinematografiche all’aperto, summer camp, attività per famiglie e ragazzi animeranno la città, mentre i fotografi protagonisti delle mostre si confronteranno con gli spettatori attraverso incontri dal vivo e online.
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Giovanni Gastel, Bellissima
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