Le Repubbliche dell’Arte: Germania
germaniaarte
26/02/2004
Nuovo appuntamento con “Le repubbliche dell’arte” presso il Palazzo delle Papesse di Siena con una mostra dedicata all’arte contemporanea tedesca.
La mostra intende esplorare le contraddizioni di un’esposizione “nazionale”. Parlare di “Arte Tedesca” oggi non è semplice. Assumere come comune denominatore un’area geografica rischia a volte di sostenere strategie ideologiche o di promozione commerciale proprie del paese ed estranee all’esigenza artistica. E proprio sulla costruzione di un’identità, sull’arbitrarietà dei confini di uno stato, sul carattere retorico delle immagini e sui clichés nazionalistici operano gli artisti invitati. Tra questi ci sono alcuni (come Rirkrit Tiravanija, Anny e Sibel Öztürk, Sean Snyder o i danesi del gruppo Superflex) che non sono tedeschi di nascita, ma che hanno scelto di vivere in Germania o il cui lavoro si rivolge in maniera diretta alla società tedesca nel tentativo di instaurare un dialogo tra culture diverse.
Artisti come Rirkrit Tiravanija o Anny e Sibel Öztürk combinano diversi background culturali. Tiravanija, noto artista che si esprime attraverso la tecnica culinaria, cucinando Flädlesuppe (una zuppa con strisce di pancake) nella città di Amburgo, ha compiuto una doppia miscelazione di culture. Da un lato ha introdotto nel Nord della Germania un piatto che considera “tipicamente” tedesco ma che è meridionale, dall’altro, in quanto artista di origini tailandesi, ha reso la zuppa molto speziata. Anny e Sibel Öztürk ricostruiscono un interno domestico della ex-DDR a partire dall’idea che se ne sono fatte sulla base dei film che hanno visto in tv. I gemelli Uwe e Gert Tobias, che lavorano sotto lo pseudonimo di Tobias Z., sono originari di Siebenbürgen, un’area tedesca della Romania. A Siena presentano “Neustadt” (Romania), un’opera che confronta immagini e storie dei due artisti e dei loro familiari con la situazione locale. Gabriele Basilico fotografa le architetture di Berlino Est restituendo un’immagine fredda, ma al tempo stesso straziante della recente storia tedesca. Jeanne Faust si è invece recata in Bavaria per realizzare fotografie quali fotogrammi di un possibile film. Nel lavoro di questi artisti si incontrano prospettive differenti: esperienze personali, memorie, storie raccontate da altri o lette da qualche parte; il passato e il presente si mescolano fino a non poter più essere distinti.
La memoria e il tempo giocano un ruolo importante anche nelle “mappe mentali” di Franz Ackermann. Il suo sguardo sulla situazione urbanistica è il risultato di differenti immagini di viaggi, che l'autore ricorda e combina nelle proprie opere. Sean Snyder è interessato agli spazi urbani e alle loro implicazioni politiche ed economiche connesse a immagini prefabbricate. Monica Bonvicini esamina i moduli prodotti dall’architettura moderna focalizzando la propria attenzione sul ruolo delle donne. Eva Hertzsch e Adam Page si confrontano proprio con l’immagine della città di Siena: una città storica, antica e con il divieto di circolazione per le automobili. Realizzano quindi un falso ma verosimile ingresso di garage sulla facciata posteriore del Palazzo delle Papesse quale simbolo di privilegio sociale ed economico. “Revolution Non Stop” di Christoph Schäfer è invece un film dedicato alla città di Amburgo e alla sua immagine ripulita, che affronta alcuni stereotipi della politica della sinistra tedesca. Rivoluzionati anche i cliché di discorsi economici da John Bock nelle sue lezioni-performance di pseudo-economia. Plamen Dejanov & Swetlana Heger hanno collaborato con la BMW rappresentando la compagnia in ambiti solitamente non destinati all’industria.
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