Gli eventi da non perdere nella capitale culturale della Svizzera

A Basilea un'estate di grandi mostre

Olafur Eliasson, Life, 2021, Veduta dell'installazione Fondation Beyeler, Riehen / Basel, 2021 I Courtesy dell'artista / neugerriemschneider, Berlino / Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles | © 2021 Olafur Eliasson I Foto: Mark Niedermann
 

Francesca Grego

27/05/2021

Basilea punta sul contemporaneo per una lunga estate d’arte. Forte di 40 musei concentrati in città e nei dintorni, quest’anno la capitale culturale della Svizzera rinnova la sua vocazione con uno slancio speciale e torna in prima linea nel panorama espositivo internazionale con un ricco calendario di eventi. Sono davvero numerose le novità che nei prossimi mesi attendono i visitatori di questa vivace città di confine, in attesa dell’appuntamento di Art Basel, il rinomato evento fieristico che a fine settembre riunirà ancora una volta la scena dell’arte globale nel cuore dell’Europa. Grandi nomi della pittura, della scultura e del design si incontrano nel calendario della stagione appena iniziata, tra allestimenti d’avanguardia e spettacolari installazioni en plein air


Olafur Eliasson, Life, 2021, Veduta dell'installazione, Fondation Beyeler, Riehen / Basel, 2021 I Courtesy dell'artista / neugerriemschneider, Berlino / Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles | © 2021 Olafur Eliasson I Foto: Pati Grabowicz

Olafur Eliasson alla Fondation Beyeler: la natura alla conquista del museo
Tra i progetti di maggiore impatto spicca Life di Olafur Eliasson, in corso fino a luglio presso la Fondation Beyeler. Maestri come Picasso, Mondrian, Cézanne qui sono di casa in una delle più straordinarie collezioni dedicate alle avanguardie del Novecento. Ma questa volta negli spazi destinati alle mostre temporanee non troverete quadri appesi alle pareti, né sculture incorniciate da teche e piedistalli. Eliasson ha eliminato perfino le grandi vetrate che separavano le sale dal giardino, creando un continuum tra interno ed esterno che porta alle estreme conseguenze le architetture progettate da Renzo Piano. Un corso d’acqua verde brillante invade gli spazi della Fondation, che ora pullulano di felci e di ninfee. Il pubblico è invitato a immergersi in questo sorprendente scenario camminando su passerelle a pelo d’acqua, ma altrettanto ben accetti sono visitatori casuali come uccelli e farfalle. “Life presenta un modello per un paesaggio futuro. E' ospitale”, scrive l’artista danese. Colori e odori, umidità e suoni inconsueti stimolano i sensi attivando le nostre capacità di percezione in “un paesaggio espanso, aperto e incerto”, che gioca sulla “permeabile linea di confine tra natura e cultura” e rinuncia al controllo sull’opera d’arte in favore di un “approccio biocentrico” alla comunione con il mondo naturale. 


Berthe Morisot, Jeune femme au divan, 1885, Olio su tela, 61 x 50.2 cm, Tate, Londra I Foto: © Tate

L’arte si fa donna in un tris di grandi mostre
A settembre in casa Beyeler si cambia musica con un’altra grande mostra: nove artiste di primo piano attive dalla fine dell’Ottocento ad oggi compongono l’eccezionale cast di CLOSE-UP, un progetto che guarda la figura umana da una prospettiva tutta femminile. Berthe Morisot, Mary Cassatt, Frida Kahlo, Marlene Dumas, Cindy Sherman sono alcune delle protagoniste di una lunga avventura che spazia tra la Parigi degli Impressionisti e gli Stati Uniti, il Messico post-rivoluzionario e il Sudafrica dell’apartheid, fino alla scena globale contemporanea. L’autoritratto e il ritratto in tutte le sue forme conquistano la scena, per mostrare come lo sguardo delle donne sul mondo si rifletta nella rappresentazione della soggettività e come questo sguardo sia cambiato lungo il corso della storia dell’arte moderna.  

L’arte al femminile è sotto i riflettori anche al Kunstmuseum, che con una straordinaria raccolta di capolavori realizzati tra il Quattrocento e i nostri giorni rappresenta il più grande museo d’arte di tutta la Svizzera. Le mostre dell’estate puntano sull’attualità con due figure di alto livello. Da giugno a settembre Kara Walker. Un buco nero è tutto quello che una stella desidera essere riporta alla ribalta l’artista afroamericana che durante gli anni della presidenza Obama conquistò il mondo con i suoi caratteristici papercut. In occasione della personale svizzera, la Walker apre le porte di un archivio privato alimentato nel corso di 28 anni, tirando fuori più di 600 disegni e opere su carta. I chiaroscuri di Goya, le linee vibranti di James Ensor, il tratto espressivo di Hogart sembrano rivivere in uno stile originale e contemporaneo, che affronta questioni di razza e di genere sulle ali di una fervida immaginazione e senza nulla concedere al politically correct.


