CASTEL DEL MONTE
Castel del Monte
25/01/2002
Sul taglio più piccolo delle monete italiane per l’Euro, quella da un centesimo, è raffigurata la facciata del castello federiciano di Andria (1240-50).
L’edificio è uno dei tanti fatti costruire in Sicilia e Puglia da Federico II di Svevia nella prima metà del XIII secolo. Il nipote del Barbarossa, discendente della dinastia normanna degli Altavilla, regnò in quel periodo, grazie a questa parentela, sull’Italia meridionale.
Tra gli altri grandi cantieri voluti da Federico vanno ricordati il Palazzo della Zisa a Palermo, Castel Ursino a Catania, Castel Maniace a Siracusa, Castello Svevo a Trani, oltre ai castelli di Bari, Gioia del Colle, Augusta.
In tutti queste costruzioni sopravvive l’idea del castrum romano, netta è la caratterizzazione francese riscontrabile nella presenza del “donjon” (residenza turrita avvicinabile al nostro mastio), non indifferente è l’influenza di elementi orientali (residenze di califfi ma anche edifici bizantini). Infine, ma non meno importante, è da considerare la collaborazione cistercense: legata a quest’ambito è la concezione modulare della progettazione, una sorta di massimo comun divisore che tipizza ogni edificio.
Nel caso del castello pugliese di Andria, tale aspetto è evidente nella continua ripetizione dell’ottagono: la figura geometrica caratterizza il perimetro esterno, quello del cortile interno, le otto torri. L’otto nella cultura islamica è un numero dalla forte valenza magica.
I due piani di cui consta il maniero contengono sedici stanze trapezoidali (otto per piano) con la base maggiore rivolta verso l’esterno e quella minore verso l’interno. Ognuna di queste sale ha sui lati del trapezio sue coperture a botte acuta, mentre al centro, per lo spazio quadrato rimanente, una volta a crociera.
Il castello, nato come dimora di Federico II, che lo utilizzava soprattutto durante le partite di caccia, sedici anni dopo la morte dell’imperatore, avvenuta nel 1250, fu trasformato in prigione: con questa funzione accolse i tre figli di Manfredi e nel 1277 Corrado conte di Caserta. Venduto nel 1552 dal gran capitano di Ferdinando il Cattolico, re di Spagna, Consalvo di Cordova, a Fabrizio Colonna, fu abbandonato e rimase disabitato per tre secoli, in cui si rivelò un ottimo rifugio di pastori e di briganti.
Il governo italiano lo ha acquistato nel 1876 e lo ha successivamente restaurato.
Oggi Castel del Monte è entrato a far parte della lista redatta dall’UNESCO dei monumenti più importanti del mondo, e quindi considerato patrimonio dell’umanità.
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