La Sacra Corona d’Ungheria

Ungheria
 

10/12/2001

Per nulla scalfite dal passare del tempo, alcune preziose testimonianze del passato giungono fino ai nostri giorni cariche ancora di quel fascino che nei secoli ha visto accrescere il loro valore simbolico. Così è stato anche per la Sacra Corona d’Ungheria, il principale e più antico simbolo del diritto sovrano durante i periodo monarchico, fino a divenire simbolo stesso della nazione anche dopo la caduta dell’ultimo re magiaro. La storia di questo preziosissimo oggetto ha inizio, secondo una tradizione agiografica, nell’anno mille, quando Papa Silvestro II avrebbe inviato la Corona al giovane re Istvan degli Arpàd, patrono e fondatore della nazione ungherese. Ma la regale insegna non si presenta soltanto come il segno concreto di secoli di storia legati alla monarchia magiara, questo magnifico oggetto rappresenta comunque uno dei più alti esempi di arte orafa, troppo spesso relegata a margine delle cosiddette arti maggiori, e che invece in epoche passate contendeva alla pittura e alla scultura gli artisti più raffinati e prestigiosi. La Corona è infatti un affascinante lavoro di assemblaggio che la rende nel suo genere un pezzo unico: composta da due parti distinte, eseguite in epoche e con stili differenti, presenta nella parte inferiore l’esito più alto della sua manifattura. Il pezzo sottostante, composto da una fascia d’oro piegata a cerchio e sormontata da elementi triangolari e a semicerchio, è un manufatto uscito dalle botteghe orafe bizantine agli inizi dell’undicesimo secolo. Splendide sono le gemme che nella fascia si alternano a placchette di smalto cloisonné, e splendida è anche la raffigurazione del Cristo Pantocrator che si eleva dal semicerchio principale nella parte anteriore della Corona. Il trono ingioiellato su cui è seduto il Cristo è mirabile nella resa minuziosa e raffinatissima dei particolari, ma questo si può affermare anche per le placchette sottostanti, dove le figure dei due Arcangeli, dei Santi Guerrieri e dei Santi Medici, nulla hanno da invidiare agli esempi più alti dei mosaici minuti o dei codici miniati. Sul retro sono raffigurati i ritratti dei personaggi storici che furono legati all’arrivo in Ungheria della Corona, fra cui Geza I, padre di Stefano I, e marito della principessa bizantina per cui forse fu confezionata la Corona. La struttura superiore dell’insegna regale, chiamata latina, è più moderna (probabilmente appartenente al XII secolo) e di fattura qualitativamente inferiore; sulle quattro bande auree che la compongono troviamo un Cristo Pantocrator, palesemente dipendente dall’esemplare soprastante di cui abbiamo già accennato, e le immagini in smalto policromo di otto Apostoli, incastonati entro placchette incorniciate da perle e almandine, decorate poi da motivi zoomorfi. Purtoppo le due Corone furono assemblate in maniera alquanto rozza, evidenziata dalle teste dei chiodi che spuntano qua e là dalle bande auree, ciò però non scalfisce minimamente il fascino e lo splendore che questo antichissimo oggetto ancora riesce ad emanare, obbligando gli appassionati del genere a non potersi esimere da una visita a Budapest dove la millenaria Corona è ancora conservata.

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