Le Marche di Lorenzo Lotto

Courtesy of Hampton Court | Ritratto di Andrea Odoni
 

18/10/2001

Nel piccolo fazzoletto di terra compreso tra la provincia di Ancona e quella di Macerata Lorenzo Lotto trascorse molti anni della sua vita. Emarginato in patria, messo spesso nelle condizioni di cercare lavoro altrove, il pittore si ritrovò più volte (data anche la facilità dei collegamenti via mare tra Venezia e il litorale adriatico) a soddisfare le richieste provenienti dagli ordini monastici e dall'aristocrazia marchigiana. I musei di Ancona, di Jesi, di Recanati, il Palazzo Apostolico di Loreto, le chiese di Monte San Giusto, Caldarola, Cingoli e Mogliano conservano così una nutrita serie di opere che, scampate alle confische napoleoniche e alle incursioni ottocentesche dei collezionisti europei, documentano tuttora lo stretto legame che unì il solitario artista veneziano alla più appartata provincia pontificia. Nella Pinacoteca Civica di Recanati, ospitata nel Palazzo Comunale della bella città, sono conservate le prime prove marchigiane del pittore, datate tra il 1508 e il 1512, a cavallo dell'unico soggiorno romano: il monumentale Polittico di Recanati, realizzato per la locale chiesa di San Domenico secondo un'impostazione ancora quattrocentesca, memore della lezione di Alvise Vivarini e Antonello da Messina; un San Giacomo pellegrino; una smagliante Trasfigurazione. Accanto ad esse trova collocazione la celeberrima Annunciazione, di qualche anno posteriore, una delle più originali creazioni lottesche, da sola degna della visita. Affacciata sulla stessa piazza la chiesa di San Domenico custodisce, nella seconda cappella della navata sinistra, un San Vincenzo Ferreri in Gloria, prima prova di Lotto nella tecnica dell'affresco. Importanti dipinti della maturità del pittore sono conservati nella Pinacoteca Civica di Jesi, al primo piano del bel Palazzo Pianetti. Affiancano la celebre Deposizione nel sepolcro del 1512, di chiara ascendenza raffaellesca, due stupende tavolette con l'Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata, la Madonna delle rose, datata 1526 e realizzata per la comunità francescana della città, la squillante Pala di Santa Lucia, di sei anni successiva, la Visitazione e l'Annunciazione, parti separate di un'originaria unica composizione. La monumentale Crocifissione della chiesa di Santa Maria in Telusiano a Monte San Giusto appartiene allo stesso periodo: in essa Lotto immette un vivace linguaggio popolaresco, intensamente drammatico, memore della lezione di Gaudenzio Ferrari al Sacro Monte di Varallo e del Pordenone a Cremona. Le figure contorte di Cristo sulla croce e dei due ladroni, straziati dalla sofferenza, il potente gioco di diagonali ne fanno un manifesto ante litteram dell'espressionismo e della diffusa insofferenza del tempo per il tradizionale equilibrio delle composizioni classicheggianti. Risalendo a Nord, dopo un eventuale breve passaggio a Mogliano (nella chiesa arcipretale di Santa Maria è conservata una bella Madonna in Gloria con Angeli e Santi) e a Caldarola (dove, nella chiesa di San Martino, è possibile ammirare una Madonna in Gloria e i Santi Cosma e Damiano in adorazione, realizzata a quattro mani dal Lotto e da Durante Nobili, suo principale allievo marchigiano), a Cingoli, nella chiesa di San Nicolò, si può ammirare la Madonna del Rosario, una delle più complesse composizioni dell'artista, profondamente devota, datata al 1539. Il felice gioco dei tre angioletti che spargono petali di rose è uno degli ultimi momenti sereni della pittura lottesca. Ad Ancona, finalmente sul mare dopo tanto girovagare nell'entrotrerra, la Madonna con il Bambino incoronata dagli angeli e quattro Santi della Pinacoteca Civica "Francesco Podesti" accoglie il viaggiatore. Sottoposta recentemente ad un delicato restauro, la pala sorprende soprattutto per lo splendido paesaggio del fondo. Un'Assunta, purtroppo ridipinta nel Settecento, conservata nella chiesa di San Francesco alle Scale, completa la tappa anconetana. L'ultima sosta dell'itinerario è il Palazzo Apostolico di Loreto. Nel piccolo centro, dove Lorenzo trascorse gli ultimi quattro anni di vita, sono ospitati una serie di dipinti realizzati dal vecchio artista "a commento" delle solitarie giornate. Accanto al San Cristoforo tra i Santi Rocco e Sebastiano, dipinto intorno al 1535, colpiscono per l'intensità emotiva il Cristo e l'adultera e la Presentazione al Tempio, ultima opera del pittore, rimasta incompiuta. Una buona guida stradale e una succinta monografia sull'artista (ce ne sono in vendita a poco prezzo in ogni libreria d'arte) vi metteranno nella condizione di affrontare il breve itinerario nel miglior modo possibile. Avrete il privilegio di entrare in confidenza con uno dei maggiori artisti di tutti i tempi, troppo spesso relegato al ruolo di "comparsa" e invece grande protagonista del Rinascimento italiano.
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