L’arte del racconto

Un'opera di Joanpere Massana
 

02/01/2004

Conoscere un artista, parlare di pittura, tecnica e sentimenti. Arte.it, in occasione della personale allestita nella galleria milanese “Il Torchio”, incontra Joanpere Massana, giovane pittore catalano. Come è nata l’idea della mostra? J.M. “La mostra nasce dall’idea di continuare a fare arte con l’idea del racconto. Anche la mia mostra precedente, Il libro dei giochi, era un racconto. In questo caso la nascita di mia figlia Jana, ha originato una serie di opere in cui, attraverso il colore, il supporto, le immagini cerco di raccontare a mia figlia le cose belle e meno belle della vita”. Il percorso espositivo segue un criterio particolare? J.M. “No, ogni opera è indipendente come se questi “racconti” fossero episodi. Se continuiamo a usare la metafora del libro, non si tratta di un romanzo ma di un vero e proprio libro di racconti”. Quali sono le doti e le capacità che secondo lei un artista dovrebbe avere? J.M. “Occorre prima di tutto una grande disciplina. Il lavoro dell’artista non è un lavoro da privilegiati ma un percorso dove il sudore può non dare gli effetti desiderati. La cosa principale è comunque essere sempre fedeli a se stessi”. Guerra, pace, ecologia, sentimenti, sogni; temi importanti. A cosa si ispira per la creazione delle sue opere? J.M. “Sono le cose della vita, spesso flash back autobiografici. Tutto dipende dalle diverse occasioni che la vita ti offre. Ho avuto momenti più drammatici e momenti, come questo, più felici. Non credo nel luogo comune per cui l’artista produce meglio quando è infelice”. Ci parli del suo percorso professionale... J.M. “Ciò di cui sono felice è che la mia formazione non sia monoculturale. Ho studiato musica (chitarra classica e canto gregoriano) e c’è stato un momento in cui ho pensato che la mia professione fosse quella di cantautore. Poi il diploma di scultura all’Accademia di Belle Arti di Barcellona mi ha portato a definire con precisione quella che sarebbe stata la mia strada. Come per tutti agli esordi ero innamorato della pittura dei grandi maestri del Novecento, in particolar modo del secondo Novecento. Oggi credo di aver acquistato una maggiore autonomia”. A cosa non rinuncerebbe mai... J.M. “Alla mia famiglia”. Quali sono i suoi progetti per il futuro? J.M. “Ho in programma la partecipazione con la galleria Il Torchio/Costantini Arte Contemporanea ad Arte Fiera a Bologna. Poi una nuova mostra a Barcellona questa estate”.

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