Giulio del Pelo Pardi

Ceramiche Orvieto
 

16/11/2001

L’uomo cui si deve la raccolta di maioliche orvietane, oggi esposta a Palazzo Venezia a Roma, è una figura che merita un certo approfondimento. Nato nel 1872 a Roma, Giulio Del Pelo Pardi diviene, sul finire del XIX secolo, uno stimato agrimensore e topografo, attivo nell’Agro Romano, in Sabina, in Umbria, nel Fucino, soprattutto in opere di bonifica. La sua attività di teorico dell’agricoltura all’inizio del secolo successivo avrà un ruolo di primissimo piano, tanto da valergli nel 1951 una proposta di candidatura al Premio Nobel. Per i suoi contemporanei quindi Del Pelo Pardi, fu prima di tutto un agricoltore, un uomo “che ha un concetto grandissimo dell’Agricoltura, come dell’arte maggiore e del maggior fomite della civiltà umana”. Lo studioso romano si era formato sui testi agrari dei grandi autori classici quali Catone, Varrone e Plinio il Vecchio. Lo spirito nazionalistico proprio di quei tempi lo inserisce perfettamente nel contesto storico di inizio XX secolo: evidente in questo senso, anche in campo agricolo, la superiorità di etruschi e romani nei confronti delle tecniche greche. Detto questo è sicuramente più facile comprendere in che situazione storico-ideologica si ponga l’interesse del nostro collezionista, così attento all’arte applicata delle maioliche medievali orvietane, raccolte ecletticamente grazie a rinvenimenti in loco sui posti di lavoro, ma anche acquistate dai rivenditori. Questa tendenza, che possiamo chiamare “antigreca”, gli valse addirittura l’appoggio di un grande uomo di cultura come Ezra Pound, che lodò pubblicamente un articolo di Giulio Del Pelo Pardi del 1941 su tali argomentazioni. L’incontro tra i due portò persino ad un forte legame delle due famiglie, testimoniato da Mary de Rachewiltz, figlia di Ezra Pound, che ricorda (in appendice al catalogo) come casa Del Pelo Pardi in Piazza Mattei a Roma fosse diventata per lei ed io suoi parenti una seconda dimora nei periodi di villeggiatura.