Primo appuntamento con Alchimia

Al Guggenheim di Venezia tre mostre dedicate ai fratelli Pollock

Alchimia, Jackson Pollock
 

Ludovica Sanfelice

12/02/2015

Sarà un anno nel segno dei fratelli Pollock quello in programma alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia che il 14 febbraio inaugurerà lo speciale calendario con l’arrivo in Laguna del leggendario “Alchemy”, dripping del 1947 che l’Opificio delle Pietre dure ha riportato al suo splendore originale con un intenso intervento di pulizia e ricerca sulla sperimentazione pittorica di Jackson che sulla tela applicò il peso di quattro chili e mezzo di colore attraverso un accumulo molto meno impulsivo di quanto la comune idea di action painting lasci immaginare.

Il capolavoro, che verrà eccezionalmente esposto senza teca protettiva per concedere ai visitatori la facoltà di ammirarne i dettagli, sarà il cuore pulsante di un’esposizione che senza ricorrere ad altre opere costruirà un percorso multimediale a carattere scientifico ed antologico capace di illustrare la genesi del rivoluzionario dipinto e la razionalità espressa dal suo autore nella stesura del colore, presentando come prove i risultati della radiografia e degli altri esami eseguiti a Firenze.

FOTO: L'omaggio della Peggy Guggenheim ai fratelli Pollock

Il progetto espositivo del polo veneziano per il 2015 si articolerà ulteriormente grazie al doppio tributo che dal 22 aprile verrà presentato insieme alle mostre “Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile” e “Charles Pollock: una retrospettiva”.

La prima vedrà approdare per la prima volta in Italia l’opera più grande che Jackson Pollock abbia mai realizzato, e che fu commissionata all’artista da Peggy Guggenheim per il suo appartamento newyorkese sulla 56esima strada.
A questa esclusiva anteprima si accompagnerà la prima retrospettiva mai dedicata all’opera di Charles, uno dei cinque fratelli di Pollock che divenne famoso nell’anno in cui il fratello più celebre perse la vita in un incidente stradale, e il cui corpus di dipinti raggiungerà Venezia grazie alla collaborazione con il Charles Pollock Archive di Parigi.


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