Dal 23 dicembre al 6 gennaio il ritorno nella città natale in provincia di Grosseto
Un secolo di Guido Strazza. Il maestro del segno in mostra a Santa Fiora
Guido Strazza, Aura, 1995, grafite, carboncino e pastello su carta, 830 x 580 mm
Samantha De Martin
19/12/2023
Grosseto - Dopo l’incontro con Filippo Tommaso Marinetti che nel 1942 lo invita a partecipare alle mostre di Aeropittura, a Palazzo Braschi a Roma e alla Biennale di Venezia, Guido Strazza, classe 1922, inizia giovanissimo la sua attività artistica.
Adesso, per festeggiare i suoi 101 anni, il pittore e incisore, tra i più importanti nel panorama artistico italiano, torna a Santa Fiora, suo borgo natale in provincia di Grosseto, con una mostra a cura di Gianluca Murasecchi e Simona Ciofetta, ospitata dal 23 dicembre al 6 gennaio presso Palazzo Sforza Cesarini.
L’esposizione, intitolata È annuncio la cometa di luce nella notte, si apre con una serie di lavori dagli anni Cinquanta del Novecento a oggi che abbracciano i temi principali del percorso creativo dell’artista e della sua ricerca sul segno (per Strazza il segno di un pittore è la traccia di un gesto, legato alle forze primarie del mondo), sul rapporto del segno con la luce e con il colore.
L’esposizione antologica di opere su carta di Strazza, tema che prepara la prossima nascita, a Santa Fiora, di una sede museale che ospiterà una sessantina di opere - tra dipinti, disegni e incisioni realizzati tra gli anni Quaranta del Novecento fino al primo ventennio degli anni 2000 donate dall’artista al suo luogo d’origine - riassume i cicli che hanno determinato i passaggi della sua produzione.
Un focus particolare riguarderà quelle creazioni nelle quali la natura sovrannaturale e quella terrena vengono poste in un dialogo giocoso. Già a partire dai primi studi di Aeropittura il segno di Strazza, intrecciato in vortici e movimentazioni, si radica in una concezione motrice destinata a fiorire costantemente, dal viaggio in America Latina, dove le opere create risentono della sospensione indeterminata delle dimensioni di tempo e spazio, fino a un dialogo connesso con i graffiti primitivi conosciuti in Liguria, presso la località dei cosiddetti Balzi Rossi, nel 1958.
Guido Strazza
l gesto diventa asciutto nella contemplazione del paesaggio olandese, pretesto per una linea d’orizzonte che riassume un al di qua e un al di là estensibile ad ogni senso della concezione e della visione. Il segno del maestro diventa dinamico nella permanenza veneziana per tornare a essere riflessivo nel suo ritorno a Roma negli anni Sessanta, come si vede nel ciclo pittorico Il Giardino delle Esperidi, dove l’intensa felicità dell’esperienza terrena viene racchiusa nei frutti paradisiaci raccolti, contenuti in uno sguardo solare e non turbato dal decadimento. La natura osservata dal maestro, dai paesaggi latino-americani al ciclo degli Insetti o degli Alberi, emana sempre un ordine costruttivo sequenziale dove le varianti restano comunque un razionale passaggio da uno stato all’altro con un collegamento di tracce, cristallizzazioni, tempeste di gesti.
Non manca in mostra un accenno all’urbanità sedimentata di Roma, con i suoi muri e le sue colonne o la geometrizzazione di elaborazioni metafisiche come quelle presenti nelle pietre dure policrome dei maestri cosmati.
Il passaggio al tema dell’Arco, emerso agli inizi degli anni Ottanta e sviluppato per intero alla fine degli anni Novanta, è sintesi della forma del ponte, segno di congiunzione aereo tra due termini assoluti agli antipodi. Gli Orizzonti e le Trame, i Segni di Roma, i Muri, le Colonne, i Cosmati, la natura e gli animali, i Gatti, gli Alberi affiancano una scena tridimensionale di grande suggestione, Luce nella notte, cuore della mostra: la Natività, l’annuncio della cometa, le orme di chi la segue, i Magi in arrivo. Le carte esposte abbracciano quasi per intero un secolo straordinario vissuto dall’artista, nato per fato e che adesso rinasce per scelta in quel di Santa Fiora.
La mostra (a ingresso libero) sarà aperta tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 14.30 alle 18 (25 dicembre escluso).
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• È annuncio la cometa di luce nella notte
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Non manca in mostra un accenno all’urbanità sedimentata di Roma, con i suoi muri e le sue colonne o la geometrizzazione di elaborazioni metafisiche come quelle presenti nelle pietre dure policrome dei maestri cosmati.
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