Italie 1880/1910

courtesy of Pinacoteca di Brera | Italie
 

26/02/2004

Siamo da tempo abituati ad imbatterci nel luogo comune secondo il quale l’arte francese detiene, nel panorama artistico europeo tra ‘800 e ‘900, il primato assoluto in fatto di modernità. Questa concezione risponde alla valorizzazione dell’arte secondo una visione della storia come “idea di progresso” e di conseguente liberazione dalla tradizione. In realtà anche in Italia, a cavallo tra i due secoli, si assiste ad una forte ricerca innovativa tendente ad un’espressione moderna e sincera in cui però, come sempre accade nell’arte italiana, si fanno i conti con il passato. Sono gli anni in cui prende avvio un forte processo di rinnovamento, premessa indispensabile per il futuro movimento moderno italiano. Tale ricerca di modernità troverà una cospicua varietà di risposte. La mostra “Italie. 1880-1910. Arte alla prova della modernità” che si aprirà il 23 dicembre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, per poi spostarsi al Museo d’Orsay di Parigi, ha come prima finalità proprio quella di far conoscere al pubblico francese, ma in questa anteprima romana anche a quello italiano, i diversi aspetti dell’arte di questo trentennio; la lettura che se ne dà è volutamente in opposizione all’idea di un’univoca via di sviluppo che dalla crisi del Verismo porta alle avanguardie. Anche l’Italia quindi entra a pieno titolo nella koinè europea della crisi di fine secolo. L’analisi delle tensioni e delle contraddizioni che caratterizzano questo periodo di transizione è il vero merito di questa mostra che attrae soprattutto per la novità dei suoi contenuti. Si parte dal “cosmopolitismo mondano” di De Nittis e Boldini, si passa per il “rifiuto simbolista” di Segantini e Previati, per poi approdare al Divisionismo, prefuturista nel caso di Balla e Boccioni, sociale in quello di Pellizza e Morbelli. A fare da contrappunto, le sculture del decadentista Wildt e due dipinti di De Chirico. Non a caso la “Lampada ad arco” di Balla è chiamata a chiudere il discorso per lasciare invece aperto quello sulla successiva avventura futurista. Oltre che spunto per rivalutare e approfondire un periodo così importante della nostra arte, la mostra è occasione per ammirare splendide opere giunte a Roma per la prima volta come Il castigo delle lussuriose e Il castigo delle cattive madri di Segantini, Lampada ad arco di Balla e Ragazzo nudo di Mancini.

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