Riapre dopo il restauro il celebre edificio quattrocentesco
Rinascimento a Ferrara: la nuova stagione di Palazzo dei Diamanti
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Ercole de’ Roberti, Dittico Bentivoglio (Giovanni II e Ginevra Bentivoglio), 1473-74. Tempera su tavola, cm 54 x 38, 1, 53,7 x 38,7. Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection
Francesca Grego
05/01/2023
Ferrara - Camminare per le strade di Ferrara è un viaggio nella storia con pochi eguali. Ogni pietra nel suo centro storico raccolto e ottimamente conservato racconta gli splendori del ducato estense, che nel Rinascimento fu tra le corti più colte e raffinate nel continente. Oggi la città cantata da Ludovico Ariosto si prepara a celebrare la sua stagione più luminosa: Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este è il titolo di un ambizioso progetto dedicato agli sviluppi delle arti in quella che Bruno Zevi ha definito “la prima città moderna in Europa”. Una dopo l’altra, quattro mostre inviteranno i visitatori a riscoprire i protagonisti del Rinascimento ferrarese e i loro eccezionali capolavori, oggi sparsi per il mondo nelle collezioni di importanti musei.
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Ercole de’ Roberti, Porzia e Bruto, c. 1490-93. Olio su tavola, cm 48,7 x 34,3. Fort Worth, Kimbell Art Museum
Il primo appuntamento è fissato per febbraio 2023 a Palazzo dei Diamanti, iconica architettura quattrocentesca che riaprirà per l’occasione dopo complessi lavori di restauro. Al centro della scena troveremo Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, due pittori oggi pressoché sconosciuti al grande pubblico, all’epoca autentiche celebrità e autori di meravigliosi cicli decorativi tra Ferrara, Mantova e Bologna. Dal 18 febbraio al 26 giugno avremo occasione di conoscerli da vicino attraverso oltre 100 opere provenienti da musei e collezioni di mezzo mondo. Dalla National Gallery di Londra arriverà la Raccolta della Manna, un tempo in una chiesa ferrarese, e da Washington il Dittico di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio, dipinti da de’ Roberti come la tavola di Porzia e Bruto, che si ricongiungerà finalmente alla compagna conservata presso la Galleria Estense di Modena.
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Ercole de’ Roberti, La raccolta della manna, 1493-96. Tempera su tavola, cm 28,9 x 63,5. Londra, National Gallery
Di Costa vedremo riunite per la prima volta le Storie degli Argonauti e capolavori come la Natività del Musée des Beaux-Arts di Lione, da ammirare a confronto con ritratti e scene sacre. Accanto ai dipinti dei protagonisti troveremo opere di maestri coevi che lavorarono insieme a loro o li influenzarono: dal ferrarese Cosmè Tura ad Andrea Mantegna, fino al Perugino.
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Lorenzo Costa, San Sebastiano, c. 1492-93. Tempera su tavola, cm 55 x 49. Firenze, Gallerie degli Uffizi
Il percorso della mostra si completerà attraverso un ricco itinerario in città, per ammirare altri tesori di de’ Robertis e Costa e importanti testimonianze del Rinascimento ferrarese. Come Palazzo Schifanoia, sorprendente delizia fatta costruire fuori città da Alberto V d’Este e impreziosita dal celebre ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, o il Castello, sede della fastosa corte degli Estensi: se al piano nobile sembra di udire ancora l’eco delle feste di Lucrezia Borgia, nelle prigioni risuonano le voci di Ugo, figlio del marchese Niccolò III, e di Parisina, giovane moglie del marchese, che morirono per essersi amati in segreto, o di Giulio d’Este, fratellastro del duca Alfonso I, che restò rinchiuso qui per 53 anni. E poi la Casa di Ariosto, gli affreschi della Casa dei Romei, la Certosa e i tanti palazzi nobiliari, i viali e le piazze: tutti insieme a raccontare la trasformazione di un borgo medievale in una delle capitali del Rinascimento europeo sotto la regia degli Estensi, dell’architetto Biagio Rossetti e di un astrologo dalle mille risorse, Pellegrino Prisciani.
