Ai Musei San Domenico dal 15 febbraio al 21 giugno
A Forlì l'arte esplora il mito di Ulisse

Giorgio de Chirico, Ulisse. Autoritratto come Odisseo, 1922-24, olio su tela. Collezione privata.
Samantha De Martin
11/11/2019
Forlì-Cesena - Un mito che diventa archetipo, immagine, idea, specchio delle ansie di uomini e donne di ogni tempo. È la potente ombra di Ulisse, distesa sulla cultura d’Occidente, da Dante - che colloca l’eroe nella bolgia dei fraudolenti per l'acutezza spegiudicata del suo ingegno che gli consente di vincere persino le arti seduttrici della maga Circe prima di compiere il “folle volo” oltre le colonne d'Ercole - a Joyce, il cui eroe, Leopold Bloom, consuma il suo viaggio in un giorno. Fino al poeta greco Costantino Kavafis che sottolinea come il senso del viaggio non sia costituito dall’approdo ma dal viaggio stesso, con i suoi incontri e le sue avventure.
Il contributo dell’arte è stato decisivo nel trasformare il mito, nell’adattarlo, illustrarlo, interpretarlo continuamente in relazione al proprio tempo. E i Musei San Domenico di Forlì, dal 15 febbraio al 21 giugno, raccontano, attraverso una mostra, un itinerario inedito, con capolavori di ogni tempo. Un percorso che evidenzia, come spiega il responsabile dei progetti espositivi della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Gianfranco Brunelli, «come dalla diretta relazione tra arte e mito, attraverso la figura paradigmatica di Ulisse, nasca e si rinnovi il racconto. Perché l’arte, figurandolo, ha trasformato il mito. E il mito ha raccontato la forma dell’arte».
Un viaggio che dalla Sirena di John William Waterhouse, in prestito dalla Royal Academy of Arts di Londra, conduce gli ospiti dei Musei di Forlì alla Penelope di Domenico Beccafumi, all’Ulisse di Giorgio de Chirico, in arrivo da una collezione privata, e ancora all’Ulisse e Calipso di Luca Giordano, capolavoro della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, ma anche a busti, vasi, oggetti come l’oinochoe con Ulisse che fugge dalla grotta di Polifemo, risalente alla fine del VI secolo a.C. e in prestito dal Museo di Pontecagnano, Polo Museale della Campania.
La mostra consente di ripercorrere un itinerario senza precedenti, attraverso capolavori che dall’antichità arrivano al Novecento, passando dal Medioevo al Rinascimento, dal naturalismo al neo-classicismo, dal Romanticismo al Simbolismo, fino alla Film art contemporanea.
Per informazioni: 0543 1912030-031
Leggi anche:
• Ulisse. L'arte e il mito
Il contributo dell’arte è stato decisivo nel trasformare il mito, nell’adattarlo, illustrarlo, interpretarlo continuamente in relazione al proprio tempo. E i Musei San Domenico di Forlì, dal 15 febbraio al 21 giugno, raccontano, attraverso una mostra, un itinerario inedito, con capolavori di ogni tempo. Un percorso che evidenzia, come spiega il responsabile dei progetti espositivi della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Gianfranco Brunelli, «come dalla diretta relazione tra arte e mito, attraverso la figura paradigmatica di Ulisse, nasca e si rinnovi il racconto. Perché l’arte, figurandolo, ha trasformato il mito. E il mito ha raccontato la forma dell’arte».
Un viaggio che dalla Sirena di John William Waterhouse, in prestito dalla Royal Academy of Arts di Londra, conduce gli ospiti dei Musei di Forlì alla Penelope di Domenico Beccafumi, all’Ulisse di Giorgio de Chirico, in arrivo da una collezione privata, e ancora all’Ulisse e Calipso di Luca Giordano, capolavoro della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, ma anche a busti, vasi, oggetti come l’oinochoe con Ulisse che fugge dalla grotta di Polifemo, risalente alla fine del VI secolo a.C. e in prestito dal Museo di Pontecagnano, Polo Museale della Campania.
La mostra consente di ripercorrere un itinerario senza precedenti, attraverso capolavori che dall’antichità arrivano al Novecento, passando dal Medioevo al Rinascimento, dal naturalismo al neo-classicismo, dal Romanticismo al Simbolismo, fino alla Film art contemporanea.
Per informazioni: 0543 1912030-031
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