A settembre visite guidate per il ritorno nella cattedrale di Pescia
Metti un sabato a tu per tu con La Madonna del Baldacchino di Raffaello
Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, 1506-1508, Olio su tela, 216 x 248 cm, Allestimento nella Cappella Turini
Samantha De Martin
05/09/2023
Realizzata da Raffaello tra il 1506 e il 1508, la Madonna del Baldacchino è l’unica opera ad oggi conosciuta, tra quelle di grandi dimensioni e di destinazione pubblica, appartenenti al periodo fiorentino dell’Urbinate.
Fino al 1° ottobre la si può ammirare nella cattedrale di Pescia dove rimase fino al 1697 all’interno della Cappella Turini. In occasione delle ultime settimane di apertura della mostra Raffaello, La Madonna del Baldacchino. Ritorno in cattedrale, per tutto il mese di settembre, il sabato pomeriggio, sono previste speciali visite guidate.
Le visite in programma - sabato 16, 23 e 30 settembre, alle 17, e sabato 9 settembre alle 18 - già realizzate con successo nei pomeriggi di sabato del mese di agosto, dureranno circa 30 minuti e permetteranno di conoscere gli aspetti più salienti del capolavoro raffaellesco e della cattedrale di Pescia.
La visita si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Uffizi Diffusi, il progetto ideato da Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, che consente alle opere conservate presso il museo fiorentino di raggiungere altri luoghi della Toscana.
Nata dalla collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi, la Diocesi di Pescia, La Fondazione Caript e il comune di Pescia, l’esposizione permette ai visitatori, dopo oltre 300 anni, di godere del capolavoro nella collocazione originaria, in dialogo con la copia seicentesca di Pier Dandini.
Al pubblico saranno presentati il contesto storico e le vicende artistiche collegate alla genesi e alla fruizione del capolavoro. L’allontanamento della pala da Pescia (di notte, in tutta fretta) aveva generato non pochi malumori tra i suoi abitanti. Ma andiamo con ordine.
Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, 1506-1508, Olio su tela 216 x 248 cm, Firenze, Galleria Palatina
Giorgio Vasari ricorda come la famiglia Dei, titolare di una cappella nella chiesa di fiorentina di Santo Spirito, avesse commissionato il dipinto all’Urbinate. Tuttavia, chiamato a Roma nell’autunno del 1508 da papa Giulio II che gli affidò la decorazione delle Stanze di Raffaello, il maestro lasciò incompiuta la pala per i Dei. Il capolavoro non raggiunse mai la chiesa, ma fu rimpiazzato nel 1522 dalla Sacra Conversazione di Rosso Fiorentino, anch’essa oggi esposta nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Dopo la morte dell’Urbinate la Madonna del Baldacchino fu acquistata da Baldassarre Turini, segretario di Leone X e grande amico di Raffaello, rampollo di una delle famiglie più in vista di Pescia, che la destinò alla cappella della sua famiglia nella Cattedrale della sua città natale. Qui rimase fino al 1697, quando fu comprata dal Gran Principe Ferdinando de’ Medici, figlio del granduca Cosimo III ed erede al trono granducale. La vendita provocò non pochi dissapori tra gli abitanti di Pescia, profondamente legati al culto della Vergine e al quadro di Raffaello, tanto che fu necessario spostarla di notte per poterla trasportare a Firenze, sostituendola con una copia eseguita dal fiorentino Pier Dandini. Da quel momento non è più tornata.
L’armonia delle figure, la delicatezza delle espressioni e la capacità di costruzione dello spazio, arioso e monumentale, ma al tempo stesso misuratissimo - elementi che provano quanto Raffaello avesse fatto propri i modelli appresi a Firenze da Fra Bartolomeo, Leonardo e Michelangelo - rendono l’opera una delle più memorabili dell’artista. Il restauro compiuto nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure tra il 1987 e il 1991, e le recenti indagini effettuate in occasione della iniziativa di Uffizi Diffusi hanno confermato l’antica testimonianza vasariana secondo la quale la pittura in nessun punto è del tutto completa.
L’accesso alla mostra è consentito tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20, il sabato, la domenica e nei giorni festivi, dalle 10 alle 20. Con un unico biglietto è possibile accedere anche al Museo Civico di Palazzo Galeotti e alla Gipsoteca Libero Andreotti.
