A Basilea fino al 21 gennaio

10 cose da sapere su Paul Klee alla Fondazione Beyeler

Paul Klee, Spiel der Kräfte einer Lechlandschaft, 1917, 102 Aquarell und Kreidegrundierung auf Leinwand auf Karton, 16,4 x 24,3 cm, Galerie Rosengart, Luzern

 

Samantha De Martin

19/10/2017

Non si tratta di un semplice omaggio a Paul Klee all’interno del tempio luminoso dell’arte internazionale firmato Renzo Piano. Il percorso che la Fondazione Beyeler dedica, fino al 21 gennaio, al versatile genio capace di maneggiare con la medesima destrezza musica, pittura, poesia - e forse anche per questo tanto apprezzato dal lungimirante collezionista Ernst Beyeler - approfondisce una tematica mai affrontata prima d’ora nel corso di una mostra.

1. UNA MOSTRA DAVVERO SPECIALE
È la prima volta che un’esposizione dedicata a Klee accende un focus su un aspetto importante legato dell’artista come la sua relazione con la dimensione astratta, della quale il pittore accoglie le sfide.
«È stato sorprendente, oltre che appassionante - spiega la curatrice Anna Szech - scoprire e approfondire questo aspetto. Il contributo che l’artista offrì all’Astrattismo, rimasto in parte finora inesplorato, ci consente con una maggiore consapevolezza di collocare Klee sul podio d’onore nella storia della pittura astratta del XX secolo».

E infatti l’intera produzione dell’artista tedesco di madre svizzera, che conta circa 10mila opere, offre  esempi inconfondibili che provano la presenza di questo universo pittorico astratto, tanto nelle opere giovanili quanto in quelle tarde.
Mentre i suoi colleghi trattavano il tema in maniera radicale intimidendo letteralmente il pubblico con le loro opere prive di figure che denotavano un cambiamento radicale del soggetto, Paul Klee tentava di gettare un ponte tra l’astratto e il figurativo.
“Astrazione. Il freddo romanticismo di questo stile senza pathos è inaudito”, scriveva lo stesso maestro nel 1915.


Paul Klee con il gatto Fripouille, Possenhofen, 1921 Fotograf: Felix Klee, Zentrum Paul Klee, Bern, Schenkung Familie Klee, © Klee-Nachlassverwaltung, Bern

2. UN PERCORSO A 360 GRADI TRA LE STAGIONI CREATIVE DI KLEE 
La natura, l'architettura, la musica, i segni grafici ricoprono un’importanza notevole in tutta la sua produzione. Da questi ambiti di riflessione e di riferimento, da sempre rilevanti per la pittura europea, l'artista offre libero sfogo alla sua pura essenza pittorica.
Il fil rouge che si snoda lungo tutto il percorso espositivo alla Fondazione Beyeler collega tutti gli elementi portanti della sua arte, dalla linea al colore, che si declinano in innumerevoli forme rivelando inesauribili possibilità di trasposizione. L’astrattismo vivacemente colorato dei paesaggi incantati di Hammamet e Kairouan cede di fronte alle composizioni “folgoranti” dei giardini realizzati durante la prima guerra mondiale. La pittura degli anni al Bauhaus, dal 1921 al 1931, lascia spazio ai tratti scuri che attraversano i dipinti degli ultimi anni. Le immagini segniche raccontano al visitatore l'altra grande passione dell’artista per il linguaggio e la scrittura. Per il raffinato musicista Klee non era difficile creare composizioni astratte in sempre nuove variazioni ritmiche. Gli alberi a palla dei suoi giardini si allineano come note di uno spartito. Toni musicali e melodie sono letteralmente “udibili” in molte opere, da Fuga in rosso del 1921, a Armonia della flora nordica, del 1924.
La mostra raccoglie opere che ripercorrono le diverse stagioni creative dell'artista - a cominciare dal 1912 - e svela le tappe cruciali del percorso di Paul Klee nella vita e nell'arte, dal dialogo fruttuoso con i compagni artisti a Parigi e Monaco di Baviera negli anni 1910, al viaggio a Tunisi nel 1914 fino al servizio militare durante la prima guerra mondiale, ai viaggi in Egitto e in Italia nei tardi anni 1920, per giungere, infine, all'opulenta opera matura degli anni 1930. Accanto ai capolavori figurano opere solo raramente esposte e ancora poco note, che gettano una sorprendente luce su Paul Klee.


Paul Klee, Fuge in rot, 1921, 69 Aquarell und Bleistift auf Papier auf Karton, 24,4 x 31,5 cm, Privatbesitz Schweiz, Depositum im Zentrum Paul Klee, Bern

3. UN KLEE INEDITO
La particolarità della mostra dedicata a Paul Klee dalla Fondazione basilese scaturisce, senza dubbio, oltre che dal tema dell’esposizione, dal numero delle opere esposte e dalla loro prestigiosa provenienza.
Ben 110 capolavori provenienti da 12 paesi e 35 musei: dal Metropolitan Museum e dal Museum of Modern Art di New York al Centre Pompidou, dall’Albertina a Vienna alla Collection Rosengart di Lucerne, dal Kunstmuseum di Basilea al Centre Paul Klee di Berne potranno essere ammirati in un unico percorso.

