A Mohammed Salem il prestigioso premio di fotogiornalismo
Dalla Pietà di Gaza alle migrazioni. Ecco i vincitori del World Press Photo 2024
A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece © Mohammed Salem, Palestine, Reuters
Samantha De Martin
18/04/2024
Una donna con indosso un velo e la testa piegata culla tra le braccia un bambino, in equilibrio sulle ginocchia. È un’immagine che risuona antica quanto la storia umana.
Eppure, in una cupa inversione di un momento che potrebbe risuonare come familiare, ci accorgiamo che il bambino che tiene stretto è in realtà un cadavere, avvolto in un sudario. È un momento tranquillo di intenso dolore. In realtà nulla possiamo vedere né sapere sul bambino, nemmeno se si tratti di un maschio o di una femmina.
“Un momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”.
Così Mohammed Salem, fotoreporter palestinese della Reuters, descrive il suo scatto vincitore dell'edizione 2024 del World Press Photo, realizzato pochi giorni dopo il parto di sua moglie.
“Una donna palestinese abbraccia il corpo di sua nipote”, questo il titolo dell’immagine, mostra Inas Abu Maamar (36 anni) mentre culla il corpo della nipitina Saly (5), uccisa da un missile israeliano che ha colpito la loro casa, a Khan Younis, Gaza.
La giuria ha apprezzato la foto per la capacità di offrire uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile, resa con cura e rispetto.
Valim-babena © Lee-Ann Olwage, South Africa, for GEO
Con la vincitrice della categoria “Photo Story of the year", Lee-Ann Olwage, raggiungiamo il Madagascar dove la mancanza di consapevolezza pubblica nei confronti della demenza induce a stigmatizzare le persone che mostrano sintomi di perdita di memoria. Nella foto, "Dada Paul", che convive con la demenza da undici anni, accudito dalla figlia Fara, si prepara per andare in chiesa in compagnia di sua nipote Odliatemix.
Sulla resilienza dei migranti e sulle politiche di immigrazione del Messico, che dal 2019 hanno subito un cambiamento significativo, trasformandolo da un paese storicamente aperto ai migranti e ai richiedenti asilo sul confine meridionale in una nazione che applica rigorose politiche di immigrazione, si concentra invece The Two Walls di Alejandro Cegarra. Lo scatto è stato premiato dalla giuria nella categoria “Long-term project award”.
Prima classificata nella categoria Open Format Award con il progetto War Is Personal, la fotografa ucraina Julia Kochetova mostra al mondo cosa vuol dire convivere con la guerra, attraverso un progetto che intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica, in collaborazione con un illustratore e DJ ucraino.
War Is Personal © Julia Kochetova, Ukraine
Le fotografie premiate sono state selezionate tra i 61.062 scatti proposti da 3.851 fotografi provenienti da 130 paesi. Quest’anno la giuria ha deciso eccezionalmente di includere nella selezione due menzioni speciali. Le storie premiate verranno mostrate a milioni di persone come parte della mostra annuale in oltre 60 località in tutto il mondo. Altri avranno modo di vedere le storie vincitrici online.
Eppure, in una cupa inversione di un momento che potrebbe risuonare come familiare, ci accorgiamo che il bambino che tiene stretto è in realtà un cadavere, avvolto in un sudario. È un momento tranquillo di intenso dolore. In realtà nulla possiamo vedere né sapere sul bambino, nemmeno se si tratti di un maschio o di una femmina.
“Un momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”.
Così Mohammed Salem, fotoreporter palestinese della Reuters, descrive il suo scatto vincitore dell'edizione 2024 del World Press Photo, realizzato pochi giorni dopo il parto di sua moglie.
“Una donna palestinese abbraccia il corpo di sua nipote”, questo il titolo dell’immagine, mostra Inas Abu Maamar (36 anni) mentre culla il corpo della nipitina Saly (5), uccisa da un missile israeliano che ha colpito la loro casa, a Khan Younis, Gaza.
La giuria ha apprezzato la foto per la capacità di offrire uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile, resa con cura e rispetto.
Valim-babena © Lee-Ann Olwage, South Africa, for GEO
Con la vincitrice della categoria “Photo Story of the year", Lee-Ann Olwage, raggiungiamo il Madagascar dove la mancanza di consapevolezza pubblica nei confronti della demenza induce a stigmatizzare le persone che mostrano sintomi di perdita di memoria. Nella foto, "Dada Paul", che convive con la demenza da undici anni, accudito dalla figlia Fara, si prepara per andare in chiesa in compagnia di sua nipote Odliatemix.
Sulla resilienza dei migranti e sulle politiche di immigrazione del Messico, che dal 2019 hanno subito un cambiamento significativo, trasformandolo da un paese storicamente aperto ai migranti e ai richiedenti asilo sul confine meridionale in una nazione che applica rigorose politiche di immigrazione, si concentra invece The Two Walls di Alejandro Cegarra. Lo scatto è stato premiato dalla giuria nella categoria “Long-term project award”.
Prima classificata nella categoria Open Format Award con il progetto War Is Personal, la fotografa ucraina Julia Kochetova mostra al mondo cosa vuol dire convivere con la guerra, attraverso un progetto che intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica, in collaborazione con un illustratore e DJ ucraino.
War Is Personal © Julia Kochetova, Ukraine
Le fotografie premiate sono state selezionate tra i 61.062 scatti proposti da 3.851 fotografi provenienti da 130 paesi. Quest’anno la giuria ha deciso eccezionalmente di includere nella selezione due menzioni speciali. Le storie premiate verranno mostrate a milioni di persone come parte della mostra annuale in oltre 60 località in tutto il mondo. Altri avranno modo di vedere le storie vincitrici online.
LA MAPPA
NOTIZIE