Un museo nel museo con opere dal Quattrocento al Ventunesimo secolo

Dagli artisti del Quattrocento ai fumettisti: agli Uffizi nuove sale per 600 anni di autoritratti

Sale Autoritratti | Courtesy Gallerie degli Uffizi
 

Samantha De Martin

10/07/2023

Firenze - C’è l’autoritratto allo specchio di Michelangelo Pistoletto, quello realizzato con mattoncini di plastica da Ai Weiwei e la rappresentazione che Fabrizio Plessi fa di sé, con i lineamenti del viso che mutano di volta in volta per effetto dell’acqua digitale.
E poi la personalità degli artisti, che sbuca dalla tela, dal più burlone al solitario, protagonisti di epoche diverse.
Avviata nel Seicento dal cardinale Leopoldo de’ Medici, e da allora costantemente accresciuta con acquisti e donazioni, la collezione di autoritratti delle Galleria degli Uffizi, la più vasta al mondo con quasi 2000 tra dipinti, sculture, disegni, non smette ancora oggi di stupire. Ma soprattutto di essere accresciuta grazie a un’attenta selezione di 255 opere realizzate da artisti, video artisti e fumettisti dal Quattrocento al Ventunesimo secolo, che invitano i visitatori a un nuovo inaspettato viaggio.


Sale Autoritratti | Courtesy Gallerie degli Uffizi


Dal ritratto dei pittori della famiglia Gaddi, della cerchia di Beato Angelico, fino agli autoritratti di artisti dei giorni nostri, da Bill Viola a Antony Gormley, da Ai Weiwei a Fabrizio Plessi, il percorso offre un itinerario attraverso seicento anni di storia dell’arte riassunti in dodici sale inaugurate oggi alla Galleria degli Uffizi. Un rosa acceso, che allude alla veste del Cardinal Leopoldo, domina il nuovo allestimento, al primo piano della Galleria. Gli ambienti sono organizzati con criterio cronologico dal ritratto più antico - opera dei pittori Gaddo, Agnolo e Taddeo Gaddi - fino all’ultima sala, dove sorprendono la scultura in ghisa di Antony Gormley, l’autoritratto su specchio di Michelangelo Pistoletto e quello realizzato con mattoncini di plastica da Ai Weiwei.
L’allestimento della nuova sala è soprattutto l’occasione per incontrare maestri come Andrea del Sarto, Federico Barocci, Luca Giordano, Rubens, Rembrandt, Francesco Hayez, Giuseppe Pellizza da Volpedo. A ogni secolo, e a ogni parte del mondo, corrisponde un’attitudine: gli italiani amano ritrarsi più intimisti, i nordici fieri del loro mestiere, i francesi travolti da pizzi e da enormi parrucche. 
Non manca poi, esposto per la prima volta, l’autoritratto di uno street artist, il londinese Endless, che si raffigura insieme al duo Gilbert & George.
Per la prima volta, dopo oltre un secolo, gli autoritratti degli artisti saranno esposti all’interno del normale percorso di visita degli Uffizi. Dal 1973 al 2016 alcuni di questi erano stati posizionati nel Corridoio Vasariano, visibili tuttavia solo nell’ambito delle ristrette e saltuarie visite consentite in questo spazio, privo di climatizzazione.
Per l’occasione molte opere come il suggestivo autoritratto di Rubens, appena restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure, e quello di Rembrandt, finanziato dalla donatrice americana Diana Bell, sono state sottoposte a importanti interventi di conservazione e si possono adesso ammirare al meglio.


Sale Autoritratti | Courtesy Gallerie degli Uffizi

Per dare risalto ai tanti volti di questa immensa collezione, gli Uffizi osserveranno il principio della rotazione espositiva, in particolare per quanto riguarda gli artisti viventi, ma anche per opere grafiche, esposte in due magnifiche sale decorate nell’Ottocento da Luigi Ademollo. Il nuovo allestimento vedrà gli autoritratti al centro di una narrazione inedita, in cui il racconto cronologico è reso più vivace da digressioni tematiche e figurative. Il pubblico si imbatterà in artisti in compagnia delle loro famiglie, mentre mostrano la propria opera o si sporgono da una finestra.

