MARIO SCHIFANO TUTTO
Schifano
07/12/2001
Quarant’anni di intensa attività, che hanno dato vita a ventimila opere, condensati in un’esposizione che ne conta circa trenta. C’è qualcosa che non torna. Eppure i curatori della mostra e il comitato scientifico della stessa rispondono ad una sola voce, affermando che la scelta dei pezzi esposti permette di abbracciare in maniera esauriente l’orizzonte artistico del grande pittore scomparso nel 1998.
La mostra è stata allestita negli spazi espositivi dell’ex fabbrica Peroni, dal 1983 sede della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea. Gli ambienti sono occupati dalle grandi tele di Schifano alternate a schermi a tutta parete che ci raccontano l’artista intento al lavoro, mentre gioca con il figlio che dipinge una tela, (videodiari, super8). Non era possibile raccontare Schifano senza inserire qualche schermo, i televisori che da sempre sono indissolubilmente connessi alla sua vena artistica, che lo connotano a buon diritto come un “happy few nel mondo della tecnica” (Alberto Boatto).
L’idea di questa esposizione, precisano Monica De Bei Schifano e Barbara Tosi, curatrici della mostra, nasce nel 1999: obiettivo unico quello di riprodurre un progetto di Mario che già nel 1997 aveva in mente “una mostra di qualità moderna e virtuale con pochi quadri dentro stanze oscure e tante proiezioni”.
Tre le sezioni, o meglio portali, in omaggio alla tecnologia che tanta parte ha avuto negli interessi dell’artista, in cui l’esposizione è suddivisa. Ognuna prende nome dal titolo delle opere che la introducono: “Open sesame”, “Splendido e astratto” e “Musa ausiliaria”. I primi due, grandi pannelli trattati con smalto su carta intelata, sono stati realizzati nei primi anni ’60; il terzo è l’ingrandimento di un fotogramma sul quale Schifano ha aggiunto pennellate proprie.
La mostra, che resterà aperta fino a marzo, si propone, inoltre, di difendere il patrimonio artistico di Mario Schifano. A questo riguardo ha le idee molto chiare Pierfilippo Capello, presidente della fondazione Mario Schifano: la mostra ha la capacità di testimoniare la differenza tra le opere autografe dell’artista svincolandole dai tanti falsi che sono sul mercato, oltre chiaramente ad abbattere definitivamente quell’idea bohemienne che nell’immaginario collettivo vede il nome di Schifano legato a quella riduttiva triade fatta di sesso, droga e falsi.
E’ anche per questo che la mostra è affiancata da una sezione didattica che porterà molte scuole negli spazi espositivi dell’ex fabbrica Peroni, per far sì che anche i bambini sappiano, come precisa ironicamente Fulvio Abbate, che negli ultimi cinquant’anni nel panorama artistico italiano “oltre a Giorgio De Chirico, quello che faceva manichini, c’era anche Mario Schifano”.
MARIO SCHIFANO TUTTO
Fino al 31 marzo 2002
Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea
Spazi Espositivi ex-Fabbrica Peroni
Via Reggio Emilia, 54 – Roma
Orario: da martedì a domenica 9-19; festività 9-14; lunedì chiuso
Biglietto: intero £. 10000; ridotto £. 8000
Tel. 06 67107900
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