Dal 9 giugno un percorso immersivo per il nuovo Corridoio Unesco
"Plessi sposa Brixia": contemporaneo e archeologia nella Capitale della Cultura
Fabrizio Plessi, Plessi sposa Brixia, Basilica di San Salvatore, Museo di Santa Giulia | Foto: © Petrò Gilberti | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Francesca Grego e Samantha De Martin
09/06/2023
Brescia - Dopo Francesco Vezzoli ed Emilio Isgrò, Brescia prosegue sulla strada del dialogo tra antico e contemporaneo con Fabrizio Plessi, tra i più significativi protagonisti della videoarte in Italia. Nella Capitale della Cultura 2023 Plessi porta un progetto inedito, un percorso immersivo di installazioni, videoproiezioni e ambienti digitali concepito appositamente per il Parco Archeologico di Brescia romana e per il Museo di Santa Giulia, che inaugura il nuovo Corridoio Unesco, una passeggiata di quasi un chilometro attraverso 1700 anni storia tra i siti monumentali della città.
Un percorso frutto di un "colpo di fulmine", di un "innamoramento" nei confronti di una città, come lo stesso Plessi lo ha definito. In corso da oggi, 9 giugno, fino al 7 gennaio 2024 all’interno del programma Palcoscenici Archeologici, Plessi sposa Brixia troverà un naturale prosieguo nella mostra Fabrizio Plessi. Mariverticali, a Milano con una spettacolare installazione allestita nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale (dal 27 giugno). Il filo rosso che lega i due progetti è una serie di opere realizzate da Plessi nell’ultimo triennio, a partire dai primi mesi della pandemia, intitolata L’Età dell’Oro, dove l’acqua, presenza costante nelle opere dell’artista, si trasforma sorprendentemente in oro.
Fabrizio Plessi, Plessi sposa Brixia, 2022-2023, immagine digitale
A cura di Ilaria Bignotti, Plessi sposa Brixia disegna nel Parco Archeologico bresciano un nuovo paesaggio di luci, suoni e immagini in movimento, che si completa al Museo di Santa Giulia con l’esposizione di ottanta schizzi, disegni e appunti ai quali Plessi ha affidato il racconto degli ultimi tre anni di lavoro.
"Il progetto - spiega Ilaria Bignotti - nasce nel 2020, quando mi venne in mente l’idea di proporre a Plessi una ricerca sulla città di Brescia e sul suo straordinario patrimonio che, in gran parte, è custodito e valorizzato dal Museo Santa Giulia ed è fruibile nell’area archeologica di Brixia romana. Allora, in pieno lockdown, Plessi stava avviando una ricerca alla quale ho potuto partecipare come lettrice privilegiata sull’Età dell’Oro, intesa quale nuova fase di un percorso avviato alla fine degli anni Sessanta e rivolto agli elementi dell’Acqua, dell’Aria, della Terra e del Fuoco. Questa nuova traccia di ricerca, nel 2020 appena avviata, sembrava fatta apposta per interpretare i nostri beni archeologici e storico-artistici attraverso lo sguardo del maestro dell’umanizzazione delle tecnologie. Plessi si entusiasmò subito all’idea, e non potendo muoversi agevolmente a causa delle restrizioni dovute al periodo pandemico, si fece inviare tutti i cataloghi e le guide che Fondazione Brescia Musei aveva sinora prodotto. Fu un incontro meraviglioso, quello tra lui e Brescia, un colpo di fulmine, un innamoramento come Plessi lo ha definito, che dette vita, sin da allora, a decine e decine di progetti raffinatissimi, disegnati con la sua mano inconfondibile. Poi, appena fu possibile, Plessi a Brescia venne con tutto il suo bagaglio di visioni e di sogni, e continuò a venire a trovare la città, i suoi tesori, scegliendo accuratamente cinque luoghi e cinque riferimenti iconici con i quali dialogare: l'Aula Occidentale del Capitolium, la Santa Giulia crocifissa, i mosaici delle Domus dell’Ortaglia, le pietre miliari della Sezione Età Romana, ma prima ancora, proprio a causa di questo suo colpo di fulmine per Brescia, ci fu una folgorazione, un’idea centrale, che fu motore di tutto il processo creativo: sposare Brescia".