Per motivi di sicurezza l’accesso alla Cappella Turini è consentito a un massimo di 20 persone ogni 20 minuti. La prenotazione è quindi fortemente raccomandata e può essere effettuata accedendo al sito www.madonnadelbaldacchino.it.
Leggi anche:
• La Madonna del Baldacchino di Raffaello torna nel Duomo di Pescia dopo 300 anni
• Raffaello, la Madonna del Baldacchino. Ritorno in Cattedrale
Fino al 1° ottobre la si può ammirare nella cattedrale di Pescia dove rimase fino al 1697 all’interno della Cappella Turini. In occasione delle ultime settimane di apertura della mostra Raffaello, La Madonna del Baldacchino. Ritorno in cattedrale, per tutto il mese di settembre, il sabato pomeriggio, sono previste speciali visite guidate.
Le visite in programma - sabato 16, 23 e 30 settembre, alle 17, e sabato 9 settembre alle 18 - già realizzate con successo nei pomeriggi di sabato del mese di agosto, dureranno circa 30 minuti e permetteranno di conoscere gli aspetti più salienti del capolavoro raffaellesco e della cattedrale di Pescia.
La visita si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Uffizi Diffusi, il progetto ideato da Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, che consente alle opere conservate presso il museo fiorentino di raggiungere altri luoghi della Toscana.
Nata dalla collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi, la Diocesi di Pescia, La Fondazione Caript e il comune di Pescia, l’esposizione permette ai visitatori, dopo oltre 300 anni, di godere del capolavoro nella collocazione originaria, in dialogo con la copia seicentesca di Pier Dandini.
Al pubblico saranno presentati il contesto storico e le vicende artistiche collegate alla genesi e alla fruizione del capolavoro. L’allontanamento della pala da Pescia (di notte, in tutta fretta) aveva generato non pochi malumori tra i suoi abitanti. Ma andiamo con ordine.
Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, 1506-1508, Olio su tela 216 x 248 cm, Firenze, Galleria Palatina
Giorgio Vasari ricorda come la famiglia Dei, titolare di una cappella nella chiesa di fiorentina di Santo Spirito, avesse commissionato il dipinto all’Urbinate. Tuttavia, chiamato a Roma nell’autunno del 1508 da papa Giulio II che gli affidò la decorazione delle Stanze di Raffaello, il maestro lasciò incompiuta la pala per i Dei. Il capolavoro non raggiunse mai la chiesa, ma fu rimpiazzato nel 1522 dalla Sacra Conversazione di Rosso Fiorentino, anch’essa oggi esposta nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Dopo la morte dell’Urbinate la Madonna del Baldacchino fu acquistata da Baldassarre Turini, segretario di Leone X e grande amico di Raffaello, rampollo di una delle famiglie più in vista di Pescia, che la destinò alla cappella della sua famiglia nella Cattedrale della sua città natale. Qui rimase fino al 1697, quando fu comprata dal Gran Principe Ferdinando de’ Medici, figlio del granduca Cosimo III ed erede al trono granducale. La vendita provocò non pochi dissapori tra gli abitanti di Pescia, profondamente legati al culto della Vergine e al quadro di Raffaello, tanto che fu necessario spostarla di notte per poterla trasportare a Firenze, sostituendola con una copia eseguita dal fiorentino Pier Dandini. Da quel momento non è più tornata.
L’armonia delle figure, la delicatezza delle espressioni e la capacità di costruzione dello spazio, arioso e monumentale, ma al tempo stesso misuratissimo - elementi che provano quanto Raffaello avesse fatto propri i modelli appresi a Firenze da Fra Bartolomeo, Leonardo e Michelangelo - rendono l’opera una delle più memorabili dell’artista. Il restauro compiuto nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure tra il 1987 e il 1991, e le recenti indagini effettuate in occasione della iniziativa di Uffizi Diffusi hanno confermato l’antica testimonianza vasariana secondo la quale la pittura in nessun punto è del tutto completa.
L’accesso alla mostra è consentito tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20, il sabato, la domenica e nei giorni festivi, dalle 10 alle 20. Con un unico biglietto è possibile accedere anche al Museo Civico di Palazzo Galeotti e alla Gipsoteca Libero Andreotti.
Per motivi di sicurezza l’accesso alla Cappella Turini è consentito a un massimo di 20 persone ogni 20 minuti. La prenotazione è quindi fortemente raccomandata e può essere effettuata accedendo al sito www.madonnadelbaldacchino.it.
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