Il mercato dell'arte
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Studi aperti
14/05/2003
La microstruttura diventa mercante di se stessa…
Rocco Salvia "Il mercato dell'arte è cambiato dall'80 al '90, lo stesso problema cioè quello di cambiare organizzazione da parte degli artisti, ce lo hanno i galleristi, i mercanti, i collezionisti. La microstruttura è una struttura che funziona meglio e che consente di diventare progettuale, di mettersi in competizione anche con chi organizza le mostre.
Nel sistema degli anni '80, erano il critico e il museo a determinare la mostra, ora questa estensione agli artisti (che Studi Aperti ha documentato e archiviato in una guida) permette un aumento di qualità, c'è una qualità media più ampia. E' necessario riconoscere e documentare questa qualità, non si può pensare ad un mercato ristretto."
Rispetto al discorso di un mercato allargato ma frammentato, qual è il riferimento ed il criterio per il pubblico, per un acquirente sprovveduto ?
Giancarlo Savino "Noi sosteniamo che la gente che frequenta gli studi acquisisce un'educazione artistica… per cui non è possibile essere tratti in inganno. Se uno si reca nello studio di un'artista, non solo di uno e inizia a prendere questa abitudine, riuscirà ad acquisire una certa competenza.
Una volta il critico, non lo storico, era una persona informata dei fatti, era informato della situazione, sceglieva poi delle cose su cui fare la recensione e altre su cui non farla.
Oggi noi vediamo persone che non solo non sono informate dei fatti, ma non vanno negli studi, non vanno alle mostre, quindi non hanno quella competenza visiva, partono da una loro necessità di carriera, non di scambio e di ricerca. Come lo storico deve essere informato di quei fatti che sono stati registrati e per fare un lavoro serio devono passare trenta o quaranta anni, gli artisti interiorizzano il sentimento del tempo, non la cronaca. In Italia non esiste un archivio, né cataloghi. Ma dove è l'arte contemporanea, e fra cinquanta anni chi metterà mano a questo patrimonio cosa troverà una miriade di cataloghini e documenti sparsi."
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