Tacita Dean, Antigone, 2018 I Courtesy Kunstmuseum Basel | © Tacita Dean

Da fine agosto anche il cinema conquista il palcoscenico del Kunstmuseum: succede con Antigone, l’ultimo video dell’artista britannica Tacita Dean e il suo lavoro più complesso fino ad oggi. Un mito antico, il vissuto personale dell’artista e il fascino intramontabile dell’analogico si incrociano in quest’opera magnetica eppure tutt’altro che commerciale. Che cosa succede a Edipo mentre vaga nel deserto dopo essersi accecato? Nessuno degli autori classici lo dice. La riflessione della Dean si inserisce in questo iato e si concentra su Antigone, l’eroina maledetta per eccellenza, allo stesso tempofiglia e sorella di Edipo, leader femminista e terrorista ante litteram, campionessa di diritto naturale e criminale per le leggi degli uomini, simbolo di una contraddizione insanabile e compagna del re di Tebe nel suo ultimo viaggio al buio. Ma Antigone è anche il nome della sorella dell’artista: la sua storia diventa l’occasione per rileggere il rapporto con il padre e, infine, la natura dell’arte. La cecità della coppia mitologica è, come l’arte, uno sguardo rivolto verso l’invisibile, un atto creativo che sbocciando denuncia il proprio limite. 


Allestimento della mostra Memphis. 40 anni di Kitsch ed Eleganza, Weil am Rhein, Vitra Design Museum Gallery | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Bettina Matthiessen © VG Bild-Kunst, Bonn 2021

Quando il design è un gioco rivoluzionario: Ettore Sottsass e il gruppo Memphis
Il grande design non può mancare in una città votata all’avanguardia dall’architettura al lifestyle. L’occasione è offerta dai 40 anni del gruppo Memphis, il leggendario collettivo fondato da Ettore Sottsass che negli anni Ottanta ha stravolto il concetto di buongusto con spirito audace e irriverente. Il Vitra Design Museum celebra la ricorrenza pensando in grande. La mostra Memphis: 40 Years of Kitsch and Elegance porta oltre le Alpi i colori sgargianti e le forme improbabili di Sottsass e compagni in una straordinaria selezione di oggetti che sembrano usciti dalle pagine di un fumetto e che invece hanno scritto la storia. Mobili, lampade, ciotole, disegni, schizzi e fotografie raccontano un’avventura iniziata con una canzone di Bob Dylan (Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again, che ispirò il nome del gruppo) e sfociata in un folle miscuglio di cultura popolare, estetica pubblicitaria e postmodernismo capace di conquistare anche il guru della moda Karl Lagerfeld. Un viaggio senza tabù da ripercorrere lungo la sua parabola breve ma intensa, per scoprire che dopo quattro decenni l’energia e la carica creativa di Memphis non hanno perso nulla del loro fascino. 


Leu Art Family. Accarezzare la pelle del cielo I © 2021 Museum Tinguely I Foto: Daniel Spehr

Dalla scultura alla musica, un arcobaleno di creatività 
A Basilea ce n’è davvero per tutti. Negli spazi contemporanei della Kunsthalle i confini dell’arte si allargano per accogliere opere sempre più giovani e audaci. Nei prossimi mesi, per esempio, scopriremo la monumentale installazione Proto dello scultore statunitense Matthew Angelo Harrison. Tecnologie 3D, vecchi oggetti industriali e manufatti tradizionali africani si incontrano in un’indagine estetica in cui il concetto di minimalismo dialoga con la critica postcoloniale e la storia delle lotte sindacali in America. Come? Per scoprirlo non resta che visitare la Kunsthalle tra giugno e settembre. 

Tappa imprescindibile di ogni viaggio nella capitale dell’Alto Reno, quest’estate il Museum Tinguely tira fuori dal recente passato una storia di affascinante attualità. Protagonisti sono i Leu, una famiglia di virtuosi del tatuaggio che negli anni Sessanta e Settanta hanno dato vita a un microcosmo di creatività condivisa inciso sulla pelle. Un corpo-mondo “polimorfo, diabolicamente generoso, forte come un'aura che colora e neutralizza la realtà spesso sinistra della quotidianità del nostro pianeta, si offre allo sguardo durante la mostra Leu Art Family. Accarezzare la pelle del cielo”, scrive il curatore Jelk Christian.

All’aperto, sulle acque scintillanti del Reno, venti giorni di musica segneranno il culmine della bella stagione. Una zattera galleggiante sarà il magico palcoscenico del Festival ImFluss, tra musicisti internazionali e talenti made in Switzerland, cantanti affermati e giovani band, da ascoltare a bordo di un gommone o sulle sponde rigogliose del fiume che abbraccia Basilea (in programma dal 27 luglio al 14 agosto). 


IMFLUSS Festival 2020 I Foto: © Samuel Bramley

Chi soggiorna a Basilea può ottenere il meglio dalla ricca offerta culturale grazie alla BaselCard, la guest card personale e gratuita che viene consegnata agli ospiti al momento del check-in e che permette di scoprire la città in tutto il suo splendore. Gli interessanti vantaggi offerti dalla BaselCard comprendono l'utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e della WiFi per ospiti e il 50% di sconto sul biglietto di ingresso ai musei di Basilea, allo Zoo o al Theater Basel. 

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