Lo studio Schmidt

Black Diamond
 

05/04/2001

Lo studio Schmidt, Hammer & Las-sen A/S, fondato nel 1986, è la firma di un giovane e indipendente team di architetti orientati verso il design, che ha già ricevuto numerose commissioni in Danimarca e all’estero. Nel paese scandinavo i loro progetti hanno influenzato lo sviluppo dell’architettura, mentre a livello internazionale, lo spirito è quello di una continua ricerca e cooperazione, per formare uno stile mai chiuso nei limiti di una nazione. I progetti in corso formano una mappa mondiale che comprende USA, Spagna, Monaco, Francia, Groenlandia, Germania e l’equipe dello studio è stato recentemente coinvolto in viaggi di apprendimento negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa.Tra i progetti realizzati, in Groenlandia nel 1994 è stato costruito il Centro Culturale di Nuuk, che comprende una biblioteca, il Teatro Nazionale, una Scuola d’Arte e un aditorium. La facciata in legno si impone frontalmente con la sua estensione longitudinale e la sua forma ondulata è un classico dell’architettura nordica (evidente l’influenza di Alvar Aalto); segno anche della modellabilità di qualsiasi materiale per restituire quella sensazione organica che solo la forma non-squadrata può dare. L’edificio vuole essere l’immagine della luce nordica, e il suo design si è ispirato al magnifico e drammatico paesaggio artico, esemplificando la metodologia di studio sul territorio per trovare il giusto equilibrio tra sviluppo tecnico e natura. Numerosi edifici sono stati inoltre realizzati per i trasporti (l’aereoporto di Copenhagen), per lo sport (l’importante centro nazionale dello sport, per varie aziende scandinave). Il progetto di ricostruzione di una parte dell’Università di Copenhagen conferma l’importanza dello spazio aperto, del verde, della luce solare per la vita dell’uomo secondo la concezione urbana scandinava. Infine il musée du quai Branly di Parigi, situato proprio accanto alla Tour Eiffel, che ospita collezioni etnografiche dell’Africa, dell’Asia dell’Oceania e delle Americhe. La risposta dello studio alla richiesta del cliente di creare un ambiente che potesse ospitare varie attività, è stata quella di decomporre il museo in 19 cubi individuali, collegati tra loro internamente ed esternamente, formando così una sorta di “città-museo”. Quattro dei cubi sono trasparenti e insieme formano un ampia, aperta struttura che accoglie il visitatore, da cui accedere a tutte le altre attività. Nella sala principale una rampa scultorea porta al piano più alto, dove risiede la collezione permanente e da dove, sopra i tetti di Parigi si possono ammirare gli esotici oggetti esposti.

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