Le fotografie in esposizione
camera work
06/02/2002
Tra le foto proposte nell’esposizione romana spiccano molte fotoincisioni a tiratura limitata stampate dagli stessi autori per Camera Work. Le immagini appese alle pareti non ci restituiscono pienamente il senso dell’esperienza che facevano gli statunitensi di inizio XX secolo che acquistavano la rivista: chi ha allestito la mostra ha quindi pensato bene, in alcuni casi, di contestualizzare le immagini presentandole in apposite vetrine con il numero della rivista in cui sono state pubblicate la prima volta.
Inoltre la serie della Royal Photographic Society comprende varie stampe che riconducono ai vari esperimenti tecnici fatti dalla rivista, aspetto tanto a cuore del suo direttore Stieglitz: stampe alla gomma bicromata, alla gomma al platino, al carbone, restituiscono la varietà e il fascino di queste immagini.
Tra gli scatti più celebri presenti al Palazzo delle Esposizioni va ricordato il “Flat Iron Building”, il grattacielo che fa da angolo tra la Fifth Avenue e Broadway, colto da Stieglitz in una tempesta di neve. Lo stesso fotografo scrive a riguardo di essere rimasto ammaliato quel giorno dall’immagine che gli si era presentata davanti agli occhi, tanto da scattare un’intera serie di istantanee nei giorni successivi.
Tra le serie merita una citazione quella di Evans incentrata sulla “Cattedrale di Ely”, dall’eloquente sottotitolo “ricordo dei Normanni”.
Oltre alle grandi costruzioni sono ben testimoniati i tanti volti di personaggi illustri fotografati dagli artisti di Camera Work: la splendida foto di Julia Margaret Cameron che ritrae l’attrice inglese Ellen Terry, all’età di quattordici anni, in atteggiamento melanconico; i ritratti di Stieglitz e degli altri fotografi; quello di Auguste Rodin opera di Coburn, ecc.
Chiude l’esposizione, così come chiuse la parabola della rivista, Paul Strand, con le immagini dei volti dei passanti, degli uomini comuni, tra i quali l’indimenticabile uomo cieco con il cartello “Blind”.
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