Al Museo delle Arti di Catanzaro dal 21 settembre al 20 novembre
La sfida della ceramica firmata Bertozzi&Casoni in mostra al MARCA

Bertozzi & Casoni, Waiting, 2013, ceramica policroma. Courtesy CLP
Samantha De Martin
02/09/2019
Catanzaro - Lattine, avanzi di banchetti, ma anche fiori, animali, elementi della vita quotidiana, sapientemente smembrati e riassemblati da Bertozzi & Casoni, compongono le insolite nature morte realizzate in ceramica policroma dai due maestri della scultura ceramica contemporanea.
Per la loro prima personale in Calabria, Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni, fondatori nel 1980 dell’omonima società con sede a Imola, scelgono il MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro - dove, dal 21 settembre al 20 novembre, saranno esposte 30 opere di formati diversi. Il titolo del percorso, Terra, enfatizza un ideale collegamento con il territorio e, in particolare, con la tradizione di arte della ceramica in Calabria che affonda le proprie radici nella Magna Grecia.
Bertozzi & Casoni la reinterpretano con i linguaggi propri dell’arte contemporanea, servendosi della ceramica policroma come strumento privilegiato per garantire una riproduzione capace di trascendere la realtà. L’immaginario attinge dal quotidiano, da oggetti che vengono recuperati proprio nel momento in cui diventano scarti, da quei rifiuti che costituiscono un chiaro riferimento alla società dei consumi.
Perché tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, Bertozzi & Casoni indagano da anni i rifiuti della società contemporanea, inclusi quelli culturali e artistici, in una messa in scena dai rimbalzi infiniti in cui si alternano affondi nel degrado e rinvenimenti di superstiti bellezze, astrazione e figurazione, storia e contemporaneità, immaginazione fantastica e puntualità tecnica.
“In oltre trent’anni di lavoro e sperimentazioni a tutto campo, nel loro “opificio” imolese, hanno messo a punto una delle lezioni più originali e complesse della scultura contemporanea - spiega nel suo saggio in catalogo il curatore Michele Bonuomo -. Una maestria tecnica ed espressiva che, senza mai essere virtuosismo fine a se stesso, ha dello stupefacente: una magia esecutiva messa a disposizione della lingua della ceramica, troppo spesso e a torto considerata ancella di altre forme, chissà perché, definite più nobili”.
Mentre un senso di disgusto proietta il pubblico nel mondo nella futilità del materialismo moderno, la ceramica Bertozzi & Casoni sottrae gli oggetti alla loro naturale deperibilità. E in questa nuova valenza di godibilità estetica conferiscono loro una nuova vita.
Leggi anche:
• Cesare Berlingeri. Forme nel tempo
• Bertozzi&Casoni. Terra!
Per la loro prima personale in Calabria, Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni, fondatori nel 1980 dell’omonima società con sede a Imola, scelgono il MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro - dove, dal 21 settembre al 20 novembre, saranno esposte 30 opere di formati diversi. Il titolo del percorso, Terra, enfatizza un ideale collegamento con il territorio e, in particolare, con la tradizione di arte della ceramica in Calabria che affonda le proprie radici nella Magna Grecia.
Bertozzi & Casoni la reinterpretano con i linguaggi propri dell’arte contemporanea, servendosi della ceramica policroma come strumento privilegiato per garantire una riproduzione capace di trascendere la realtà. L’immaginario attinge dal quotidiano, da oggetti che vengono recuperati proprio nel momento in cui diventano scarti, da quei rifiuti che costituiscono un chiaro riferimento alla società dei consumi.
Perché tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, Bertozzi & Casoni indagano da anni i rifiuti della società contemporanea, inclusi quelli culturali e artistici, in una messa in scena dai rimbalzi infiniti in cui si alternano affondi nel degrado e rinvenimenti di superstiti bellezze, astrazione e figurazione, storia e contemporaneità, immaginazione fantastica e puntualità tecnica.
“In oltre trent’anni di lavoro e sperimentazioni a tutto campo, nel loro “opificio” imolese, hanno messo a punto una delle lezioni più originali e complesse della scultura contemporanea - spiega nel suo saggio in catalogo il curatore Michele Bonuomo -. Una maestria tecnica ed espressiva che, senza mai essere virtuosismo fine a se stesso, ha dello stupefacente: una magia esecutiva messa a disposizione della lingua della ceramica, troppo spesso e a torto considerata ancella di altre forme, chissà perché, definite più nobili”.
Mentre un senso di disgusto proietta il pubblico nel mondo nella futilità del materialismo moderno, la ceramica Bertozzi & Casoni sottrae gli oggetti alla loro naturale deperibilità. E in questa nuova valenza di godibilità estetica conferiscono loro una nuova vita.
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