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Lorenzo Costa, Natività, c. 1494. Olio su tavola, cm 64,5 x 85,8. Lione, Musée des Beaux-Arts
Idealmente inaugurata nel 2007 dalla mostra Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este, la rassegna Rinascimento a Ferrara proseguirà con altre tre mostre, ognuna dedicata a una coppia di artisti: Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino.
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Ercole de’ Roberti o Lorenzo Costa, Ritratto di Pietro Cenni, c. 1490. Olio su tavola, cm 42 x 32. Rotterdam, Museum Boijmans van Beuningen
Leggi anche:
• Nuova vita alle mura di Ferrara
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Ercole de’ Roberti, Porzia e Bruto, c. 1490-93. Olio su tavola, cm 48,7 x 34,3. Fort Worth, Kimbell Art Museum
Il primo appuntamento è fissato per febbraio 2023 a Palazzo dei Diamanti, iconica architettura quattrocentesca che riaprirà per l’occasione dopo complessi lavori di restauro. Al centro della scena troveremo Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, due pittori oggi pressoché sconosciuti al grande pubblico, all’epoca autentiche celebrità e autori di meravigliosi cicli decorativi tra Ferrara, Mantova e Bologna. Dal 18 febbraio al 26 giugno avremo occasione di conoscerli da vicino attraverso oltre 100 opere provenienti da musei e collezioni di mezzo mondo. Dalla National Gallery di Londra arriverà la Raccolta della Manna, un tempo in una chiesa ferrarese, e da Washington il Dittico di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio, dipinti da de’ Roberti come la tavola di Porzia e Bruto, che si ricongiungerà finalmente alla compagna conservata presso la Galleria Estense di Modena.
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Ercole de’ Roberti, La raccolta della manna, 1493-96. Tempera su tavola, cm 28,9 x 63,5. Londra, National Gallery
Di Costa vedremo riunite per la prima volta le Storie degli Argonauti e capolavori come la Natività del Musée des Beaux-Arts di Lione, da ammirare a confronto con ritratti e scene sacre. Accanto ai dipinti dei protagonisti troveremo opere di maestri coevi che lavorarono insieme a loro o li influenzarono: dal ferrarese Cosmè Tura ad Andrea Mantegna, fino al Perugino.
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Lorenzo Costa, San Sebastiano, c. 1492-93. Tempera su tavola, cm 55 x 49. Firenze, Gallerie degli Uffizi
Il percorso della mostra si completerà attraverso un ricco itinerario in città, per ammirare altri tesori di de’ Robertis e Costa e importanti testimonianze del Rinascimento ferrarese. Come Palazzo Schifanoia, sorprendente delizia fatta costruire fuori città da Alberto V d’Este e impreziosita dal celebre ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, o il Castello, sede della fastosa corte degli Estensi: se al piano nobile sembra di udire ancora l’eco delle feste di Lucrezia Borgia, nelle prigioni risuonano le voci di Ugo, figlio del marchese Niccolò III, e di Parisina, giovane moglie del marchese, che morirono per essersi amati in segreto, o di Giulio d’Este, fratellastro del duca Alfonso I, che restò rinchiuso qui per 53 anni. E poi la Casa di Ariosto, gli affreschi della Casa dei Romei, la Certosa e i tanti palazzi nobiliari, i viali e le piazze: tutti insieme a raccontare la trasformazione di un borgo medievale in una delle capitali del Rinascimento europeo sotto la regia degli Estensi, dell’architetto Biagio Rossetti e di un astrologo dalle mille risorse, Pellegrino Prisciani.
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Lorenzo Costa, Natività, c. 1494. Olio su tavola, cm 64,5 x 85,8. Lione, Musée des Beaux-Arts
Idealmente inaugurata nel 2007 dalla mostra Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este, la rassegna Rinascimento a Ferrara proseguirà con altre tre mostre, ognuna dedicata a una coppia di artisti: Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino.
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Ercole de’ Roberti o Lorenzo Costa, Ritratto di Pietro Cenni, c. 1490. Olio su tavola, cm 42 x 32. Rotterdam, Museum Boijmans van Beuningen
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