Inaugurata la mostra a Parigi con opere di Canova, Appiani e Cagnacci
Giuseppina Beauharnais musa del neoclassicismo italiano

Andrea Appiani, Portrait de l'impe?ratrice Jose?phine, reine d'Italie, 1807
E. Bramati
13/03/2014
In occasione del bicentenario della morte di Giuseppina Bonaparte, il Musée du Luxembourg di Parigi dedica all'imperatrice di Francia una grande mostra, per raccontare i dettagli più inquieti della sua vita e del suo amore con il grande Napoleone.
Le vicissitudini di questo importante personaggio storico sono raccontate attraverso i suoi effetti personali, gli abiti che dettarono le mode in tutta Europa, i gioielli e soprattutto i suoi ritratti.
Grazie la mano di importanti artisti del tempo, non solo francesi, ma anche italiani, emerge l'immagine di una vita tormentata e al contempo lussuosa, quella di una donna nata nella provincia creola, a Martinica, e giunta a Parigi per sposare Alexandre de Beauharnais, l'anti-rivoluzionario che le procurò anni di prigione e per poco anche la ghigliottina.
Il suo amore per Napoleone la rese Imperatrice di Francia, ma l'impossibilità di dare alla luce eredi la costrinse al divorzio dal suo amato, che rimase legato a lei da una profondo affetto.
In mostra, oltre a molti curiosi oggetti, compaiono i ritratti realizzati per lei e i suoi familiari dall'artista neoclassico Andrea Appiani. Accanto a questi, la passione di Giuseppina per il collezionismo d'arte traspare grazie alle opere della sua vasta raccolta, tra cui anche "La piccola martire (Santa Mustiola) di Guido Gagnacci e una scultura di Amore e Psiche di Antonio Canova proveniente dall'Ermitage. Non mancano infine alcuni reperti rinvenuti in Campania ad Ercolano, Portici e Sant'Agata dei Goti, conservati oggi al Louvre.
Questi e molti altri capolavori, appena presentati al pubblico, potranno essere ammirati fino al 29 giugno 2014.
Le vicissitudini di questo importante personaggio storico sono raccontate attraverso i suoi effetti personali, gli abiti che dettarono le mode in tutta Europa, i gioielli e soprattutto i suoi ritratti.
Grazie la mano di importanti artisti del tempo, non solo francesi, ma anche italiani, emerge l'immagine di una vita tormentata e al contempo lussuosa, quella di una donna nata nella provincia creola, a Martinica, e giunta a Parigi per sposare Alexandre de Beauharnais, l'anti-rivoluzionario che le procurò anni di prigione e per poco anche la ghigliottina.
Il suo amore per Napoleone la rese Imperatrice di Francia, ma l'impossibilità di dare alla luce eredi la costrinse al divorzio dal suo amato, che rimase legato a lei da una profondo affetto.
In mostra, oltre a molti curiosi oggetti, compaiono i ritratti realizzati per lei e i suoi familiari dall'artista neoclassico Andrea Appiani. Accanto a questi, la passione di Giuseppina per il collezionismo d'arte traspare grazie alle opere della sua vasta raccolta, tra cui anche "La piccola martire (Santa Mustiola) di Guido Gagnacci e una scultura di Amore e Psiche di Antonio Canova proveniente dall'Ermitage. Non mancano infine alcuni reperti rinvenuti in Campania ad Ercolano, Portici e Sant'Agata dei Goti, conservati oggi al Louvre.
Questi e molti altri capolavori, appena presentati al pubblico, potranno essere ammirati fino al 29 giugno 2014.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Brescia | Dal 25 gennaio al 15 giugno a Palazzo Martinengo
Da Boldini a De Nittis, les Italiens de Paris incantano Brescia
-
Rovigo | Dal 21 febbraio a Rovigo, Palazzo Roverella
Hammershøi, il maestro del silenzio, per la prima volta in Italia
-
Mondo | Dal 4 aprile al 24 agosto al Musée d'Art Moderne
Henri Matisse e Marguerite. A Parigi una mostra racconta il legame tra padre e figlia
-
Il complesso del '500 a un passo dal Colosseo torna a essere fruibile
A Roma Villa Silvestri Rivaldi riapre i battenti
-
Roma | Dall’11 febbraio a Palazzo Bonaparte
Il grido interiore di Munch arriva a Roma
-
Mondo | In mostra fino al 12 maggio
Alle origini della pittura italiana. Dal Louvre un nuovo sguardo su Cimabue