In aprile e maggio visite accompagnate
Apre al pubblico il Giardino delle Camelie, un angolo segreto nel Parco di Boboli
Il Giardino delle Camelie a Boboli I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Francesca Grego
28/03/2023
Firenze - C’è un angolo segreto dentro il Giardino di Boboli, un intimo e romantico spazio verde che nel XVII secolo il principe Mattias de’ Medici volle impreziosito affreschi, giochi d’acqua e una grotta artificiale per farne il suo nido d’amore. Dopo un lungo restauro, oggi il Giardino delle Camelie apre per la prima volta al pubblico, pronto ad accogliere i visitatori durante i mesi di aprile e maggio.
“Boboli è un immenso teatro dove natura e arte si combinano in una complessa stratificazione storica, offrendo continue sorprese e gioielli come il Giardino delle Camelie”, ha detto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Uno spazio, questo, di grande suggestione e non solo per le meraviglie della collezione botanica, ma anche per l’architettura capricciosa, per le invenzioni scenografiche e per la decorazione, ora finalmente risanate e restituite al pubblico. È un passo importante del grande progetto che nel 2030 vedrà restaurato tutto il parco”.
Il Giardino delle Camelie a Boboli I Courtesy Gallerie degli Uffizi
I lavori, costati 875 mila euro e sostenuti da un finanziamento interno delle Gallerie degli Uffizi congiunto a fondi del progetto della Regione Toscana “Il Rinascimento in Toscana: ville e giardini medicei”, hanno condotto a un restauro a 360 gradi, che ha interessato l’aspetto architettonico, strutturale, botanico ed impiantistico. Il piccolo giardino situato tra l’ala Sud di Palazzo Pitti e il Bastione della Meridiana torna così alla forma che gli fu data nel 1688, in occasione delle nozze tra il Gran Principe Ferdinando de’ Medici, erede al trono di Toscana, e Violante di Baviera. Un vialetto dotato di panchine e due piccole vasche con zampilli conduce dagli appartamenti verso il piazzale e la rampa dell’Anfiteatro; una grotticina passante concepita come una rovina antica separa lo spazio pubblico da quello privato.
I giochi d’acqua seicenteschi sono ora evocati attraverso un uso strategico della luce: al di sotto del pavimento interno della grotta, infatti, sono stati posizionati dei faretti in corrispondenza dei fori da cui zampillavano i getti, così da illuminare la volta affrescata e ricreare l’atmosfera suggestiva di un tempo. Nell’ambiente che ospita la statua di Igea sono stati riportati alla luce i dipinti ad affresco e tempera, realizzati da Giuseppe Gherardi attorno al 1819: sul soffitto si possono ammirare putti che giocano tra rami in fiore, mentre più in basso sono raffigurate scene mitologiche, come lo strazio di Penteo e Orfeo e le Baccanti.
Boboli, ingresso al Giardino delle Camelie I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Pensato per mettere in comunicazione gli appartamenti privati del principe Mattias con il Giardino di Boboli, in origine questo angolo incantevole era destinato alla coltivazione delle “cipolle da fiore”, ovvero piante bulbose come giacinti, tulipani, narcisi. L'appassionato coltivatore era il Cardinale Giovan Carlo, fratello del principe Mattias. In seguito il giardino restò riservato ad alcuni membri della famiglia granducale e fu dedicato alla coltivazione di piante esotiche e di rare varietà di agrumi.
Alla fine del Settecento l’innalzamento del piazzale della Meridiana lasciò in ombra il piccolo spazio verde, creando le condizioni favorevoli per la coltivazione delle camelie, all’epoca un fiore molto ricercato. L'arrivo della camelia in Italia dal lontano Oriente è databile al 1860 e la Toscana fu uno dei suoi maggiori centri di diffusione. All’interno del giardino è possibile ammirarne numerose specie, dalla Japonica - presente nelle varietà Candidissima, Anemoniflora, Pulcherrima, Rosa Simplex - all’Alba Simplex, Lavinia Maggi, Oscar Borrini, Tricolor, Rosa Mundi, reintrodotte grazie a un accurato intervento di restauro botanico.
