Il flusso della contemporaneità

Opera in mostra a "La tentazione di esistere. 15 artisti in parlatorio" a Roma
 

14/05/2003

Ma perché solo ora questa consapevolezza? Luca Del Guercio "La nostra avventura inizia nel '98, quando abbiamo cominciato qui ad organizzare delle mostre collettive e ci siamo resi conto che la caduta di interesse verso la contemporaneità e che c'erano poche figure professionali che continuavano a muoversi. E che questa forma elitaria non teneva conto del sistema anche nel suo complesso, a qualsiasi epoca si appartenga la contemporaneità è un flusso altalenante di crescite e sprofondamenti ed è questo flusso e continuo cambiamento che fa la differenza, questo continuo aggiornamento delle esigenze con continue variazioni impreviste nella nostra civiltà. Pochi mesi fa me quello che davamo per scontato è stato messo in crisi da un attentato, ed è cambiato tutto volenti o nolenti, è cambiata la percezione del reale. Il flusso della contemporaneità non può essere una cosa che è incorniciata e rimane quella per sempre, non può essere incronachito. " Giancarlo Savino "Oggi l'arte soffre di cronaca, ci sono delle mostre che non sono altro che telegiornali fatti molto meglio, spettacolarizzati con degli oggetti. L'11 settembre ci ha colpito e troverai nelle nostre opere questo cambiamento, ma non troverai una foto delle torri, è banale stupido ed è cronaca è arte del quotidiano. L'arte ha tempi diversi dalla pubblicità, deve sedimentare, si legge nel tempo. In Italia si punta sulla spettacolarizzazione, negli altri paesi c'è più spazio, in Italia è stato ridotto tutto l'80% gallerie presentano solo stranieri perché si teme paura di essere provinciali. Le grandi strutture non sono legate con le microstrutture, con gli studi. C'è stata pure una confusione tra strumenti e contenuti, non esiste l'arte digitale o il video arte, esiste l'arte che utilizza il digitale, il video la pittura lo spago, tutto. Oggi abbiamo sfondato i meccanismi stilistici che tenevano separati gli artisti. E la selezione che viene fatta dai critici ,non può venir fatta allo stesso modo dalle strutture pubbliche, il pubblico dovrebbe di conoscere, archiviare, mettere in luce, offrire una rete; il privato può investire su chi vuole , ma dove si investono soldi dei cittadini l'offerta dovrebbe essere di amplissimo raggio." Ci sono gli artisti, i critici, c'è l'aspetto economico. Come vi ponete rispetto al mercato? Vendere è importante? Luca Del Guercio "Se da un lato la vendita è una transazione economica sacrosanta dall'altro è anche un valore simbolico, un riscontro, qualcuno ha quantificato il suo gusto. Ciò che il pubblico non trova nelle gallerie, può trovarlo negli studi e visto che le gallerie non riescono a dar conto della realtà romana lo può trovare con il piacere della scoperta negli studi degli artisti."

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