Lo sguardo di Manuel Alvarez Bravo
Manuel Alvarez Bravo
25/02/2004
Ritratti, volti, nature morte e inni alla vita. Giochi di ombre e di sguardi. Ecco gli elementi dell’arte fotografica di Manuel Alvarez Bravo, tutti ammirabili sino al 15 luglio nella mostra “Lo sguardo di Manuel Alvarez Bravo” al Palazzo delle Esposizioni a Roma.
Più di settanta vintage prints provenienti dal museo di Arte Moderna del Messico, la terra natia tanto amata e immortalata dal suo fotografo più sensibile.
Attraverso le fotografie scorrono davanti agli occhi volti, immagini, paesaggi ed emozioni della terra messicana.
Ci sono nature morte con frutta, pile di legna, viti e bulloni in statica posa. E contro l’immobilità ci sono anche taste biciclette, spesso fotografate ferme ma che sembrano pronte alla corsa. Bicicli poco più che rottami ricchi di forza, e forse di anima. Ci sono ritratti di donne sognanti, affacciate al balcone. Immagini di bambine nascosta tra foglie di tabacco o sul molo con in mano un pesce. Attimi rubati a una vecchia alla bancarelle della frutta.
Donne che ci sono e si vedono, ma anche assenti di cui si immagina una fugace presenza in un vestito lasciato svogliatamente su una sedia. Un vestito per una donna che non c’è o poco più in là una donna presente per un abito che non esiste. Un corpo nudo fasciato di bende.
E ci sono uomini, nelle fotografici di Alvarez Bravo. Sono uomini che sognano, che dormono. Che sembra vogliano combattere le lacrime. C’è insieme nelle opere del fotografo messicano un senso di solitudine dignitosa e insieme di speranza che solo la miseria sa infliggere. E c’è nascosta ma presente o almeno delicatamente sussurrata la morte, nei luoghi impressi dallo scatto dell’artista: il muro di un cimitero, il segnale che indica l’accesso alla camera mortuaria. E contro la morte dei poveri c’è, inestimabile ricchezza, l’amore. Nello sguardo di giovani donne e nelle coppie ritratte.
Stupiscono e incantano i titoli delle foto, scelti come brani di poesie: “La buona fama addormentata”, “Fra un po’, coppia all’inizio di una lunga strada.” “Illusa”. Sarà per questo motivo che il poeta Octavio Paz lo ha più volte celebrato nei suoi versi? Scatti che oltre che paesaggi, volti e corpi sembrano voler immortalare l’anima, l’identità del fiero popolo messicano, dando alla realtà che Alvarez Bravo mette in posa davanti all’obiettivo tratti onirici e surreali, in alcuni casi cinematografici frutto certamente della profonda amicizia che legava il fotografo al regista Luis Bunuel.
Lo sguardo di Manuel Alvarez Bravo
Palazzo delle Esposizioni
Fino al 15 luglio
Inf. 06 48 94 11
Orari dalle 10 alle 21 escluso il martedì
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