PROSPETTIVE DEL MONTE FUJI
MONTE FUJI
26/02/2004
Un paesaggio naturale che diviene opera d’arte: il Mount Fuji -il più alto del Giappone- presenta una conformazione dalle forme particolari, un aspetto esteticamente perfetto, tanto da essersi meritato la fama di ‘piccolo capolavoro artistico della natura’. Assunto a metafora dell’amore nelle rappresentazioni della poesia classica, ha suscitato sin dal medioevo una sorta di venerazione da parte delle sette di fedeli della religione buddista e scintoista; il monte Fuji ha rivestito così nel corso degli anni, molteplici ruoli simbolici e culturali e continua ancora oggi ad esercitare una forte influenza particolarmente sulla cultura visiva giapponese.
Dall’11 maggio al 29 luglio 2001 il British Museum espone nella galleria dedicata all’arte giapponese, opere raffiguranti il Monte Fuji ; la mostra dal titolo ‘ Cento prospettive del Monte Fuji’ è la prima delle quattro esposizioni che il museo londinese ha in programma di organizzare come parte del festival ‘Giapppone 2001’. Cento opere di numerosi artisti che, dal diciassettesimo secolo fino ad oggi, hanno rappresentato –con un approccio ogni volta personale e distinto- questo suggestivo paesaggio. La mostra è divisa in varie sezioni, ognuna della quali prende in esame un diverso periodo dell’arte pittorica giapponese: dalle opere di una delle scuole più tradizionali - la Kan e Tosa la quale serviva la corte militare e l’aristocrazia durante il periodo della dinastia Edo (1600-1868) - a quelle che testimoniano l’emergere di nuovi stili che iniziarono a penetrare in Giappone, in Cina e anche in Europa attraverso il porto commerciale di Nagasaki.
Alcuni artisti giapponesi moderni guardarono alla tradizione della scuola cinese di pittura come una via di fuga dall’ortodossia, mentre altri sostenevano la causa dello stile occidentale del naturalismo come mezzo più accurato e adeguato per ‘registrare’ il panorama, per descrivere la realtà circostante. Alla fine del periodo della dinastia Edo, una dozzina di scuole di pittura operarono in parallelo a questa tendenza naturalistica, organizzandosi in diversi gruppi culturali e classi sociali. La rapida crescita delle città e la cultura del consumo e della ricerca del piacere (particolarmente visibile oggi nella moderna Tokyo) è rispecchiata nelle tele e nelle stampe a colori della scuola di Ukiyo. Ma verso la fine del diciottesimo e diciannovesimo secolo gli artisti urbani di molte scuole cominciano ad uscire fuori dal ‘panorama’ cittadino per cercare nuovi paesaggi e soggetti e il suggestivo Monte Fuji appare ai loro occhi non solo il simbolo della natura , ma anche il simbolo della nascente ideologia del Giappone che si afferma come nazione- stato moderno.
Le ultime sezioni dell’esposizione prendono in esame opere che esprimono la volontà degli artisti giapponesi più moderni di manifestare e progettare attraverso le nuove correnti artistiche dell’empirismo e della soggettività una sorprendente varietà di stili personali: interpretazioni nuove ed originali di quello che un tempo era considerato come simbolo eterno e immutabile. Provenienti quasi interamente dalla ricca collezione del museo, le ‘100 prospettive del monte Fuji’, presentano quadri della tradizione pittorica delle scuole di Kan, Sumiyoshi e Shij accanto alle più individualistiche opere di Utagawa Hiroshige e Katsushika Hokusai, incluse le stampe a colori e le rappresentazioni della famosa serie ‘Thirty-Six Views of Mt.Fuji’ di Hokusai. L’ultima sezione della mostra include lavori moderni e contemporanei di artisti del calibro di Maekawa Sempan, Munakata Shik e Hagiwara Hideo, che stanno a indicare come il Monte Fuji ancora mantiene e conserva una posizione dominante nella psiche culturale del Giappone.
British Museum
Great Russel Street, London
Tel No. 020-7320 8000
Orari di Apertura:
Sab-Mer 10.00/17.30
Gio.-Ven. 10.00/23.00
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