Da Svevo a Svevo

 

26/11/2002

Da Svevo a Svevo, ovvero l’intero mondo creativo dello scrittore in mostra a Roma, al Complesso dei Dioscuri fino al 6 febbraio . L’esposizione è stata realizzata grazie al Dipartimento per i Beni Librari del Ministero per i Beni Culturali e alla Regione Friuli Venezia Giulia. La mostra, in cui si può ammirare la copia de ''La Coscienza di Zeno'' regalata a Pirandello nel 1925 insieme ad altri documenti personali, aiuta a conoscere in modo più intimo lo scrittore, i suoi rapporti con i contemporanei testimoniati dagli scambi epistolari con Eugenio Montale e James Joyce, e il suo amore per la musica e la pittura. Presentata dal direttore generale per i Beni Librari Francesco Sicilia e da Annamaria Andreoli, Elvio Guagnini e Tullio Kezich del comitato scientifico, e' un’esposizione che renderà certamente più familiare la figura di Italo Svevo. Certo non esistono più i manoscritti originali dei capolavori, probabilmente distrutti nel bombardamento della casa dello scrittore durante la seconda guerra mondiale, o forse distrutti dallo stesso Svevo, ma restano comunque alcuni scritti giovanili, i diari, le favole dedicate alla figlia Letizia e molto altro. Il tutto è stato ricostruito grazie alla città natale dell'autore, Trieste, con la collaborazione del Museo Sveviano, del Museo Revoltella, dei Musei Civici ma soprattutto della Biblioteca Hortis dove Svevo si recava frequentemente, che ha fornito i volumi da lui consultati. Balzac, Flaubert e Maupassant, Dostojevskij, Ibsen, Schopenhauer e i testi di psicanalisi di Freud e Weininger: queste alcune letture di Svevo oltre, naturalmente, al contemporaneo Pirandello che tanto stimava. Molti erano anche i rapporti con l’arte, e a raccontarli ci sono le opere del pittore Umberto Veruda, principale testimone della stagione della Scapigliatura. Inoltre i dipinti di Carlo Sbisà e Cesare Sofianopulo, esponenti del Realismo Magico triestino degli anni ‘10 e ‘20 seguiti dallo scrittore e per alcuni aspetti vicini alla Metafisica. Dopo una tappa a Trieste nella primavera 2003 la mostra - che secondo Kezich apre una finestra anche sulle commedie di Svevo, ''un pilastro del teatro che sta crescendo'' – si sposterà in alcuni paesi dell'Europa dell'Est, probabilmente in Slovenia, Croazia, Ungheria ed Austria.

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