L’ultimo “pittore dei principi”
Mengs
26/02/2004
Un dodicenne pittore boemo arriva a Roma nel 1741 spinto dalla necessità di un contatto diretto con le antichità classiche e con i capolavori dei grandi maestri dell’età moderna. Dopo un obbligato ritorno in patria, di lì a dieci anni della capitale papale farà la sua dimora, esportando in tutta Europa quello che ancor oggi definiamo stile “neoclassico”. L’artista si chiama Anton Raphael Mengs. Il padre, anch’egli pittore, gli ha dato quel nome in omaggio ad Antonio Allegri, più noto come Correggio, e a Raffaello Sanzio, i due insuperati principi del Rinascimento italiano.
A Roma, entrato in relazione con Winckelmann, Mengs pone le basi del rinnovamento artistico in chiave anti-barocca e anti-rococò. Con l’affresco realizzato nel 1761 per il salone centrale di Villa Albani, Il Parnaso, e con un libello ad uso dei giovani pittori, i Pensieri sulla Bellezza, edito l’anno successivo, egli impone il proprio marchio sulla nuova stagione artistica. Il suo ideale estetico, basato sul primato dell’antico e sulla forza normativa del modello classico, diviene legge per la generazione degli artisti nati intorno alla metà del secolo. Il suo sostenere il ritorno al disegno, come esercizio intellettuale e prova di razionalità da contrapporre alla mania “barocca” del colorire libero, fa la fortuna delle accademie d’arte del tempo. Schiere di pittori e di viaggiatori, conquistati dal fascino della “nobile semplicità e quieta grandezza” dei capolavori greci e romani, si riversano nelle sale del Museo Capitolino con matite e fogli di carta. Il viaggio a Roma, con le connesse passeggiate al Foro e al Campo Marzio, diviene un passaggio obbligato dell’educazione artistica di ogni giovane europeo.
A Mengs, l’artista più pagato di tutto il Settecento, il “Mozart della pittura” (entrambi figli d’arte, entrambi talenti precocissimi, entrambi fortemente influenzati dalla cultura italiana, entrambi artisti che hanno saputo esprimere il meglio della tradizione e anticipare potentemente il nuovo), è dedicata l’ampia retrospettiva che si apre il 3 marzo a Palazzo Zabarella a Padova.
Le centoventi opere esposte, provenienti da sessanta musei e collezioni europee e statunitensi, passano in rassegna l'intero percorso artistico del pittore, dagli esordi alla corte di Augusto III di Sassonia a Dresda fino alle opere della maturità, spedite dall’atelier romano ai grandi di Spagna, Inghilterra e Russia. Accanto ai celebri ritratti dei protagonisti del secolo e a sceltissime opere di soggetto religioso, la mostra propone una selezione ampia dei dipinti di tema mitologico, quelli che meglio evidenziano le capacità innovative e rivoluzionarie dell’arte di Mengs. Sono esposti inoltre svariati fogli che documentano i livelli raggiunti dall’artista nello studio del nudo e del panneggio. Per documentarne l’attività di decoratore di soffitti e di pareti viene infine proposta una serie di incisioni originali che, diffuse e ammirate ovunque, influenzarono gran parte degli artisti europei del tempo.
I critici del XIX secolo, con il trionfo del Romanticismo, non sono stati generosi con Mengs, accusato di intellettualismo e mediocrità . Giulio Carlo Argan e Pietro Longhi, i due massimi storici dell’arte italiana del Novecento, non sono stati più comprensivi. E’ toccato a tre grandi studiosi di cultura anglosassone, Robert Rosemblum, Hugh Honour e Mario Praz, il merito della rivalutazione storica e artistica del Neoclassicismo (e dei suoi rappresentanti di maggior spicco). A Steffi Roettgen, da anni impegnata nella stesura di una monumentale monografia su Mengs (per ora edita solo in tedesco), spetta il progetto della mostra, episodio conclusivo di un percorso di “riscoperta” e rilancio dell’attività del maestro boemo.
Dopo Padova la grande esposizione si trasferirà a Dresda (23 giugno – 3 settembre 2001) per festeggiare la conclusione dei restauri del Castello Reale della città.
Mengs. La scoperta del Neoclassico
3 marzo – 11 giugno 2001
Padova, Palazzo Zabarella
Via San Francesco 27
Orari: 10-19; sabato e festivi 10-21; lunedì chiuso
Biglietto: intero £ 15000; gruppi £ 12000; scolaresche £ 10000
Informazioni e prenotazioni: tel 0498756063; email: fondazione@palazzozabarella.it
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
I programmi da non perdere dal 28 ottobre al 3 novembre
La settimana dell’arte in tv, da Tiziano a Boccioni
-
I programmi da non perdere dal 4 al 10 novembre
La settimana dell’arte in tv, da Tutankhamon a Enrico Baj
-
Sul piccolo schermo dall’11 al 17 novembre
La settimana dell'arte in tv, dai Bronzi di Riace a Monet
-
I programmi da non perdere dal 18 al 24 novembre
La settimana dell’arte in tv, da Goya ai segreti dei colori
-
Roma | Dal 22 al 24 novembre alla fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea
Dodici busti di Antonio Canova ospiti di Roma Arte in Nuvola