È vero, a dominare sarà l’impostazione ritrattistica più classica (con il solo volto dell’autore), ma lungo il percorso molte sorprese attendono il visitatore: dalla raffigurazione di artisti impegnati nel loro studio a una serie di scoperte e nuovi acquisti. Negli ultimi mesi sono entrati a far parte della collezione l’Autoritratto di Jan Soens sorretto dai due figli bambini e quello di John Francis Rigaud con la moglie e i figli piccoli, omaggio dei Friends of the Uffizi Galleries – il ramo americano degli Amici degli Uffizi – arrivato da poco assieme all'ironico autoritratto del polacco Taddeo Kunze (1786) e a quello dell’artista cinese Pan Yuliang.


Sale Autoritratti | Courtesy Gallerie degli Uffizi

Ma gli Uffizi sono anche l’unico tra i grandi musei internazionali ad accogliere una sezione temporaneamente dedicata ai maestri del fumetto. Grazie al progetto del Ministero della Cultura “Fumetti nei musei” ed alla collaborazione avviata nel 2021 tra Gallerie e Lucca Comics & Games, oggi in due sale si possono ammirare gli autoritratti di 54 artisti italiani, da Milo Manara ad Altan.

Nelle due sale dedicate alle opere su carta verranno esposti, a rotazione, anche fotografie, disegni antichi e moderni, incisioni, che per la sensibilità del materiale alla luce possono essere mostrati solo per pochi mesi all’anno.
Un’ultima sorpresa riguarda l’inaugurazione dell’ulteriore nuova sala dedicata alla pittura lombarda del Cinquecento. Le sue pareti di colore grigio accoglieranno undici dipinti, tra i quali il monumentale San Paolo di Giovanni Pietro Gnocchi e Pellegrino Tibaldi recentemente acquisito dal museo, la Leda e il cigno di Francesco Melzi, pupillo di Leonardo,la grande Madonna con Bambino tra Santa Marta e Santa Maria Maddalena di Girolamo Figino.


Fumettisti agli Uffizi | Courtesy Gallerie degli Uffizi

“Siamo grati alla famiglia Pritzker, generosissimi mecenati che, con la donazione di un milione e mezzo di euro, ha permesso il restauro di molte opere e il nuovo allestimento – ha detto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt –. In questa occasione le opere sono state studiate dai maggiori esperti in tutto il mondo, che per molti dipinti hanno proposto nuove attribuzioni e, per quanto riguarda il Seicento, anche tante smentite. Gli agenti del cardinal Leopoldo infatti si sono fatti spesso raggirare da truffatori che gli spacciavano come autoritratti dipinti che erano invece copie, o addirittura falsi confezionati per l’occasione. Ma questo garantisce una selezione ancora più accurata, che permette al visitatore di comprendere la vocazione fortemente internazionale della collezione, in ogni secolo e grazie all’interesse di tutti i committenti. Perché non solo emerge, da questi autoritratti, la personalità degli artisti, dal più burlone al più solitario, ma anche il gusto di ogni epoca. Scopriamo così che l’introspezione psicologica del Novecento era già ben presente nel Cinquecento; che l’autoritratto visto da dietro dell’austriaco Johannes Gumpp (1646) anticipa quello sulle due facce della tela di Nano Campeggi, eseguito poco dopo il 2000. Ma soprattutto, il nuovo allestimento nelle sale del primo piano, dove storicamente lavoravano artisti e artigiani, fa rivivere i tanti protagonisti di quella stessa arte che si può ammirare nelle sale degli Uffizi e di Palazzo Pitti.”