Boboli, Giardino delle Camelie I Courtesy Gallerie degli Uffizi
“Boboli è un immenso teatro dove natura e arte si combinano in una complessa stratificazione storica, offrendo continue sorprese e gioielli come il Giardino delle Camelie”, ha detto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Uno spazio, questo, di grande suggestione e non solo per le meraviglie della collezione botanica, ma anche per l’architettura capricciosa, per le invenzioni scenografiche e per la decorazione, ora finalmente risanate e restituite al pubblico. È un passo importante del grande progetto che nel 2030 vedrà restaurato tutto il parco”.
Il Giardino delle Camelie a Boboli I Courtesy Gallerie degli Uffizi
I lavori, costati 875 mila euro e sostenuti da un finanziamento interno delle Gallerie degli Uffizi congiunto a fondi del progetto della Regione Toscana “Il Rinascimento in Toscana: ville e giardini medicei”, hanno condotto a un restauro a 360 gradi, che ha interessato l’aspetto architettonico, strutturale, botanico ed impiantistico. Il piccolo giardino situato tra l’ala Sud di Palazzo Pitti e il Bastione della Meridiana torna così alla forma che gli fu data nel 1688, in occasione delle nozze tra il Gran Principe Ferdinando de’ Medici, erede al trono di Toscana, e Violante di Baviera. Un vialetto dotato di panchine e due piccole vasche con zampilli conduce dagli appartamenti verso il piazzale e la rampa dell’Anfiteatro; una grotticina passante concepita come una rovina antica separa lo spazio pubblico da quello privato.
I giochi d’acqua seicenteschi sono ora evocati attraverso un uso strategico della luce: al di sotto del pavimento interno della grotta, infatti, sono stati posizionati dei faretti in corrispondenza dei fori da cui zampillavano i getti, così da illuminare la volta affrescata e ricreare l’atmosfera suggestiva di un tempo. Nell’ambiente che ospita la statua di Igea sono stati riportati alla luce i dipinti ad affresco e tempera, realizzati da Giuseppe Gherardi attorno al 1819: sul soffitto si possono ammirare putti che giocano tra rami in fiore, mentre più in basso sono raffigurate scene mitologiche, come lo strazio di Penteo e Orfeo e le Baccanti.
Boboli, ingresso al Giardino delle Camelie I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Pensato per mettere in comunicazione gli appartamenti privati del principe Mattias con il Giardino di Boboli, in origine questo angolo incantevole era destinato alla coltivazione delle “cipolle da fiore”, ovvero piante bulbose come giacinti, tulipani, narcisi. L'appassionato coltivatore era il Cardinale Giovan Carlo, fratello del principe Mattias. In seguito il giardino restò riservato ad alcuni membri della famiglia granducale e fu dedicato alla coltivazione di piante esotiche e di rare varietà di agrumi.
Alla fine del Settecento l’innalzamento del piazzale della Meridiana lasciò in ombra il piccolo spazio verde, creando le condizioni favorevoli per la coltivazione delle camelie, all’epoca un fiore molto ricercato. L'arrivo della camelia in Italia dal lontano Oriente è databile al 1860 e la Toscana fu uno dei suoi maggiori centri di diffusione. All’interno del giardino è possibile ammirarne numerose specie, dalla Japonica - presente nelle varietà Candidissima, Anemoniflora, Pulcherrima, Rosa Simplex - all’Alba Simplex, Lavinia Maggi, Oscar Borrini, Tricolor, Rosa Mundi, reintrodotte grazie a un accurato intervento di restauro botanico.
Boboli, Giardino delle Camelie I Courtesy Gallerie degli Uffizi
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