Mostre e itinerari nel centenario della Prima Guerra Mondiale
Da Reggio Emilia a Udine sulle tracce della Grande Guerra

Achille Beltrame, L'attentato di Sarajevo
Francesca Grego
03/01/2018
Nel 2018 le celebrazioni per i 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale entrano nel vivo. Al tragico conflitto che cambiò per sempre il volto dell’Europa e vide impegnati oltre cinque milioni di italiani, sono dedicate mostre, iniziative e percorsi nei luoghi che tra il 1915 e il 1918 furono teatro dei combattimenti sul fronte italiano.
Dopo le impressionanti immagini di Stefano Torrione per il National Geographic, che a Milano hanno svelato le tracce della Guerra Bianca ancora presenti sulle Dolomiti, da domani al 14 gennaio il Museo del Tricolore di Reggio Emilia ospiterà un ampio percorso espositivo sul tema.
Fotografie, illustrazioni, stampe d’epoca riportano in vita le atmosfere di un secolo fa, complice la diffusione di nuovi mezzi di comunicazione che fecero della Grande Guerra il primo conflitto documentato nel senso moderno del termine.
In primo piano l’estenuante permanenza nelle trincee, le condizioni del tutto straordinarie dei soldati al fronte - quasi sempre dislocati in ambienti dalla natura aspra e inospitale – ma anche il contributo delle donne come portatrici di rifornimenti e munizioni, le novità della propaganda e gli aspetti legati alla tutela del patrimonio artistico, da Venezia a Milano, da Udine a Padova e Treviso.
Un’immersione completa resa possibile dall’ampia disponibilità di testimonianze che, dai diari ai manifesti, raccontano eventi, vita quotidiana e sentimenti diffusi in un’epoca senza precedenti.
Si concentra invece sulla propaganda L’Offensiva di Carta, che al Castello di Udine sfodera lo straordinario patrimonio della Collezione Luxardo: accanto alle battaglie combattute con le mitragliatrici, i cannoni e i primi carri armati, si sviluppò infatti una vera e propria guerra parallela fatta di immagini e parole.
Dalla raccolta di riviste e monografie d’epoca di un medico di San Daniele del Friuli arrivano cartoline, giornali di trincea, proclami dal linguaggio altisonante e illustrazioni disegnate dalle più grandi “matite” del primo Novecento, tra cui menzioniamo Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Mario Sironi e il giovane caporale Giorgio De Chirico.
Ma il percorso si allarga anche fuori dai confini italiani, per mostrare come la durezza e lo sgomento della guerra renda molto simili pubblicazioni create in paesi diversi, a partire dalle rappresentazioni buffe, grottesche o addirittura mostruose che riguardano “il nemico”. E per finire, una serie di tavole di fumettisti contemporanei, tra cui Hugo Pratt, Gipi, Joe Sacco e Jacques Tardi, oltre a filmati e cartoon vintage made in USA.
E per conoscere da vicino i luoghi della storia, le montagne del Friuli-Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino sono un vero e proprio museo a cielo aperto: su itinerari di centinaia di chilometri sono disseminate fortificazioni, trincee, osservatori e sentieri militari, senza dimenticare i crateri scavati delle granate, pezzi di artiglieria e mine gigantesche rimaste sul posto.
Da non perdere l’Altopiano di Asiago, teatro della più grande battaglia sul fronte italiano (la Strafexpedition) e Patrimonio dell’Umanità Unesco, nonché il Sentiero della Pace, un percorso di circa 520 chilometri che unisce teatri bellici carichi di memorie.
Nel circuito è inserito anche il Museo della Guerra di Rovereto, che offre uno sguardo completo sul conflitto con una collezione ricca di cimeli, armi, accessori e tecnologie usate dai diversi eserciti belligeranti, tra cui spicca l’aereo italiano Nieuport 10.
Leggi anche:
• L'Offensiva di Carta. La Grande Guerra illustrata, dalla Collezione Luxardo al fumetto contemporaneo
• Il National Geographic racconta la Guerra Bianca
Dopo le impressionanti immagini di Stefano Torrione per il National Geographic, che a Milano hanno svelato le tracce della Guerra Bianca ancora presenti sulle Dolomiti, da domani al 14 gennaio il Museo del Tricolore di Reggio Emilia ospiterà un ampio percorso espositivo sul tema.
Fotografie, illustrazioni, stampe d’epoca riportano in vita le atmosfere di un secolo fa, complice la diffusione di nuovi mezzi di comunicazione che fecero della Grande Guerra il primo conflitto documentato nel senso moderno del termine.
In primo piano l’estenuante permanenza nelle trincee, le condizioni del tutto straordinarie dei soldati al fronte - quasi sempre dislocati in ambienti dalla natura aspra e inospitale – ma anche il contributo delle donne come portatrici di rifornimenti e munizioni, le novità della propaganda e gli aspetti legati alla tutela del patrimonio artistico, da Venezia a Milano, da Udine a Padova e Treviso.
Un’immersione completa resa possibile dall’ampia disponibilità di testimonianze che, dai diari ai manifesti, raccontano eventi, vita quotidiana e sentimenti diffusi in un’epoca senza precedenti.
Si concentra invece sulla propaganda L’Offensiva di Carta, che al Castello di Udine sfodera lo straordinario patrimonio della Collezione Luxardo: accanto alle battaglie combattute con le mitragliatrici, i cannoni e i primi carri armati, si sviluppò infatti una vera e propria guerra parallela fatta di immagini e parole.
Dalla raccolta di riviste e monografie d’epoca di un medico di San Daniele del Friuli arrivano cartoline, giornali di trincea, proclami dal linguaggio altisonante e illustrazioni disegnate dalle più grandi “matite” del primo Novecento, tra cui menzioniamo Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Mario Sironi e il giovane caporale Giorgio De Chirico.
Ma il percorso si allarga anche fuori dai confini italiani, per mostrare come la durezza e lo sgomento della guerra renda molto simili pubblicazioni create in paesi diversi, a partire dalle rappresentazioni buffe, grottesche o addirittura mostruose che riguardano “il nemico”. E per finire, una serie di tavole di fumettisti contemporanei, tra cui Hugo Pratt, Gipi, Joe Sacco e Jacques Tardi, oltre a filmati e cartoon vintage made in USA.
E per conoscere da vicino i luoghi della storia, le montagne del Friuli-Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino sono un vero e proprio museo a cielo aperto: su itinerari di centinaia di chilometri sono disseminate fortificazioni, trincee, osservatori e sentieri militari, senza dimenticare i crateri scavati delle granate, pezzi di artiglieria e mine gigantesche rimaste sul posto.
Da non perdere l’Altopiano di Asiago, teatro della più grande battaglia sul fronte italiano (la Strafexpedition) e Patrimonio dell’Umanità Unesco, nonché il Sentiero della Pace, un percorso di circa 520 chilometri che unisce teatri bellici carichi di memorie.
Nel circuito è inserito anche il Museo della Guerra di Rovereto, che offre uno sguardo completo sul conflitto con una collezione ricca di cimeli, armi, accessori e tecnologie usate dai diversi eserciti belligeranti, tra cui spicca l’aereo italiano Nieuport 10.
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