Il ritorno di Velazquez in Italia

Courtesy of© Musée des Beaux-Arts d'Orléans | Velazquez
 

26/02/2004

La mostra sul Velazquez, appena aperta a Palazzo Ruspoli a Roma, appare come uno degli appuntamenti più importanti di quest’anno per gli amanti dell’arte. Chiunque desideri ammirare i capolavori dell’artista sivigliano potrà farlo fino al prossimo 30 giugno. L’esposizione è l’eccellente risultato dell’impegno profuso da parte di autorità e studiosi sia spagnoli che italiani, i quali hanno voluto proporre in questa sede un’immagine completa ed esaustiva del percorso artistico del pittore spagnolo. Vengono così presentate opere del primo periodo di attività dell’artista a Siviglia fino ad arrivare ai capolavori compiuti nel periodo di massima fama a Madrid. La prima sezione offre al visitatore pitture eseguite dall’artista negli anni della sua formazione: in questo periodo l’interesse per il naturalismo caravaggesco e i soggetti popolari tratti dai fiamminghi influenzano fortemente sia le opere a carattere profano che religioso. Nelle prime sale si incontrano capolavori come “Le lacrime di San Pietro” (coll. priv. Spagna) a cui fanno seguito scene di genere, egregiamente rappresentate dalle due versioni de “I contadini a tavola”, provenienti da Budapest e San Pietroburgo. Troviamo poi alcuni ritratti risalenti al primo soggiorno madrileno quali quelli di “Filippo IV” e dell’ “Infanta Maria d’Austria”. E' con queste prove che il Velazquez dà un colpo di spugna alla paludata ritrattistica di corte restituendo all’osservatore un’immagine più umana e vera della famiglia reale, rappresentata comunque con tutti i propri attributi e simboli. La mostra prosegue con alcuni dei quadri eseguiti dal sivigliano durante i due soggiorni italiani; primo fra questi è il luminosissimo “Paesaggio di Villa Medici” (Madrid, Prado), realizzato con piccoli e veloci tocchi che preannunciano la tecnica impressionista, seguito dalla concitata “Rissa presso l’ambasciata di Spagna” (coll. Pallavicini). Nelle stesse sale possiamo ammirare le opere del maestro spagnolo possedute da Francesco I d’Este, Duca di Modena, uno fra i suoi primi estimatori italiani. I curatori della mostra sono riusciti infatti a riunire ben quattro opere dell’artista contenute nelle collezioni estensi del XVII secolo, tra le quali spiccano gli splendidi ritratti di “Juan Mateos” e del “Cavaliere di San Giacomo”, ora entrambi a Dresda. Fra i quadri realizzati al suo ritorno a Madrid viene proposta in questa sede la splendida tela della “Tentazione di San Tommaso”. In essa si palesa l’attenzione rivolta dal pittore all’arte italiana, attenzione indirizzata in special modo ad artisti come Michelangelo, Raffaello, ma anche a personalità a lui contemporanee quali Pietro da Cortona, Reni o Guercino. L’esposizione offre anche il confronto ravvicinato fra il celeberrimo quadro del “Marte” (Madrid, Prado) e il modello che lo ispirò, l’“Ares Ludovisi” (Palazzo Altemps), uno fra gli esempi più alti della scultura classica. La statua dovette influenzare notevolmente il pittore, che, a distanza di anni, ripropose la medesima impostazione della figura nel “Marte”, interpretandola però in chiave più umana e realistica. Si prosegue con la rassegna di opere realizzate dal Velazquez negli ultimi venticinque anni della sua carriera, quando l’artista è all’apice del successo e del prestigio presso la corte spagnola a Madrid. Vengono posti all’attenzione dell’osservatore capolavori come “Il buffone Calabazas” (Cleveland) e “La cucitrice” (Washington), in cui la rappresentazione della realtà è resa magistralmente con poche pennellate, senza inutili aggiunte, e forse proprio per questo ancora più vera ed accattivante. L’esposizione termina una serie di ritratti della famiglia reale, sempre realizzati negli anni conclusivi dell’attività del pittore, fra i quali spicca il monumentale “Ritratto equestre allegorico di Filippo IV” degli Uffizi (in parte realizzato dal Velazquez e in parte dalla sua bottega) e i due dipinti raffiguranti l’Infanta Margarita d’Austria. E’ importante sottolineare la presenza nella mostra di tre degli autoritratti più discussi dell’artista spagnolo, che offrono agli studiosi d’arte un confronto simultaneo mai potuto effettuare prima d’ora. Accanto all’autoritratto di Valencia, unanimamente riconosciuto come autografo, troviamo quello degli Uffizi di Firenze e l’autoritratto dei Musei Capitolini di Roma, opera quest’ultima di eccellente qualità e da alcuni studiosi attribuita allo stesso Velazquez. Le opere esposte a Palazzo Ruspoli ripartiranno da Roma, a distanza di 350 anni, esattamente lo stesso giorno in cui il pittore lasciò la città che tanto aveva amato; si concluderà così il “terzo viaggio” del Velazquez in Italia. Palazzo Ruspoli Via del Corso, 418 Tel. 06/6874704 Fino al 20/6/2001 Orario 9.30-20 tutti i giorni, 9.30-21 sabato Ingresso £. 15000 intero, £. 11000 ridotto

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