Cenni Biografici

Autoritratto di Gaspare Traversi
16/01/2004
Gaspare Traversi nasce probabilmente a Napoli nel 1722 da una modesta e numerosa famiglia. Nessuna notizia, infatti, sulla sua formazione è riportata nelle cronache del tempo, né nelle opere dello scrittore Bernardo De Dominici, principale biografo dei pittori napoletani.
Le ragioni di questo silenzio sono sicuramente da ricercare nel tipo di soggetti trattati dal Traversi, e nei difficili rapporti che l’artista aveva con i committenti. In ogni caso il pittore potrebbe essersi formato nella bottega di Francesco Solimena, nel periodo in cui quest’ultimo si avvicinava ad alcune istanze di rinnovato naturalismo barocco.
Fin dalle prime opere compiute nella città natale, ovvero piccole composizioni con scene di genere o di soggetto religioso, Traversi propose un mondo del tutto nuovo fatto di modelli vivi , e giocato su forti contrasti chiaroscurali. I personaggi, inconfondibili per la loro fisionomia, erano, infatti, colti dal vero con uno stile schiettamente neo-seicentesco volto a rivelare la realtà nascosta delle cose.
Nel momento storico in cui a Napoli si andava diffondendo il gusto rococò ed iniziavano a comparire le prime rappresentazioni neoclassiche, Traversi recuperò i grandi modelli artistici del Seicento dal carattere naturalistico e caravaggesco, senza tuttavia escludere un’iniziale attenzione al classicismo romano di Carlo Maratta.
Durante un suo soggiorno a Roma, gli intenti neo-naturalistici dell’artista vennero ampiamente confermati. Attraverso un’accresciuta forza di penetrazione dell’animo umano, Traversi si fece attento osservatore delle nuove classi sociali, che stavano emergendo analizzando i caratteri, le aspirazioni e i costumi di nuova estrazione borghese.
Nelle opere della maturità, caratterizzate da un singolare uso delle ombre e delle luci e da una materia pittorica che si fa sempre più fluida e rischiarata, Traversi sembrerebbe essere stato anche aggiornato su alcuni aspetti dell’opera dell’inglese William Hogarth, forse nota attraverso riproduzioni a stampa allora molto diffuse.
Estrema attenzione era dedicata dal maestro anche ai risultati del dibattito allora in corso, ad opera dello scrittore Jonathan Swift, sulla distinzione tra “caricatura” e “rappresentazione del carattere”, che già a Napoli aveva avuto importanti precedenti nella trattatistica sulla fisionomica.
Interprete delle recenti istanze dell’illuminismo napoletano, l’artista realizzò veri e propri saggi pittorici di critica socio-morale, in cui l’acuto approfondimento della psicologia dei personaggi ritratti divenne, fino agli ultimi anni di vita, elemento chiave di gran parte delle sue composizioni sia con scene di genere sia con ritratti di vari personaggi del mondo contemporaneo.
Gaspare Traversi morì nel 1770, a soli 48 anni, nella città eterna, dove fu sepolto nella basilica di Santa Maria in Trastevere, il quartiere in cui aveva sempre lavorato.
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