Oltre il frammento
Ceramiche Orvieto
26/02/2004
Nel 1950 il collezionista romano Giulio Del Pelo Pardi donava al Museo Nazionale del Palazzo Venezia di Roma una ricca raccolta di maioliche medievali orvietane (secoli XIII-XIV), accumulata nei primi decenni del Novecento.
Come ideale origine della collezione va posta l’assidua frequentazione da parte del Pelo Pardi di personaggi come Pericle Perali e Gaetano Ballardini, entrambi impegnati nella difesa della ceramica arcaica dalle ruberie e dalle dispersioni a scopo di lucro tanto frequenti in quegli anni.
La collezione per anni è stata dimenticata nei magazzini del museo romano, finché nel 1994, la si è praticamente riscoperta nei meandri del palazzo, in condizione a dir poco disastrose.
Le ceramiche, già non completamente integre sin dalla donazione, si erano fatte in mille pezzi anche a causa di un crollo delle scaffalature in cui erano state poste.
Un lungo e certosino lavoro di restauro, durato dal 1994 al 2000, è stato necessario per riportare alla “visibilità” questa notevole raccolta. Oggi quel cumulo di frammenti è tornato un insieme organico e viene presentato al pubblico nel grande salone al pian terreno (noto anche come “refettorio”) di Palazzo Venezia, in una mostra organizzata dalla Maria Selene Sconci. E’ questo il nome insieme a quello del restauratore Antonio Giglio cui si deve il recupero della collezione.
L’intervento di restauro, che gli stessi responsabili non stentano a definire un gigantesco “puzzle”, è stato finalizzato alla ricomposizione dei pezzi, mentre per le parti mancanti si è preferito utilizzare come integrazioni impasti del tutto simili agli originali ma privi della decorazione e quindi perfettamente riconoscibili come aggiunte.
La mostra offre ben 87 forme “chiuse” di questi manufatti, laddove per chiuse si intendono boccali, orioli, vascelli e panate, e 78 forme “aperte”, piatti, ciotole con e senza anse, catini di rappresentanza.
Interessanti sono i motivi decorativi dei pezzi esposti che si rifanno alla tradizione arcaica orvietana in cui sono stati concepiti: è possibile vedere motivi astratti, fatti di composizioni geometriche, virtuosistici nodi, motivi vegetali con foglie lanceolate, piccoli fiori e foglie lobate su esili steli, larghi fogliami inseriti in ampi girali e ancora motivi zoomorfi che riproducono uccelli di varie dimensioni, serpenti, cervi, esseri umani mostruosi e bestie dalle teste umane; decorazioni a rilievo con volti umani, grappoli d’uva o scudi; infine i motivi araldici e quelli religiosi tra cui spiccano l’Agnello Pasquale e gli Emblemi della Passione di Cristo.
L’esposizione è arricchita da un filmato che testimonia i principali momenti del restauro, il contesto orvietano, la lavorazione della ceramica.
OLTRE IL FRAMMENTO. FORME E DECORI DELLA MAIOLICA MEDIEVALE ORVIETANA
Fino al 31 gennaio 2002
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Refettorio Quattrocentesco
Via del Plebiscito, 118
Orario: 9h.00-19h.00
Ingresso: 8000 Lire (ingresso unico museo + mostra)
Visite guidate: sabato ore 10h.00 e 16h.00 (visita giardini, museo, mostra)
domenica 11h.30 e 17h.00 (visita museo e mostra)
Catalogo edito De Luca 70.000 Lire
Informazioni: Tel. 06-69994319
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Milano | Dal 15 febbraio a Palazzo Reale
A Milano tutto Casorati in 100 opere
-
Roma | A Roma dal 6 dicembre al 16 febbraio
Un ritrattista alla corte romana. Carlo Maratti in mostra a Palazzo Barberini
-
Roma | Dal 7 dicembre a Palazzo Chigi di Ariccia
Bernini e la pittura del Seicento, una storia da riscoprire
-
Torino | A Torino fino al 12 gennaio 2025
Gentileschi e Van Dyck, alle Gallerie d’Italia un confronto tra capolavori
-
Roma | A Palazzo Barberini dal 23 novembre al 23 febbraio
Per la prima volta in mostra il Ritratto di Maffeo Barberini di Caravaggio
-
Roma | L’opera dall'Art Institute of Chicago in mostra fino al 27 gennaio
La speranza fondata sull'amore. La Crocifissione bianca di Chagall inaugura a Roma un nuovo spazio museale