Allestimento rinnovato per il Battesimo di Cristo, l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi
Agli Uffizi una nuova sala per i capolavori di Leonardo
Nuova sala di Leonardo. Courtesy Gallerie degli Uffizi
Francesca Grego
09/07/2018
Firenze - Continua il rinnovamento delle Gallerie degli Uffizi. Dopo il riallestimento degli spazi dedicati a Caravaggio, Michelangelo e Raffaello, ora tocca a Leonardo con tre opere preziosissime - il Battesimo di Cristo, l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi – riunite nella sala 35 dell’Ala di Ponente.
Esigenze di chiarezza narrativa sono alla base del ritorno a un percorso cronologico, con il genio vinciano collocato immediatamente prima di Michelangelo e Raffaello: “Il nuovo allestimento”, ha spiegato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, “non è solo studiato per permettere un tipo di visita lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane, ma rendeanche giustizia alla storia dell’arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le sale dedicate al Quattrocento fiorentino. Essa fa parte di una serie di cambiamenti messi in atto per adeguare gli Uffizi alle necessità di comprensione del pubblico e ai primari principi educativi cui il museo è improntato”.
Per rievocare l’atmosfera dei luoghi di culto che furono la destinazione originaria delle opere (le chiese di San Salvi, di Monteoliveto e di San Donato a Scopeto), le pareti della sala sono state rinnovate con l’antica tecnica della pittura a spatola, in una tonalità di grigio pallido che si intona con il pavimento in pietra intarsiata. Speciali teche garantiscono ai dipinti un microclima ottimale, mentre i vetri antiriflesso offrono un’esperienza di visione naturale.
Le opere
Entrando nella sala, l’itinerario inizia dal Battesimo di Cristo (1475-78), eseguito dal giovane Leonardo durante l’apprendistato da Andrea Verrocchio. È possibile scorgervi le mani del maestro e quelle degli allievi, comprendere la divisione dei compiti all’interno della bottega, ma anche rendersi conto del divario già esorbitante tra il lavoro di un grande pittore e quello di un genio dell’arte, seppure ventitreenne.
Vasari racconta addirittura che Verrocchio decise di abbandonare per sempre la pittura alla vista dell’elegantissimo angelo di profilo realizzato da Leonardo. Ma la sua superiorità non è soltanto un fatto di stile: in questa tavola l’artista di Vinci opta già consapevolmente per i colori a olio, adatti ai suoi caratteristici effetti di sfumato, mentre Verrocchio e gli altri allievi dipingono a tempera.
Di fronte, nell’Annunciazione, natura, umano e divino si fondono in modo mirabile in linea con lo spirito del Rinascimento: basti guardare le ali dell’angelo, chiaramente studiate dal vero su quelle degli uccelli, o la sua ombra sul prato fiorito che ne fa una creatura quasi tangibile, mentre il paesaggio sullo sfondo rappresenta una delle più riuscite realizzazioni della prospettiva atmosferica leonardesca.
Rimasta incompiuta, l’Adorazione dei Magi è stata recentemente sottoposta a un innovativo intervento di restauro, che ha rivelato come in questo dipinto Leonardo abbia sperimentato novità poi apparse in capolavori come la Vergine delle Rocce, il San Girolamo o la Battaglia di Anghiari. Una pala che rapisce per bellezza e ricchezza di dettagli e che oggi può essere letta come una pagina di appunti, una porta aperta sui processi creativi di un artista eccelso.
Leggi anche:
• Scoperta la prima opera di Leonardo
• Agli Uffizi una nuova sala per il Tondo Doni e la Madonna del Cardellino
• Torna agli Uffizi l’Adorazione dei Magi di Leonardo
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Per rievocare l’atmosfera dei luoghi di culto che furono la destinazione originaria delle opere (le chiese di San Salvi, di Monteoliveto e di San Donato a Scopeto), le pareti della sala sono state rinnovate con l’antica tecnica della pittura a spatola, in una tonalità di grigio pallido che si intona con il pavimento in pietra intarsiata. Speciali teche garantiscono ai dipinti un microclima ottimale, mentre i vetri antiriflesso offrono un’esperienza di visione naturale.
Le opere
Entrando nella sala, l’itinerario inizia dal Battesimo di Cristo (1475-78), eseguito dal giovane Leonardo durante l’apprendistato da Andrea Verrocchio. È possibile scorgervi le mani del maestro e quelle degli allievi, comprendere la divisione dei compiti all’interno della bottega, ma anche rendersi conto del divario già esorbitante tra il lavoro di un grande pittore e quello di un genio dell’arte, seppure ventitreenne.
Vasari racconta addirittura che Verrocchio decise di abbandonare per sempre la pittura alla vista dell’elegantissimo angelo di profilo realizzato da Leonardo. Ma la sua superiorità non è soltanto un fatto di stile: in questa tavola l’artista di Vinci opta già consapevolmente per i colori a olio, adatti ai suoi caratteristici effetti di sfumato, mentre Verrocchio e gli altri allievi dipingono a tempera.
Di fronte, nell’Annunciazione, natura, umano e divino si fondono in modo mirabile in linea con lo spirito del Rinascimento: basti guardare le ali dell’angelo, chiaramente studiate dal vero su quelle degli uccelli, o la sua ombra sul prato fiorito che ne fa una creatura quasi tangibile, mentre il paesaggio sullo sfondo rappresenta una delle più riuscite realizzazioni della prospettiva atmosferica leonardesca.
Rimasta incompiuta, l’Adorazione dei Magi è stata recentemente sottoposta a un innovativo intervento di restauro, che ha rivelato come in questo dipinto Leonardo abbia sperimentato novità poi apparse in capolavori come la Vergine delle Rocce, il San Girolamo o la Battaglia di Anghiari. Una pala che rapisce per bellezza e ricchezza di dettagli e che oggi può essere letta come una pagina di appunti, una porta aperta sui processi creativi di un artista eccelso.
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