Pittore e uomo di corte
Courtesy of© Museo de Bellas Artes Valencia |
Velazquez
11/04/2001
La vicenda biografica del Velazquez comincia a Siviglia nel 1599: qui l’artista muove i primi passi nel campo della pittura entrando nella bottega di Pacheco dove rimane fino al 1617, anno in cui comincia a lavorare come pittore indipendente.
Le prime opere del Velazquez sembrano orientarsi verso uno stile prettamente naturalistico che ben si addice alla rappresentazione di scene di vita popolare, argomenti pittorici particolarmente cari all’artista. Nascono così capolavori come la “Vecchia friggitrice” (Edimburgo, Nat.Gal.) o il “Venditore d’acqua” (Londra, Wellington Mus.), dove ogni elemento viene raffigurato attraverso una potente resa plastica dei volumi e un sapiente uso del contrasto chiaroscurale.
Sempre dello stesso periodo sono i dipinti che hanno come soggetto temi tratti dalle Sacre Scritture ove l’artista non sembra cambiare registro stilistico rispetto ai quadri a carattere profano: infatti troviamo personaggi biblici che hanno modi e sembianze di semplici figure prese dalla strada, come in “Cristo in casa di Marta”(Londra, NG).
Ad un anno di distanza dall’incoronazione del Re Filippo IV, avvenuta nel 1621, troviamo Velazquez per la prima volta a Madrid dove, grazie all’interessamento del conte di Olivares, ottiene l’incarico di dipingere il ritratto equestre del Re di Spagna: comincia così l’inarrestabile ascesa del sivigliano che nel 1623 riceve la nomina a pittore reale.
A Madrid l’artista esprime al meglio il suo talento come ritrattista mettendo da parte la produzione di opere religiose, che fanno spazio a soggetti allegorici e mitologici. La tavolozza comincia a schiarirsi rispetto alle prime prove pittoriche: ciò accade anche grazie alle visite compiute dal Velazquez presso le collezioni reali ricche di capolavori della pittura italiana, in particolar modo veneziani. Tra i lavori di questo periodo spicca “Los Borrachos”(Madrid,Prado).
Nel 1629 compie il suo primo viaggio in Italia, toccando varie città. Durante il suo soggiorno romano vengono alla luce opere come i paesaggi di Villa Medici o la “Fucina di Vulcano”(Madrid, Prado) influenzati dalle tavolozze di pittori veneti ma anche da artisti come il Guercino, conosciuto personalmente a Ferrara.
Nel 1631 è di nuovo a Madrid dove ha la possibilità di mostrare ciò che ha acquisito in Italia. Molte sono le opere compiute fino alla data del suo secondo soggiorno nella penisola italiana, in gran parte ritratti reali e dipinti che celebrano le glorie e i fasti della monarchia come “La resa di Breda”( Madrid, Prado): l’effetto della luce tocca i suoi massimi livelli rendendo ogni cosa reale e carica di energia vitale. Dal 1630 al 1640 troviamo una serie di ritratti famosi per la loro immediatezza, che hanno come soggetto immagini di nani e buffoni di corte.
Al 1649 risale il suo secondo soggiorno in Italia. A Roma esegue il ritratto di Innocenzo X Pamphilj e cerca di condurre con sé a Madrid Pietro da Cortona, ma senza risultato. Nuovi onori e incarichi lo attendono al suo ritorno a corte senza interrompere però la sua attività artistica. Nel decennio che va dal 1650 al 1660 si materializzano capolavori quali i ritratti dell’Infanta Margherita, o quadri mitologici (“Venere e Adone” o “La favola di Aracne”) i quali risentono di una tecnica quasi impressionistica fatta di rapide macchie di colore luminoso e vibrante. Del 1656 è il lavoro che segna forse il punto più alto della carriera del Velazquez, “Las Meninas”(Madrid, Prado), opera che però vede concludere di lì a pochi anni anche il suo percorso glorioso di artista e di uomo.
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