Fabrizio Plessi, Capita Aurea, Aula occidentale del Capitolium in Brixia. Parco archeologico di Brescia romana | Foto: © Petrò Gilberti | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Punto di partenza dell’itinerario è la Sala delle sculture del Tempio Capitolino, con l’opera multimediale Capita Aurea: tre teste di bronzo di età romana che si disciolgono lentamente finendo in terra. La basilica longobarda di San Salvatore ospita quindi un grande anello nuziale, nucleo narrativo dell’intero progetto, che abbraccia idealmente anche le colonne del tempio e che sposa simbolicamente il museo e i suoi tesori. Andando avanti, l’installazione Underwater treasure entra in dialogo con i preziosi mosaici delle Domus dell’Ortaglia, i cui motivi grafici si trasformano in maree dalle onde dorate che spiccano sul fondo scuro.
"Il lavoro sul mosaico e sulle sue iconografie geometriche e astratte che riprendono le forme naturali, rendendole motivi ornamentali - continua Bignotti - è al centro dell’indagine recente di Plessi e ha visto scaturire una produzione di opere di grande impatto visuale: schermi composti e scomposti che fanno emergere mosaici dorati in continuo, lentissimo movimento, forme del fare dell’uomo nei secoli che si trasformano con pacatezza agli occhi del visitatore. Per le Domus dell’Ortaglia e il loro patrimonio musivo, l’artista ha selezionato alcuni motivi che hanno particolarmente colpito la sua sensibilità e ha realizzato una grande opera tecnologica site-specific dove i mosaici antichi diventano maree digitali nelle quali la memoria si increspa in onde dorate e neri fondali della storia".
Fabrizio Plessi, Floating Santa Giulia, Storia del Monastero, Museo di Santa Giulia | Foto: © Petrò Gilberti | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Anche le pietre miliari, che sulle strade extraurbane segnavano la distanza dalla città con le effigi del console o dell’imperatore, sono state di ispirazione per un’opera, Colonne colanti: simbolo di potere e monumentalità ed elemento portante dell’architettura, qui la colonna si fa liquida, sciogliendosi lentamente fino a scomparire in una pozza dorata.
Floating Santa Giulia renderà quindi omaggio alla patrona di Brescia, riprendendo l’iconografia della crocifissione.
Plessi. Mariverticali, Palazzo Reale, Milano
"Plessi - continua la curatrice - oggi ci racconta di un momento che tutti abbiamo vissuto, quello della pandemia, quello di tempi diversi, sospesi, quello di spazi ristretti, asfittici, di dimensioni intime e di assenza di dialogo. Lo fa facendo colare teste di imperatori romani, colonne classiche, mosaici preziosi in un mare di oro che affonda nel nero; si interroga e ci interroga sulla Vanitas, sulla fine di tutto, ma non come segnale negativo e di rinuncia, quanto come incitazione a non perdere e perderci un attimo della nostra vita, della nostra possibilità di vedere, conoscere, amare, appassionarci. Il suo è un nero rigenerante, un nero necessario per tornare a vedere la luce e la lucentezza delle nostre preziose possibilità di incontrarci e incontrare la storia, i suoi valori; oro e nero come fasi di una trasformazione fatta anche di tecnologie sofisticatissime".
La mostra è anche una delle più importanti occasioni per vedere dal vero i disegni dell’artista.
"Il disegno - sottolinea Bignotti - per Plessi è alla base di ogni invenzione artistica: è un atto germinativo, è l’origine della sua visione, è il modo, unico e straordinario, con il quale l’artista riesce a immaginare le sue imponenti installazioni ad altissima sofisticazione tecnologica e digitale".
Fabrizio Plessi, Colonne Colanti Età romana, Museo di Santa Giulia | Foto: © Petrò Gilberti | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Plessi sposa Brixia prosegue la straordinaria esperienza dei Musei di Brescia nella contaminazione tra archeologia e arte contemporanea. “Con Fabrizio Plessi - spiega Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei - portiamo anche a compimento il grandioso progetto del Corridoio Unesco: i contrappunti contemporanei digitali e immersivi di Fabrizio Plessi fanno comprendere il senso stesso della valorizzazione dell’archeologia: immaginare nuove funzioni coerenti con lo spazio antico, nelle quali l’estetica del nostro presente possa cortocircuitare con quella di 2000 anni fa, che a propria volta fu quanto di più contemporaneo esistesse all’epoca”.
