Nelle sale il 28, 29 e 30 gennaio nell'ambito della Grande arte al cinema
Degas - Passione e perfezione. Presto al cinema il docufilm dedicato al poeta delle ballerine

Una scena tratta dal docufilm Degas - Passione e perfezione ® David Bickerstaff. Courtesy Nexo Digital
Samantha De Martin
14/01/2019
Se la grazia avesse una forma avrebbe le sinuose fattezze delle sue ballerine, la delicatezza dei ritratti di famiglia, dei nudi femminili o ancora la sfrenata leggiadria dei cavalli in corsa descritti dai suoi pennelli.
Da questa grazia, intrisa di passione e perfezione, prende forma il docufilm diretto da David Bickerstaff che celebra Edgar Degas inaugurando la stagione 2019 della Grande Arte al Cinema - un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital, nelle sale italiane in collaborazione con i media partner Radio Capital, Sky Arte e Mymovies.it - dopo un successo salutato lo scorso anno da oltre 500 mila spettatori.
Degas-Passione e perfezione, al cinema il 28, 29 e 30 gennaio, è un viaggio che parte dalle sale del Fitzwilliam Museum di Cambridge - sede della più ampia collezione di Degas del Regno Unito - per arrivare a Parigi e all’Italia. Qui l’artista francese trascorse gli anni della formazione avendo modo di ricongiungersi anche con il nonno paterno, René Hilaire De Gas, trasferitosi a Napoli in seguito alla Rivoluzione francese.
Questo itinerario intimo attraverso la vita personale e creativa di Degas sarà per il pubblico un’occasione per indagare la relazione del pittore con il movimento impressionista, la sua fascinazione per la danza e i problemi di vista che lo attanagliarono a partire dal 1890.
Entrando a contatto con la sua ossessiva ricerca della perfezione attraverso la sperimentazione di nuove tecniche e lo studio dei maestri del passato, dai protagonisti del Rinascimento italiano ai pittori contemporanei come Ingres e Delacroix, gli spettatori avranno modo di seguire quell’approfondimento iniziato da Degas a partire dal suo personale Grand Tour in Italia. Uno studio sviluppatosi anno dopo anno grazie alle continue frequentazione di gallerie e musei parigini, a partire dal Louvre. Descritto dagli amici come un uomo brillante capace di sprigionare allegria ma anche terrore in chi gli stesse accanto, Degas era a tal punto interessato al processo artistico in sé più che al risultato finale da essere noto per l’ossessiva rielaborazione delle opere. Una mania che, in alcune occasioni, lo indusse persino a chiedere ai committenti di riavere indietro i suoi quadri per poterli ulteriormente ritoccare anche dopo averli consegnati.
Lo storico francese Daniel Halévy lo descrive invece come un lavoratore instancabile e quasi sempre insoddisfatto, abituato a tenere la maggior parte delle sue opere nascoste in scatole per estrarle solo quando era costretto a venderle per vivere.
Per raccontare il quotidiano che tanto lo colpiva, dalla vita al celebre Café Guerbois alle corse dei cavalli, Degas realizzò anche diverse statue, prediligendo la cera o l’argilla. Diceva di non poter lasciare nulla dietro di sé che fosse in bronzo perché "il metallo era per l'eternità".
Il mercante d'arte Ambroise Vollard raccontò come un giorno il pittore gli avesse mostrato una ballerina che aveva ritoccato per la ventesima volta affermando: "Non scambierei nemmeno con un secchio d'oro il piacere che sento nel distruggerla e nel ricominciare da capo". Ed è per questo motivo che alla morte dell’artista, nel 1917, furono rinvenute nel suo studio oltre 150 sculture in cera, argilla e plastilina. Molte di queste sono custodite proprio al Fitzwilliam Museum.
Il film affiderà proprio a queste sculture, ma anche allo studio di alcuni dei suoi quadri più celebri, ai racconti di chi gli stava vicino e alle lettere che egli stesso scrisse, il compito di ripercorrere l’interiorità complessa di uno degli artisti più influenti e amati dell’Impressionismo.
Leggi anche:
• Tutti gli appuntamenti del 2019 con la Grande arte al cinema
• L'Agenda dell'arte - al cinema
• Tintoretto, il ribelle di Venezia presto nelle sale
Da questa grazia, intrisa di passione e perfezione, prende forma il docufilm diretto da David Bickerstaff che celebra Edgar Degas inaugurando la stagione 2019 della Grande Arte al Cinema - un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital, nelle sale italiane in collaborazione con i media partner Radio Capital, Sky Arte e Mymovies.it - dopo un successo salutato lo scorso anno da oltre 500 mila spettatori.
Degas-Passione e perfezione, al cinema il 28, 29 e 30 gennaio, è un viaggio che parte dalle sale del Fitzwilliam Museum di Cambridge - sede della più ampia collezione di Degas del Regno Unito - per arrivare a Parigi e all’Italia. Qui l’artista francese trascorse gli anni della formazione avendo modo di ricongiungersi anche con il nonno paterno, René Hilaire De Gas, trasferitosi a Napoli in seguito alla Rivoluzione francese.
Questo itinerario intimo attraverso la vita personale e creativa di Degas sarà per il pubblico un’occasione per indagare la relazione del pittore con il movimento impressionista, la sua fascinazione per la danza e i problemi di vista che lo attanagliarono a partire dal 1890.
Entrando a contatto con la sua ossessiva ricerca della perfezione attraverso la sperimentazione di nuove tecniche e lo studio dei maestri del passato, dai protagonisti del Rinascimento italiano ai pittori contemporanei come Ingres e Delacroix, gli spettatori avranno modo di seguire quell’approfondimento iniziato da Degas a partire dal suo personale Grand Tour in Italia. Uno studio sviluppatosi anno dopo anno grazie alle continue frequentazione di gallerie e musei parigini, a partire dal Louvre. Descritto dagli amici come un uomo brillante capace di sprigionare allegria ma anche terrore in chi gli stesse accanto, Degas era a tal punto interessato al processo artistico in sé più che al risultato finale da essere noto per l’ossessiva rielaborazione delle opere. Una mania che, in alcune occasioni, lo indusse persino a chiedere ai committenti di riavere indietro i suoi quadri per poterli ulteriormente ritoccare anche dopo averli consegnati.
Lo storico francese Daniel Halévy lo descrive invece come un lavoratore instancabile e quasi sempre insoddisfatto, abituato a tenere la maggior parte delle sue opere nascoste in scatole per estrarle solo quando era costretto a venderle per vivere.
Per raccontare il quotidiano che tanto lo colpiva, dalla vita al celebre Café Guerbois alle corse dei cavalli, Degas realizzò anche diverse statue, prediligendo la cera o l’argilla. Diceva di non poter lasciare nulla dietro di sé che fosse in bronzo perché "il metallo era per l'eternità".
Il mercante d'arte Ambroise Vollard raccontò come un giorno il pittore gli avesse mostrato una ballerina che aveva ritoccato per la ventesima volta affermando: "Non scambierei nemmeno con un secchio d'oro il piacere che sento nel distruggerla e nel ricominciare da capo". Ed è per questo motivo che alla morte dell’artista, nel 1917, furono rinvenute nel suo studio oltre 150 sculture in cera, argilla e plastilina. Molte di queste sono custodite proprio al Fitzwilliam Museum.
Il film affiderà proprio a queste sculture, ma anche allo studio di alcuni dei suoi quadri più celebri, ai racconti di chi gli stava vicino e alle lettere che egli stesso scrisse, il compito di ripercorrere l’interiorità complessa di uno degli artisti più influenti e amati dell’Impressionismo.
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