Inquieto viaggiatore dell’immagine
Testa
07/03/2001
“Voglio continuare a dipingere, perché è uno dei miei pochi momenti di libertà. E sono convinto che tra pittura e pubblicità un’interazione totale. Il mio percorso non prevede il riposo della pittura come qualcosa di deviato rispetto al mestiere di ogni giorno.” (Armando Testa)
Diverse le testimonianze, gli approcci all’opera di Armando Testa, esploratore di tutti i possibili sentieri della comunicazione visiva. La rivoluzione che Testa opera nel campo pubblicitario deriva dal amore per la pittura. Tra la sua vita di pubblicitario e quella di artista non c’erano fratture né distanze, viveva le diverse discipline e tecniche in totale contaminazione e libertà.
A seguire alcuni brani che ci conducono in un viaggio particolare verso il “Pianeta Testa”.
"[…]Armando Testa è stato una figura chiave di una generazione autorevole di artisti, architetti grafici, registi e innovatori culturali in genere che durante gli anni Cinquanta e Sessanta crearono in Italia un punto di contatto straordinario tra avanguardia e cultura popolare. […] Sebbene Testa sia stato sostanzialmente un modernista, si può altresì affermare che la sua pratica artistica abbia fatto da guida alle tendenze post-moderne. Spesso infatti i suoi lavori sono incentrati su un processo di fusione e sintesi che unisce l’arte al commercio, all’intrattenimento e al design. Numerosi artisti di rilievo oggi combinano il linguaggio della pubblicità con quello dell’arte moderna e le loro innovazioni rendono sempre più indistinto il confine tra arte, intrattenimento, moda e design. Molti di loro hanno poi seguito l’esempio di Andy Warhol utilizzando come artistiche immagini commerciali. Da una prospettiva contemporanea Armando Testa potrebbe essere definito uno dei primi artisti del commercio. […]"
Jeffrey Deitch
"[…]Le opere di Armando sono icone. Il dio rappresentato non è uno solo, può essere un prosciutto come un vermut, un detersivo o un pannolino. Il dio è sempre diverso e ogni dio produce i suoi adepti e cerca i suoi fedeli, crea il suo paradiso, il paradiso in terra per la felicità di tutti. Gli dei sono tanti, ma il culto è uno solo, solo quello dell’icona. L’icona della comunicazione, l’icona che è sempre stata il centro della comunicazione. Armando Testa non era interessato ai prodotti che con spirito geniale raffigurava, lui era interessato all’arte, a quei segni che attraverso gli altari (religiosi e non) della cultura occidentale avevano tracciato il divenire dell’arte, complesso variegato e anche apparentemente contraddittorio. E vivere pacificamente il conflitto attuale tra un’arte per tutti e un’arte per l’arte.[…]"
Michelangelo Pistoletto
"[…]E’ un’emozione forte rivedere quei piccoli film, quei paesaggi lunari e metafisici, con occhi cresciuti che incontrano quelli di un altro artista, che ora capisco mi ha fatto anche un po’ da padre, entrando tutte le sere tra me e la mia famiglia con i suoi racconti e le sue visioni. Ora vedo le sue sfere e i suoi coni, le perfette geometrie, le luci, i pianeti e le prospettive metafisiche, vedeo Jacques Tati e John Ford, le gallerie, la pop art e la performance…E vedo oggi per la prima volta la foto di armando Testa, e riconosco in lui il meraviglioso innamorato Caballero Misterioso e mi sembra di percepire quanto lui stesso fosse dentro ai suoi sogni, e forse anche ai suoi incubi, e mi viene da sorridere ancora pensare a “la pancia non c’è più”. […]"
Grazia Toderi
"[…]Armando Testa Video-Maker. Ripenso ai numerosi filmati pubblicitari, alle storie e ai personaggi da lui creati, alle atmosfere surreali, alle scenografie fiabesche, e mi accorgo che ogni suo spot è un perfetto piccolo film. Questi geniali video-sogni rappresentano il frutto e la testimonianza di una sensibilità raffinatissima e visionaria. Le invenzioni linguistiche, l’originalità dei plot incorniciati in una dimensione a volte onirica, a volte più puramente fantastica, la massima semplicità unita ad una grande quantità di citazioni e di riferimenti pongono il lavoro di Testa in una posizione di costante e sincera sfida creativa ed estetica, ancora oggi estremamente all’avanguardia. […]"
Francesco Vezzoli
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