Dal 27 giugno Plessi sarà protagonista anche a Milano con una spettacolare installazione Palazzo Reale: a ottant’anni esatti dal violento bombardamento che sfregiò la Sala delle Cariatidi, teatro della mostra, Mariverticali presenterà dodici gigantesche barche d’acciaio piene di una marea dorata in movimento. Inclinate in posizione precaria, rappresentano un omaggio agli oceani, con un messaggio ben preciso: l’acqua è la ricchezza del futuro.
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• Plessi sposa Brixia
Un percorso frutto di un "colpo di fulmine", di un "innamoramento" nei confronti di una città, come lo stesso Plessi lo ha definito. In corso da oggi, 9 giugno, fino al 7 gennaio 2024 all’interno del programma Palcoscenici Archeologici, Plessi sposa Brixia troverà un naturale prosieguo nella mostra Fabrizio Plessi. Mariverticali, a Milano con una spettacolare installazione allestita nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale (dal 27 giugno). Il filo rosso che lega i due progetti è una serie di opere realizzate da Plessi nell’ultimo triennio, a partire dai primi mesi della pandemia, intitolata L’Età dell’Oro, dove l’acqua, presenza costante nelle opere dell’artista, si trasforma sorprendentemente in oro.
Fabrizio Plessi, Plessi sposa Brixia, 2022-2023, immagine digitale
A cura di Ilaria Bignotti, Plessi sposa Brixia disegna nel Parco Archeologico bresciano un nuovo paesaggio di luci, suoni e immagini in movimento, che si completa al Museo di Santa Giulia con l’esposizione di ottanta schizzi, disegni e appunti ai quali Plessi ha affidato il racconto degli ultimi tre anni di lavoro.
"Il progetto - spiega Ilaria Bignotti - nasce nel 2020, quando mi venne in mente l’idea di proporre a Plessi una ricerca sulla città di Brescia e sul suo straordinario patrimonio che, in gran parte, è custodito e valorizzato dal Museo Santa Giulia ed è fruibile nell’area archeologica di Brixia romana. Allora, in pieno lockdown, Plessi stava avviando una ricerca alla quale ho potuto partecipare come lettrice privilegiata sull’Età dell’Oro, intesa quale nuova fase di un percorso avviato alla fine degli anni Sessanta e rivolto agli elementi dell’Acqua, dell’Aria, della Terra e del Fuoco. Questa nuova traccia di ricerca, nel 2020 appena avviata, sembrava fatta apposta per interpretare i nostri beni archeologici e storico-artistici attraverso lo sguardo del maestro dell’umanizzazione delle tecnologie. Plessi si entusiasmò subito all’idea, e non potendo muoversi agevolmente a causa delle restrizioni dovute al periodo pandemico, si fece inviare tutti i cataloghi e le guide che Fondazione Brescia Musei aveva sinora prodotto. Fu un incontro meraviglioso, quello tra lui e Brescia, un colpo di fulmine, un innamoramento come Plessi lo ha definito, che dette vita, sin da allora, a decine e decine di progetti raffinatissimi, disegnati con la sua mano inconfondibile. Poi, appena fu possibile, Plessi a Brescia venne con tutto il suo bagaglio di visioni e di sogni, e continuò a venire a trovare la città, i suoi tesori, scegliendo accuratamente cinque luoghi e cinque riferimenti iconici con i quali dialogare: l'Aula Occidentale del Capitolium, la Santa Giulia crocifissa, i mosaici delle Domus dell’Ortaglia, le pietre miliari della Sezione Età Romana, ma prima ancora, proprio a causa di questo suo colpo di fulmine per Brescia, ci fu una folgorazione, un’idea centrale, che fu motore di tutto il processo creativo: sposare Brescia".
Fabrizio Plessi, Capita Aurea, Aula occidentale del Capitolium in Brixia. Parco archeologico di Brescia romana | Foto: © Petrò Gilberti | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Punto di partenza dell’itinerario è la Sala delle sculture del Tempio Capitolino, con l’opera multimediale Capita Aurea: tre teste di bronzo di età romana che si disciolgono lentamente finendo in terra. La basilica longobarda di San Salvatore ospita quindi un grande anello nuziale, nucleo narrativo dell’intero progetto, che abbraccia idealmente anche le colonne del tempio e che sposa simbolicamente il museo e i suoi tesori. Andando avanti, l’installazione Underwater treasure entra in dialogo con i preziosi mosaici delle Domus dell’Ortaglia, i cui motivi grafici si trasformano in maree dalle onde dorate che spiccano sul fondo scuro.
