I suoni del Novecento

installazioni audiovisive al centre pompidou
 

28/10/2004

“I profumi, i colori e i suoni si rispondono”. Questa frase di Baudelaire, tratta dalle Corrispondenze, sembra ben adatta per introdurre il Novecento, secolo caratterizzato dalle ricerche artistiche su convergenze e raccordi sinestetici. In particolare, il legame tra suono e immagine è stato indagato in diverse maniere, a partire dai dipinti e dagli scritti di Kandinsky degli anni ’10, sino allo sviluppo del linguaggio audiovisivo cominciato con l’introduzione del sonoro nel cinema. La mostra 'Sons et Lumières' alla Galerie 1 del Centre Pompidou a Parigi, curata da Sophie Duplaix e Marcella Lista, presenta una ricostruzione storica di quelle esperienze nell’arte del XX secolo che hanno in comune la ricerca di un linguaggio sinfonico, in grado di orchestrare le percezioni visive e uditive dello spettatore. L’esposizione occupa gran parte del sesto piano del Pompidou, con più di 400 opere, ed è stata pensata in tre sezioni. Nella prima, intitolata Corrispondenze, ritroviamo una pittura che attraverso il colore ricerca una trascendente risonanza, con dipinti come il Notturno di Kupka o l’Improvvisazione di Kandinsky, con gli sguardi profondi delle prove pittoriche di Schönberg o i temi musicali di Paul Klee. Sino ai primi capolavori del cinema astratto (Hans Richter, Oscar Fischinger, Len Lye). Impronte, la seconda parte, ricostruisce le sperimentazioni sonore degli anni ’20, ispirate dalla scoperta della pista sonora nel cinema. L’impressione è quella di entrare in un laboratorio dove macchinari complessi ed ingombranti, cellule fotoelettriche, oscilloscopi, traducono il suono in immagini. É evidente come in questa epoca si cerchi soprattutto una sorta di codificazione del legame tra i domini visivo e sonoro (la “fotografia del suono” di Rudolph Pfenninger e Norman McLaren e le sperimentazioni di Raoul Hausmaan). Negli anni ’60-’70 invece gli artisti lavorano più sull’idea di installazione multisensoriale. Le opere esposte lo testimoniano, allorché si basano su di un’esperienza di percezione intensa delle onde sonore o luminose (Joe James e John Whitney, Bill Viola, Gary Hill, Paul Sharits) Parallelamente artisti come Woody Vasulka e Nam June Palk (cui è dedicata una magnifica sala di sculture-monitor interattive, con vista su Parigi come scenografia) portano avanti le loro ben note ricerche sul linguaggio audiovisivo. Infine l’ultima parte intitolata Rotture prende in esame esperienze a sé stanti come quella di John Cage, di cui sono presenti diverse partiture, o quelle corrosive e ironiche di Fluxus, ma anche di Luigi Russolo, di Duchamp, di Beuys e Bruce Nauman. SONS & LUMIERES Une histoire du son dans l’art du XXe siècle Fino a al 3 gennaio 2005, GALERIE 1, SESTO PIANO. Mostra aperta tutti i giorni tranne il martedì, dalle 11 alle 21 Giovedì aperto fino alle 23 Centre Pompidou Place Georges Pompidou 75004 Parigi Metro : Hôtel de Ville ou Rambuteau Telefono: 01 44 78 12 33 Fax: 01 44 78 12 07 Info : www.centrepompidou.fr