Sorprendente performance con i giochi illusionistici e i dialoghi strampalati delle Talking Heads

Daniel Glaser e Magdalena Kunz
 

18/11/2012

Catanzaro - Il duo svizzero Glaser/Kunz colpisce ancora. Dopo aver partecipato alla Biennale di Venezia dello scorso anno con i loro homeless, manichini semoventi e parlanti, così ben imitati da sembrare vivi, ora è il MARCA, Museo delle Arti di Catanzaro a prendere parte ad un loro progetto con una mostra e con, Autoportrait, installazione itinerante durante la quale si ascolta una conversazione strampalata sul mondo dell’arte che proviene dall’abitacolo di un’automobile rossa con i finestrini aperti.

Si tratta di una performance dall’effetto sorprendente ottenuto grazie all’utilizzo, appunto, di manichini, o meglio di talking heads, ovvero di sculture cinematografiche con elementi antropomorfi animate da videoproiezioni. In questo modo gli artisti svizzeri mettono in scena la loro presenza virtuale. Al primo impatto gli spettatori hanno davvero la sensazione che siano davvero loro due, Daniel Glaser (Olten, 1968) e Magdalena Kunz (Zurigo, 1972) i protagonisti della installazione.

“Hai voglia di vedere così tanta gente oggi? E’ un opening interessante? L’arte è coinvolgente? Cos’è l’arte?”. Queste alcune delle parti del dialogo che arriva dall’interno dell’automobile. Il progetto realizzato dai due artisti svizzeri per il MARCA di Catanzaro, dove sono esposte anche alcune loro installazioni, sarà in corso fino al 9 dicembre. La macchina-scultura è stata collocata, o meglio parcheggiata ieri nel cortile del MARCA a Catanzaro per poi fare tappa in varie strade, prime fra tutte quelle di Lamezia Terme. Una presenza straniante, ambigua, imprevista che consente di portare l’arte per strada, per suscitare stupore, curiosità, fascinazione e divertimento. Autoportrait è una delle quattro installazioni inserite nel progetto Talking Heads organizzato dalla Provincia di Catanzaro e curato da Alberto Fiz insieme a Francesco Poli.

Quella dei Glaser/Kunz è una forma d’arte “totale e immersiva” che non vuole, però, solo suscitare incredulità in chi osserva ma soprattutto sollecitare riflessioni di carattere sociale, dal momento che le loro Talking Heads s’interrogano su questioni filosofiche ed esistenziali con riferimenti, per esempio, a Luigi Pirandello, Samuel Beckett e al cinema della nouvelle vague.

Nicoletta Speltra