4. UN VIAGGIO TRA 50 CAPOLAVORI PRIVATI
Tra le opere esposte ci saranno oltre 50 capolavori provenienti da alcune collezioni private, europee e d’oltremare, difficilmente accessibili al pubblico e che i visitatori potranno gustarsi in questo emozionante percorso.

5. TUFFO TRA LE TECNICHE DI PAUL KLEE
L’intero percorso espositivo offre soprattutto una carrellata all’interno degli stili e delle tecniche più utilizzate dall’artista. Tra i punti forti ci sono i motivi a scacchiera che permeano alcune importanti opere come Arbre en fleurs, 1925, in prestito dal Museo Nazionale d’Arte moderna di Tokio, o En fleur, 1934, proveniente dal Museo di Winterthour.
Non passano inosservati la composizione a strisce orizzontali Feu, le soir (1929) dal Museum of Modern Art di New York e nemmeno le opere puntiniste, da Clarification (1932)  a Au mouillage, (1932) di solito esposta molto raramente.

6. PASSIONE PER IL COLORE
“Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore” scriveva Paul Klee. E come non percepirla questa passione in Aux portes de Kairouan, che per la prima volta dopo diversi decenni, lascerà una collezione privata per mostarsi ai visitatori della Fondazione Beyeler.

7. L'ARTISTA E LA GUERRA
Le opere realizzate da Paul Klee durante la Guerra - che strappò all’artista i suoi cari amici August Macke et Franz Marc - segnano una profonda frattura nella sua esperienza artistica.
“Più il mondo diventa spaventoso, più l’arte si fa astratta, mentre un mondo felice fa fiorire un’arte realistica”: di questo Klee era consapevole. Eppure, proprio lui che rifiutava la guerra vi si trovò suo malgardo coinvolto, costretto ad arruolarsi tra il 1916 e il 1918. Non fu mandato al fronte, ma fece parte di un reggimento di riserva e per questo potè dedicare le ore libere alla sua arte. I lavori realizzati in questo periodo non sono tutti interamente astratti. C’è ancora posto per giardini, case private, santuari, come La Chapelle, realizzato negli anni in cui l’artista si trovava nella scuola di aviazione.

8. UN PITTORE DI CASA
Paul Klee è, con Picasso, l’artista più rappresentato alla Fondazione Beyeler. Ernst Beyeler ci aveva visto lungo nel considerarlo uno dei pittori più importanti del XX secolo, al punto da desiderare ben venti delle sue opere all’interno della collezione da lui creata. Ma era soprattutto per la sua produzione tarda che Beyeler andava pazzo, della quale apprezzava la “qualità cromatica e la forza espressiva”. E proprio per questo la sua prestigiosa collezione poteva vantare - e vanta tuttora - opere come Étoile naissante e Signes en jaune, entrambi presenti in mostra.
D’altra parte sempre a Klee era stata dedicata, nel 1952, una delle prime esposizioni della Galleria Beyeler, che allora aveva sede nella Bäumleingasse.


Paul Klee, Le rouge et le noir, 1938, 319 Ölfarbe und Aquarell auf Gipsgrundierung auf Jute auf Holz; originale Rahmenleisten,  32,5 x 63 cm, Kunst- und Museumsverein Wuppertal, Foto: Antje Zeis-Loi, Medienzentrum

9. LO STORICO DELL'ARTE, IL MUSICISTA, L'ARCHITETTO: UN CATALOGO DAI CONTRIBUTI SPECIALI 
Essendo stato Paul Klee un artista poliedrico, amante dall’arte ma anche della musica, il catalogo della mostra, edito da Hatje Cantz, non poteva che avvalersi - oltre che del contributo “tradizionale” degli storici dell’arte e specialisti di Klee, Fabienne Eggelhöfer e Regina Prange - del supporto del di autorevoli figure non strettamente legate al mondo dell’arte. Tra questi il direttore d’orchestra greco-russo Teodor Currentzis, che si è soffermato sull’aspetto musicale legato a Klee, l’artista americana Jenny Holzer e l’architetto svizzero Peter Zumthor che ha svelato alcuni elementi architettonici particolarmente significativi nell’opera del maestro.

10. QUATTRO PASSI NEL REGNO DEI BEYELER
La mostra accopagna il visitatore nelle ampie e luminose sale della Fondazione Beyeler, realizzate da Renzo Piano, uno spettacolare trionfo di luce attraverso cui l'archistar ha saputo tradurre con maestria e attraverso l'utilizzo di grandi vetrate, l'eccezionale sinergia tra arte, architettura e paesaggio. È tra queste sale che è racchiusa tutta la passione di Ernst et Hildy Beyeler per l’arte. Nel 1997, infatti, i coniugi hanno donato alla fondazione che porta il loro nome, una collezione di circa 300 opere di arte moderna e contemporanea, con capolavori di Cézanne, Degas, Dumas, Giacometti, Kandinsky, Mondrian, Mirò, Picasso, solo per citarne alcuni.
Un generoso atto d’amore che merita indubbiamente di essere incontrato.

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