Monumenti, artisti e restauri

Malatesta
 

14/03/2001

Come tutti i grandi signori rinascimentali anche Sigismondo comprende presto l’importanza di una vasta politica artistica che celebri la propria casata. E’ questa l’istanza che lo porta a “segnare il territorio” con due monumenti-insegne, rispettivamente del potere religioso e di quello militare, inequivocabilmente legati alla sua famiglia: sorgono a Rimini il Tempio Malatestiano e il Castel Sismondo. Il Tempio è uno dei monumenti più famosi e studiati dell’intero Rinascimento italiano. Nato dalla modificazione della preesistente chiesa gotica dedicata a S. Francesco, è indissolubilmente connesso al suo grande architetto Leon Battista Alberti. A lui, infatti, si devono gli elementi classicheggianti che ne fanno quasi un edificio pagano piuttosto che il religioso pantheon della famiglia Malatesta. Di pari passo l’identificazione con Sigismondo Pandolfo, signore di Rimini e Fano dal 1432 al 1463: il Tempio rispecchia la personalità del suo committente, affascinato dal fasto gotico e cortese, nonché proteso a creare un’opera che gli permettesse di essere ricordato dai posteri come generale invitto e come protettore di letterati ed artisti al pari dei grandi principi dell’antichità. L’interno dell’edificio era destinato alle tombe dei Malatesta, le cui insegne si presentavano in bella mostra affiancate a simboli che alludono alle caratteristiche dei principali esponenti della famiglia e ad immagini di Sibille, Profeti, Muse alternate a quelle dei Dottori della Chiesa. Oltre ad Alberti, vengono chiamati a decorare il Tempio altri grandi artisti: Piero della Francesca è l’autore dell’affresco con Sigismondo Pandolfo Malatesta inginocchiato davanti al protettore San Sigismondo Re di Borgogna; Agostino di Duccio è lo scultore degli splendidi bassorilievi per le cappelle dedicate a San Sigismondo e ad Isotta.