HOKUSAI E HIROSHIGE, I MAESTRI GIAPPONESI CHE HANNO ISPIRATO GLI IMPRESSIONISTI IN VENDITA A MILANO
04/05/2011
Hokusai (1760-1849) e Hiroshige (1797-1858), due maestri indiscussi dell'arte giapponese, vissuti tra fine Settecento e metà Ottocento, tornano a Milano dal 5 al 13 maggio con una ricca mostra: 24 famose stampe originali a colori, più una trentina di altre stampe fuori catalogo, ma sempre eccellenti e originali. Le opere non sono ospitate in un museo, ma in un galleria privata. La novità, quindi, è che si potranno anche comprare. I prezzi variano da 3mila fino a 100mila euro, per il pezzo più pregiato, una rara stampa del Fuji rosso del 1830-32, in perfetto stato di conservazione. Asse Milano-Torino La mostra nasce da una collaborazione tra privati lungo l'asse Milano-Torino, con un ambizioso obiettivo cultural-commerciale: «raccontare la nascita dell'arte moderna e vendere, contemporanemente, le opere che hanno scandito questo percorso. A partire proprio dai geniali giapponesi che due secoli fa hanno catturato la mente e il cuore degli impressionisti francesi con le loro rappresentazioni del mondo fluttuante o ukiyo-e». E' quanto spiega il curatore e gallerista torinese Silverio Salamon, titolare della galleria L'arte antica (specializzata dal 1957 in stampe originali antiche, moderne e giapponesi) a cui fanno capo, direttamente o indirettamente, tutte le opere esposte da giovedì 5 maggio a Milano, per una decina di giorni in via Gesù 17 a Milano, dove l'amico e collega Roberto Caiati ha messo a disposizione la sua galleria, situata strategicamente nel cuore del quadrilatero della moda e del lusso. I pezzi in mostra La mostra presenta opere notissime, veri e propri pezzi da museo, come Le trentasei vedute del monte Fuji o La grande onda di Kanagawa , l'opera più famosa di Hokusai. E ancora opere firmate da Hiroshige, il giapponese che ha ispirato Van Gogh, come le «Cento vedute di Edo» (replicate a olio da Van Gogh nel 1888), o «La veduta della stazione di Seba», o Pioggia di notte a Karasaki. E' una mostra di soli paesaggi, immaginari, luminosi, sfocati, raffinati che raccontando l'amore per la natura, la sua delicatezza, ma anche la sua potenza e forza, a volte devastante, tipica di un paese da sempre tormentato da terremoti e maremoti. Immagini e tratti che si ritroveranno più tardi, in un'altra cultura, a mezzo globo terrestre di distanza, in artisti come Monet, Manet, Renoir, Van Gogh. I testi di storia riportano un dettaglio curioso su queste stampe popolari del Giappone imperiale che raccontano la vita delle città e della emergente classe mercatile: che siano inizialmente arrivate in occidente come imballaggi di tazzine da tè. Trattate quindi alla stregua di comuni locandine senza valore e riciclabili. C'è invece un altro passaggio storico interessante e soprattutto molto rilevante ai fini della quotazione di queste stampe. Come spiega Salamon - che è uno dei massimi esperti italiani del genere, una passione ereditata dalla madre e coltivata fin da piccolo - «agli inizi del XX secolo, prima del 1930, è arrivata in occidente una quantità enorme di perfette riproduzioni fatte a mano, che spesso venivano consapevolmente utilizzate dalla diplomazia, come doni di stato. Falsi perfetti, realizzati senza alcun intento frodatorio, di valore infinitesimale rispetto ad un originale, ma che non possono comunque ingannare l'occhio esperto che confronta e riconosce la diversa qualità della carta, dei colori». Gli artisti del mondo fluttuante non hanno rappresentato solo la natura, ma anche geishe, samurai, attori del teatro kabuki e soprattutto, la l'eros, una passione che secondo la visione shintoista orientale va vissuta con gioia e piacere e non va repressa in alcun modo, come si è visto nella bella mostra di Palazzo Reale a Milano nel 2009, Shunga, arte ed eros nel Giappone del periodo Edo, riproposta anche a Lugano nel 2010 Le stampe erotiche Ma come mai non ci sono stampe erotiche in questa mostra? Sembra di capire che un prodotto del genere, bollato come pornografico da una visione del mondo occidentale che descrive il sesso come peccato, vergogna e infrazione alle regole della morale, potrebbe allontanare i clienti, invece di conquistarli. Ci vorrà del tempo per diffondere un pò più di conoscenza e ampliare gli orizzonti mentali, ma nel frattempo chi mangia con la cultura non può non fare i conti con le esigenze del mercato.( Il sole 24 Ore)
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