"Il lavoro sul mosaico e sulle sue iconografie geometriche e astratte che riprendono le forme naturali, rendendole motivi ornamentali - continua Bignotti - è al centro dell’indagine recente di Plessi e ha visto scaturire una produzione di opere di grande impatto visuale: schermi composti e scomposti che fanno emergere mosaici dorati in continuo, lentissimo movimento, forme del fare dell’uomo nei secoli che si trasformano con pacatezza agli occhi del visitatore. Per le Domus dell’Ortaglia e il loro patrimonio musivo, l’artista ha selezionato alcuni motivi che hanno particolarmente colpito la sua sensibilità e ha realizzato una grande opera tecnologica site-specific dove i mosaici antichi diventano maree digitali nelle quali la memoria si increspa in onde dorate e neri fondali della storia".
Fabrizio Plessi, Floating Santa Giulia, Storia del Monastero, Museo di Santa Giulia | Foto: © Petrò Gilberti | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Anche le pietre miliari, che sulle strade extraurbane segnavano la distanza dalla città con le effigi del console o dell’imperatore, sono state di ispirazione per un’opera, Colonne colanti: simbolo di potere e monumentalità ed elemento portante dell’architettura, qui la colonna si fa liquida, sciogliendosi lentamente fino a scomparire in una pozza dorata.
Floating Santa Giulia renderà quindi omaggio alla patrona di Brescia, riprendendo l’iconografia della crocifissione.
Plessi. Mariverticali, Palazzo Reale, Milano
"Plessi - continua la curatrice - oggi ci racconta di un momento che tutti abbiamo vissuto, quello della pandemia, quello di tempi diversi, sospesi, quello di spazi ristretti, asfittici, di dimensioni intime e di assenza di dialogo. Lo fa facendo colare teste di imperatori romani, colonne classiche, mosaici preziosi in un mare di oro che affonda nel nero; si interroga e ci interroga sulla Vanitas, sulla fine di tutto, ma non come segnale negativo e di rinuncia, quanto come incitazione a non perdere e perderci un attimo della nostra vita, della nostra possibilità di vedere, conoscere, amare, appassionarci. Il suo è un nero rigenerante, un nero necessario per tornare a vedere la luce e la lucentezza delle nostre preziose possibilità di incontrarci e incontrare la storia, i suoi valori; oro e nero come fasi di una trasformazione fatta anche di tecnologie sofisticatissime".
La mostra è anche una delle più importanti occasioni per vedere dal vero i disegni dell’artista.
"Il disegno - sottolinea Bignotti - per Plessi è alla base di ogni invenzione artistica: è un atto germinativo, è l’origine della sua visione, è il modo, unico e straordinario, con il quale l’artista riesce a immaginare le sue imponenti installazioni ad altissima sofisticazione tecnologica e digitale".
Fabrizio Plessi, Colonne Colanti Età romana, Museo di Santa Giulia | Foto: © Petrò Gilberti | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Plessi sposa Brixia prosegue la straordinaria esperienza dei Musei di Brescia nella contaminazione tra archeologia e arte contemporanea. “Con Fabrizio Plessi - spiega Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei - portiamo anche a compimento il grandioso progetto del Corridoio Unesco: i contrappunti contemporanei digitali e immersivi di Fabrizio Plessi fanno comprendere il senso stesso della valorizzazione dell’archeologia: immaginare nuove funzioni coerenti con lo spazio antico, nelle quali l’estetica del nostro presente possa cortocircuitare con quella di 2000 anni fa, che a propria volta fu quanto di più contemporaneo esistesse all’epoca”.
Dal 27 giugno Plessi sarà protagonista anche a Milano con una spettacolare installazione Palazzo Reale: a ottant’anni esatti dal violento bombardamento che sfregiò la Sala delle Cariatidi, teatro della mostra, Mariverticali presenterà dodici gigantesche barche d’acciaio piene di una marea dorata in movimento. Inclinate in posizione precaria, rappresentano un omaggio agli oceani, con un messaggio ben preciso: l’acqua è la ricchezza del futuro.
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