Al Museo delle Arti di Catanzaro dal 2 dicembre al 27 gennaio
Le astrazioni geometriche di Wolfram Ullrich in mostra al MARCA

Ph. Christoph Valentien, Stuttgart |
Wolfram Ullrich, allestimento della mostra alla Galerie Lange + Pult, Zürich, 2013. Foto: © Christoph Valentien, Stuttgart
Samantha De Martin
02/11/2018
Catanzaro - Opere che si inclinano, diventano morbide, si piegano, a seconda della posizione dello spettatore, entrando in relazione con l’occhio del pubblico, con lo spazio, con il suo movimento.
Sono le creazioni di Wolfram Ullrich, caratterizzate dall’uso piatto del colore e un segno cromatico che anima la superficie della parete marcandola con presenze vive.
Dal 2 dicembre al 27 gennaio, il MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro - ospita la prima grande antologica dell’artista tedesco artefice di affascinanti illusioni visive.
Fulcro del percorso sono le astrazioni geometriche tridimensionali, frutto di un assemblaggio di segmenti in acciaio preparati in modo che l’acrilico, applicato per velature successive, vi si possa fissare. L’intervento di Ullrich, in cui il colore diventa forma concreta e tridimensionale, si disloca nello spazio dando vita a un’unica installazione in cui ciascun elemento rimanda al successivo.
La rassegna intitolata Coordinate e convergenze, a cura di Alberto Zanchetta, è organizzata in partnership con la galleria Dep Art di Milano. Trenta opere dell’artista, tra le quali una serie di recenti lavori in acrilico su acciaio e altri pezzi storici, ripercorrono trent’anni di carriera, definendo la cifra più caratteristica della sua ricerca.
“La ricerca di Ullrich - scrive Alberto Zanchetta nel suo testo in catalogo - è deduttiva e dimostrativa. Mettendo in crisi l’ortodossia dell’arte concreta, l’artista cerca di sollecitare la visione mediante un’ambiguità che fa configgere l’estetica con la logica e la percezione. Ullrich introduce l’idea della prossimità e della disseminazione, dello sfasamento e dello slittamento. Le sue composizioni destabilizzano i volumi geometrici, come se dovessero essere congiunti e disgiunti di continuo”. Nonostante si definisca pittore e non scultore, le sue creazioni si presentano come sculture da parete che giocano con la prospettiva, come poligoni che fluttuano, apparentemente immersi in uno spazio profondo, grazie all’uso di aree dai colori intensi.
Leggi anche:
• Wolfram Ullrich. Puro colore, forma pura
• Giuseppe Lo Schiavo - Génesis
Sono le creazioni di Wolfram Ullrich, caratterizzate dall’uso piatto del colore e un segno cromatico che anima la superficie della parete marcandola con presenze vive.
Dal 2 dicembre al 27 gennaio, il MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro - ospita la prima grande antologica dell’artista tedesco artefice di affascinanti illusioni visive.
Fulcro del percorso sono le astrazioni geometriche tridimensionali, frutto di un assemblaggio di segmenti in acciaio preparati in modo che l’acrilico, applicato per velature successive, vi si possa fissare. L’intervento di Ullrich, in cui il colore diventa forma concreta e tridimensionale, si disloca nello spazio dando vita a un’unica installazione in cui ciascun elemento rimanda al successivo.
La rassegna intitolata Coordinate e convergenze, a cura di Alberto Zanchetta, è organizzata in partnership con la galleria Dep Art di Milano. Trenta opere dell’artista, tra le quali una serie di recenti lavori in acrilico su acciaio e altri pezzi storici, ripercorrono trent’anni di carriera, definendo la cifra più caratteristica della sua ricerca.
“La ricerca di Ullrich - scrive Alberto Zanchetta nel suo testo in catalogo - è deduttiva e dimostrativa. Mettendo in crisi l’ortodossia dell’arte concreta, l’artista cerca di sollecitare la visione mediante un’ambiguità che fa configgere l’estetica con la logica e la percezione. Ullrich introduce l’idea della prossimità e della disseminazione, dello sfasamento e dello slittamento. Le sue composizioni destabilizzano i volumi geometrici, come se dovessero essere congiunti e disgiunti di continuo”. Nonostante si definisca pittore e non scultore, le sue creazioni si presentano come sculture da parete che giocano con la prospettiva, come poligoni che fluttuano, apparentemente immersi in uno spazio profondo, grazie all’uso di aree dai colori intensi.
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