Rene' Magritte: la storia centrale
Opera di René Magritte
26/02/2004
Finalmente anche Roma potrà rendere omaggio al grande artista belga, René Magritte, dedicandogli un’ importante retrospettiva nelle sale del Complesso del Vittoriano. La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 17 marzo all’8 luglio di quest’anno.
La grande antologica è stata curata da un comitato scientifico di tutto rispetto, composto da studiosi di fama internazionale, tra i quali ricordiamo il Professor Steingrim Laursen, Direttore del Louisiana Museum of Modern Art di Copenhagen, e Claudio Strinati, Soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Roma.
Il tema scelto come filo conduttore per la mostra – intitolata tra l’altro “La storia centrale” – è proprio la posizione centrale occupata dal lavoro di Giorgio De Chirico nel processo di formazione artistica di Magritte. Nel 1923, l’artista belga rimane letteralmente folgorato dall’opera dechirichiana Il canto d’amore (1919), tanto da scrivere – in una lettera a Breton – che: “De Chirico è stato il primo a pensare che cosa deve essere dipinto, non come dipingere”. Questo è il senso della pittura, anche per Magritte: cercare l’impatto emotivo che un’immagine del reale, proposta da un artista, può suscitare.
Magritte stesso, a soli quattordici anni, era stato traumatizzato da un’immagine scioccante; l’immagine della madre morta, trovata immersa nell’acqua, con il corpo nudo e solo il capo coperto dalle vesti. L’impatto di questa visione sull’artista è feroce e allo stesso tempo liberatoria. Di qui infatti nascerà l’idea di una realtà data, che solo lo spettatore con i propri occhi può far parlare e modificare.
La mostra organizzata a Roma rivela una grande accuratezza nella scelta delle opere, tutte sapientemente selezionate per illustrare il percorso artistico del grande maestro belga, ma anche il suo rapporto con l’Italia e la sua dialettica formale nei confronti della Metafisica e il suo avvicinamento alla corrente del Surrealismo. Dice Magritte: "Illuminare la cosa invisibile nascosta nell'oscurità". L'opera d'arte deve saper produrre effetti destabilizzanti nello spettatore, infrangendo abitudini mentali e collocando gli oggetti in una realtà diversa. Una realtà scomposta e ricomposta secondo i moduli di un’allucinazione, ma resa ancora più inquietante dalla calma apparente, dall’immobilismo dell’immagine stessa. L’arte di Magritte, che sembra possedere un’ apparente semplicità, è in realtà un’arte difficile ed enigmatica proprio in quanto il mistero è nel visibile.
Le oltre sessanta opere che verranno esposte nella cornice del Vittoriano, non solo provengono dai musei di Bruxelles, Vienna e Copenaghen, ma anche da importanti collezioni d’arte americane. Inoltre, molti lavori sono del tutto sconosciuti, non essendo mai stati esposti perché oggetto della gelosa cura dei loro proprietari.
Organizzata sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, la grande esposizione è promossa dalla Fondazione René Magritte di Bruxelles, in collaborazione con la Regione Lazio, la Provincia di Roma ed è stata realizzata con il Patrocinio della Comunità Francese del Belgio, dell’Ambasciata del Belgio in Italia, del Senato della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero per la Pubblica Istruzione.
Il Catalogo è pubblicato dall’Editore Skira.
ORARIO: lunedì-giovedì 9.30 – 19.30;
venerdì e sabato 9.30 –23.00;
domenica 9.30 – 20.30.
COSTO DEL BIGLIETTO: £ 15.000 (intero); £10.000(ridotto).
INFO: 06 / 678 06 64
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